Capitolo 16: Insieme

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Il piano non era semplice, per prima cosa doveva convincere Dorian il fidato domestico di Viktor a tenerle il gioco. Sapeva che Dorian amava il principe più di un figlio, perciò Maya decise di fare leva sul suo sentimento. "No, no e no signorina Maya" ripetè il domestico "si rende conto? Dovrei mentire al re ed alla regina dicendo che non si sente bene e che desidera passare a letto l'intera giornata. Eppoi, da sola in viaggio a piedi. Potrebbe accaderle di tutto. Assolutamente NO" riprese il povero ed esausto servitore. "Bene Dorian mi sono sbagliata, pensavo che volesse bene a Viktor e che le mancasse, ma sbagliavo". Un lampo di luce passò negli occhi del domestico. Maya sapeva di essere ingiusta, ma era l'unico modo per farsi aiutare. "Io voglio bene a quel ragazzo come fosse figlio mio, signorina" e nel dirlo si lasciò cadere stancamente sulla sedia della cucina. "Lo so ed è per questro motivo che voglioportarlo a casa". 

"D'accordo, mi dica cosa devo fare". A cena Maya cominciò ad accusare un mal di testa insopportabile e disse al nonno che preferiva salire in camera. Era fatta, al resto avrebbe pensato Dorian. Per tutto il giorno non avrebbe fatto salire nessuno in stanza. C'era silenzio, dormivano tutti, il domestico aveva dato ordine allo scudiere di portare un cavallo per lei. Le guardie erano state istruite e sapevano già che dovevano lasciarla andare.  Con il cavallo avrebbe impiegato un terzo del tempo.  

Era notte fonda quando arrivò ad Ighis. La luna splendeva alta nel cielo e si specchiava nel lago. Era incantata da quel posto. Una luce proveniva dall'abitazione. Sapeva che i sensi molto sviluppati di Viktor l'avrebbero "sentita" di lì a poco. E fu così. Viktor uscì in quel preciso istante. Indossava solo un calzone, il petto nudo, la barba appena accennata e due piccole rughe solcavano il suo volto. Non si mosse. Era un miraggio. La sua immaginazione gli stava giocando un brutto scherzo. "Viktor" sussurrò dolcemente la ragazza. No, non era un sogno stavolta. Era lei, viva, in carne ed ossa. Si gettò tra i suoi capelli. Oddio quanto gli era mancato il suo profumo. Doveva allontanarla, rimandarla a casa ma non ci riusciva. Gli sembrava di tornare a respirare e di aver boccheggiato annaspando alla ricerca di aria fino ad allora. "Maya non posso restare al tuo fianco... io resterò per sempre così. Tu devi avere di meglio. Te lo meriti" 

La rabbia, il dolore, la paura di averlo perso uscirono fuori tutte insieme. Si accorse di averlo schiaffeggiato solo nel momento esatto in cui la sua mano colpì la faccia di lui. "Sei la persona più arrogante, presuntuosa, prepotente e potrei continuare all'infinito, ma ti amo più della mia stessa vita". Viktor le prese le mani e le mise tra le sue. "Maya, non posso vivere senza di te, ma non resisterò per sempre. E tu..". Non riuscì a terminare la frase perchè Maya lo baciò con tutto l'amore che sentiva. Viktor allora si impossessò della sua bocca, le loro lingue danzavano insieme. Si staccò solo portarla in casa. 

Lo chalet era davvero molto accogliente. Uno splendido divano con soffici cuscini bianchi troneggiava davanti alla finestra dalla quale si intravedeva il lento scorrere delle acque del lago.  Un tavolo di legno finemente intarsiato era al centro del soggiorno. Viktor la prese in braccio e la depose delicatamente sul divano, Maya socchiuse gli occhi aspettando un suo bacio. Era attratta da lui, ogni sua fibbra lo bramava.  La timidezza era scomparsa sotto le mani roventi di Viktor che stavano accarezzando ogni suo centimetro di pelle. Non lo temeva più. Lo guardò fisso negli occhi. Erano cangianti, a tratti di un grigio innaturale in cui ci si poteva perdere dentro ed un momento dopo rossi incandescenti come la lava di un vulcano. Maya capì che si stava trattenendo per paura di farle del male. "Io non ho paura di te, Viktor. Io ti amo". 

Le tolse la camicetta e rimase incantato davanti alla perfetta rotondità del suo seno. La fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe e le pose le mani sui fianchi. Il suo membro si indurì all'istante. Gettò via gli ultimi indumenti che li dividevano. Maya sorrise e reclinò la testa all'indietro, afferrò Viktor per i capelli e lo avvicinò al suo collo. Erano due corpi che stavano per fondersi in uno solo. Si appartenevano. Le gambe di Maya erano avviluppate al corpo di Viktor e lui  sfoderò i suoi canini. La guardò attentamente e pensò che al primo segnale di terrore nei suoi occhi si sarebbe fermato immediatamente e l'avrebbe ricondotta sana e salva al castello. Ma non fu così. Maya intrecciò le braccia dietro al collo del suo amato e lo attirò a se. Un tacito assenso. Viktor entrò delicatamente ed affondò il suo membro nella calda intimità della ragazza che cominciò a gemere per il piacere. Sentiva la resistenza di lei e vide una piccola smorfia di dolore nel bellissimo volto della ragazza. Si fermò ed attese che si abituasse alle sue dimensioni. Quando sentì che centimetro dopo centimetro lo stava accogliendo dentro di se aumentò sempre di più il ritmo. I capezzoli di Maya erano turgidi, le guance rosse, le labbra tremanti.   Sfoderò i suoi canini affilati come rasoi facendo attenzione a non perdere il controllo ed a non farle del male. Perforò la candida pelle della ragazza. Lei ansimando inarcò ancora di più il collo verso la bocca di Viktor che cominciò a succhiare quel dolce nettare, era linfa vitale. Un piccolo rivolo di sangue iniziò a scorrerle lungo la gola. Estrasse lentamente i denti e leccò i due piccoli forellini attraverso i quali aveva bevuto. Maya strillò, non per il dolore, ma per il potente orgasmo che in quel preciso istante la travolse come un fiume in piena. Il membro di Viktor dentro di lei ed i denti di lui nella gola avevano amplificato il suo godimento. Era stato piacere allo stato puro. L'aveva posseduta, invasa, assaggiata, si era impadronito di lei, del suo cuore che ora batteva all'impazzata, del suo sangue e della sua anima. Maya toccò le due piccole ferite, non le facevano male,ma il solo sfiorarle le riportava a galla le mille sensazioni provate fino a qualche secondo prima. Uscì dalla giovane che reclinò la testa sulla sua spalla. Era sfinita. Si addormentarono entrambi con sorriso sulle labbra e con le mani intrecciate ed il cuore che batteva all'unisono.


Angolo autrice: contiene esplicite scene di sesso.


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