Capitolo 15: Ti troverò

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Maya si rigirò nel letto ed aprì gli occhi. Di Viktor neppure l'ombra. Il cuscino di lui scaraventato per terra. L'aveva lanciato lei per rabbia la sera prima. Lo aveva cercato per tutto il castello e chiesto a tutti i domestici. Nulla, muti come pesci. E questo l'aveva fatta ribollire di rabbia. Non era da lui. Erano mesi che le stava incollato addosso come un francobollo, non c'era un passo che lei potesse fare senza di lui. Le sue braccia sempre pronte a cingergli la vita. Di notte dormiva abbracciato a lei, all'inizio questo la infastidì moltissimo, ma si era abituata a quella sensazione di protezione. Viktor era cambiato. Per carità era pur sempre possessivo ed arrogante, ma nei suoi occhi si leggeva una luce diversa. In un occasione era bastato che gli prendesse la mano per farlo calmare. E per fortuna che era riuscita ad intervenire altrimenti il povero soldato se la sarebbe vista brutta! C'era qualcosa di strano nella sua assenza. Decise di alzarsi e farsi una doccia. L'acqua calda le fece rilassare i nervi e l'aiutò a riflettere. Effettivamente la sera prima suo nonno, Ioana ed Andrei sembravano tesi. Gli unici normali, se si poteva definire Spencer normale, erano proprio l'assistente del nonno e Freddie. Ci pensò bene avrebbe chiesto a suo nonno qualcosa riguardo alla scomparsa di Viktor. Lui non sapeva mentire, diventava rosso e cominciava a farfugliare. Se suo nonno era a conoscenza di qualcosa, lei gli avrebbe fatto sputare il rospo.

Stava per dirigersi in laboratorio per "interrogare" suo nonno quando senti un brusio di voci provenire dal salone. Tese l'orecchio, non era bello spiare, ma aveva sentito la regina pronunciare il suo nome e questo l'aveva incuriosita "Maya non dovrà mai saperlo, ne soffrirebbe. Mio figlio si è sacrificato per lei ed è meglio che sia all'oscuro di tutto".

"All'oscuro di cosa?" la voce alterata di Maya fece trasalire i due interlocutori. "Devi aver capito male piccola mia" tentò di difendersi il professore. "Nonno, sei quasi paonazzo e guardi dapertutto tranne che dritto nei miei occhi. Ti conosco benissimo, tu non sai mentire"

"Allora?" disse dirigendosi verso lo scienziato "do-ve è fi-ni-to Viktor?" scandì la frase quasi con rabbia. "Cosa significa che si è sacrificato per me?" Ioana si avvicinò alla giovane e le accarezzò la testa. Si era affezionata a lei e le voleva bene come ad una figlia. Avrebbe tanto desiderato diventasse sua nuora e si vedeva già nella veste di nonna, ma il destino le aveva riservato altro. "E' giusto che tu sappia, Zoé , il siero che doveva eliminare gli effetti del primo vaccino che ci fu iniettato in fase sperimentale, non ha avuto effetto su Viktor. Io ero incinta di lui mentre ero al Bunker. Lui è immune. Resterà per sempre un Potenziato". Calde lacrime rigavano il viso della ragazza. "Maya non sapevo di aspettare Viktor quando ho seguito Andrei, non lo avrei mai fatto. Non avremmo fatto correre un pericolo simile a nostro figlio" spiegò con un filo di voce la regina. "Lo so" non riuscì a dire altro mentre scappava via dalla stanza. Sentì solo suo nonno chiamarla, ma non si fermò voleva restare da sola a pensare sul da farsi.

"Stupido, sciocco, presuntuoso che non sei altro" si ripeteva mentalmente da più di un'ora. Ormai non poteva più negarlo, Viktor le mancava terribilmente. Le mancava la sua mano sul suo fianco, il suo respiro caldo mentre dormiva allacciato a lei e quei brividi che provava quando le era accanto. Era sicuramente amore. Doveva cercarlo e farlo tornare indietro. Il problema era che non sapeva dove andare, non conosceva nulla del suo passato. Tornò al castello decisa a scovare qualche indizio.

Erano passati tre giorni da quando Viktor era partito. Ioana ed Andrei non si lasciavano sfuggire neanche una sillaba. Era veramente difficile. Aveva provato a far parlare la regina, si vedeva che soffriva, ma era più tenace di lei. E questa era una bella sfida.

Stava scendendo l'ampia scalinata della reggia ed ossevava distrattamente i quadri appesi. Rappresentavano quasi tutti volti di persone, sicuramente antenati di Ioana ed Andrei, ma un dipinto in particolare l'attrasse. Era diverso, raffigurava un cottage immerso nel bosco. Due maestosi alberi si specchiavano nelle acque di un placido laghetto. Alcune foglie marroni cadute per l'imminente autunno, risaltavano nel manto erboso di un verde brillante. Era un paesaggio mozzafiato anche se un poco malinconico: Maya pensò che quello era il posto ideale per.... Nascondersi. Ecco dove si era rifugiato Viktor. Era sicuramente lì. Se fosse scappata, lei si sarebbe rinchiusa lì. Andò in cucina come se nulla fosse e facendo finta di spiluccare qualcosa, parlò con la cuoca del bellissimo paesaggio del quadro. "Peccato che un simile posto non esista" buttò lì distrattamente la ragazza. "Ma come non esiste" replicò Tiana, la cuoca "quella è la casa in cui è nato il nostro re"ribadì Tiana. "Prima che tutto iniziasse lui e suo padre abitavano ad sul lago di Ighis, non lontano da qui". Centro! Scoprì che il luogo non era distante ed a piedi poteva raggiungerlo in mezza giornata. Non sarebbe stato semplice uscire dal castello, ma aveva un piano. Bisognava entrare in azione!


PROGETTO MAYADove le storie prendono vita. Scoprilo ora