Capitolo 10: Rivelazioni

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Nei sotterranei faceva freddo e Maya indossava solo la maglia di Viktor. Lo aveva pregato di farla cambiare, ma lui era stato risoluto. Non che avesse qualcosa da mettersi. Lui le aveva strappato il vestito e non le aveva dato il tempo di portarsi una valigia con qualche cambio quando aveva fatto irruzione nel laboratorio con i suoi soldati. La vide tremare, si avvicinò a lei e la strinse a sé. Le circondò i fianchi e mille brividi le attraversarono il corpo. Aprì la pesante porta di ferro ed entrarono nella cella. Il nonno era sdraiato su una lastra di marmo che fungeva da letto, Spencer si teneva la testa con le mani seduto per terra, mentre Freddie stava guardando fuori dalle sbarre come per cercare una via di fuga.

"Nonno!" la dolce e melodiosa voce della sua amata piccola lo fece alzare di scatto. Erano sicuri che l'avessero uccisa e non avrebbero mai più rivisto la loro adorata principessa.

"Maya" la voce affranta dello scienziato fece scendere delle lacrime sul suo volto. Lei cercò di volare tra le braccia di Byron, ma Viktor non glielo permise. La strinse ancora di più verso di sé, in una morsa d'acciaio, stava delimitando la sua proprietà. Il professore scosse la testa. "Come puoi vedere sono ancora vivi anche se non so per quanto" le sue parole le fecero accelerare i battiti cardiaci, quei tre uomini erano la sua famiglia. Byron era come un nonno, Freddie un padre e Spencer un fratello maggiore. Non poteva perderli così. 

"Viktor ti prego non far loro del male. Farò tutto quello che vuoi" lo supplicò. "Gattina, tuo nonno ha delle informazioni che mi farebbero molto comodo" le disse con uno sguardo ironico. In realtà non si sentiva così forte come voleva dimostrare. Il caldo corpo di Maya che aderiva perfettamente con il suo lo stava facendo letteralmente impazzire e non riusciva a capire il perché visto che aveva avuto molte donne. Doveva ammettere che nessuna gli aveva mai fatto questo effetto. L'avrebbe baciata lì davanti a tutti. I suoi sensi erano i subbuglio, l'odore di lei lo stava uccidendo e la voglia di morderla e sentire in bocca il sapore dolce del suo sangue lo stava torturando. Tutti i Potenziati erano costretti a fare delle trasfusioni. Era uno degli effetti collaterali del siero. Gli umani erano obbligati a donare il loro sangue per poter permettere ai Potenziati di vivere. Lui non aveva bisogno di trasfusioni. Gli bastava bere ogni tanto un poco di sangue umano per rifocillarsi e rinvigorirsi. Era diventato una sorta di vampiro anche se a differenza di quanto aveva letto su di loro, il suo cuore batteva e poteva uscire alla luce del sole. Da quando c'era Maya al suo fianco, non aveva avuto voglia di bere da nessuno se non da lei. "Cosa vuoi sapere da mio nonno?" la sua voce lo ridestò dai suoi pensieri. "Voglio sapere dove ha nascosto il siero per distruggerci"

"Sono io" un sussurro appena uscì dalle sue labbra. Viktor la guardava con fare interrogativo mentre un fragoroso no rimbombò nella cella. Spencer aveva sollevato la testa e con tutta la forza che aveva in gola aveva urlato quel no. Freddie era sconvolto e scuoteva anche lui la testa pregandola di tacere. "Il siero sono io" aggiunse. Le sue labbra erano viola e tremavano. "Cosa stai dicendo?" la fece voltare verso di lui. "Ero appena arrivata al Bunker, il nonno aveva una fialetta nella sua stanza. Ho bevuto il contenuto". 

Era sconvolto, la doveva uccidere, ma qualcosa lo bloccava. Doveva riflettere e prendere tempo. Si voltò di scatto, il Re e la Regina erano nei sotterranei. "Viktor noi non teniamo i nostri ospiti segregati" lo apostrofò il padre. "Professore sono trascorsi molti anni. Mi scuso per il trattamento. Io e mia moglie saremo lieti di avervi come ospiti, non prigionieri" disse il re a Byron. Due soldati scortarono i tre uomini nelle stanze del castello. Finalmente potevano lavarsi e riposare un poco. La regina si avvicinò a Maya che ancora tremava dalla paura e dal freddo. "Viktor, ma ti sembra l'abbigliamento adatto per lei?" La prese per mano e la condusse al piano di sopra. Il Principe ebbe un moto di rabbia quando sua madre le tolse dalle braccia Maya. Lei le apparteneva e nessuno, neppure sua madre, doveva permettersi di portargliela via.

"Santo cielo" mormorò Maya davanti all'immenso guardaroba della regina. "Prendi quello che vuoi, piccola mia" esclamò sorridendo. "Maestà, io non posso". Erano capi preziosi e delicati e lei aveva paura anche solo di sfiorarli. 

"Ioana, solo Ioana" le disse gentilmente la regina porgendole un meraviglioso abito lungo. Il vestito, molto leggero, era bianco e minuscole roselline blu arricchivano il corpetto. Una fascia blu annodata in vita. Ioana le fece un leggero chignon e le appuntò un fiore tra i capelli. La fece specchiare e restò sorpresa, quella figura non poteva essere lei.  "Adesso scegliamo altri vestiti e poi raggiungiamo i nostri ospiti a pranzo".

Erano trascorse tre ore da quando sua madre aveva praticamente rapito Maya. Viktor era nel suo studio. Andava su e giù per cercare di compensare la rabbia. Era ora di pranzo e lei non c'era ancora. Scese di sotto e trovò la tavola apparecchiata per sette persone. Suo madre e suo padre avevano ovviamente invitato quei tre. Ioana arrivò sotto braccio al marito, mentre il professore, Spencer e Freddie entrarono nella sala con fare sospettoso. Era normale erano stati scaraventati in una cella umida ed ora si trovano a mangiare con i sovrani dei Potenziati. Viktor si innervosì, Maya non era con sua madre. Chiese di lei e la sovrana rispose che stava scendendo. 

"Sembra una dea" pensò Viktor vedendola arrivare. L'abito di sua madre le aderiva perfettamente e sembrava esserle stato cucito addosso. I lunghi capelli erano stati sapientemente raccolti ed il fiore le adornava il suo ovale perfetto. Si alzò da tavola le si avvicinò, le prese la mano e la fece accomodare tra sua madre e lui. Nessuno poteva starle vicino, meno che mai degli uomini. Le posò una mano sulla gamba. Il tessuto del vestito era leggerissimo e poté sentire il calore del suo corpo. Lei provò a toglierla, ma lui non si spostò di un centimetro. Viktor sorrise soddisfatto nel vedere le sue gote diventare color delle fragole.

"Professore" il re cominciò a parlare "credo dovremmo trovare tutti insieme una soluzione. Il suo siero ci ha resi più forti, è vero, ma gli effetti sono disumani. Siamo costretti a fare continue trasfusioni e non è nato più un solo bambino da decenni". Byron abbassò la testa, voleva aiutare le persone ed invece aveva creato solo problemi. "Andrei, ha ragione" continuò lo scienziato "possiamo lavorare per modificare questo stato di cose".

"Non sono d'accordo" gridò Viktor "l'anti vaccino scorre nel sangue di Maya. Cosa dobbiamo fare, dissanguarla forse?" La regina rimase colpita dalle parole di suo figlio, per lui gli esseri umani erano sempre stati cose, non persone. Ed ora suo figlio si schierava come un paladino nei confronti di una semplice umana. Ioana ne era certa suo figlio si era innamorato! 

"Nonno, se posso essere utile per salvare il mondo, non farti alcun problema". Era sempre stata altruista e generosa. Viktor strinse la coscia di lei e la fece sussultare. Maya lo osservò attentamente, gli occhi rossi, il viso contratto ed i muscoli tesi pronti a scattare. Se qualcuno si fosse avvicinato a lei l'avrebbe sbranato.

PROGETTO MAYADove le storie prendono vita. Scoprilo ora