Capitolo 5: Imprevisti

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"Vi prego, dovete venire nella stanza della videosorveglianza". Il vigilante entrò nel laboratorio in cui Spencer ed il professore stavano ancora discutendo sulla messa a punto del siero ed ovviamente a chi toccasse fare da cavia umana. 

"Freddy non abbiamo tempo" lo liquidò bruscamente Byron. "Per favore è importante, non vi avrei disturbato se non lo fosse".

Rimasero senza parole. I tre uomini, pallidi in viso non riuscivano a credere all'immagine che avevano davanti agli occhi. Nei monitor una bambina sui quattro anni stringeva un orsacchiotto di peluche più grande di lei. Gli occhi rigati da lacrime ed il faccino sporco di polvere. 

"Dobbiamo farla entrare, sarà scappata dai Potenziati. Magari i genitori l'hanno nascosta" esclamò Spencer. 

"No, non dobbiamo" ribatté Freddy "forse è una trappola di quei mostri e la bambina un'esca". 

"Sono d'accordo con il mio assistente, Freddy" spiegò Byron "sicuramente la bambina è fuggita dai Potenziati. Non possiamo lasciarla da sola di fuori. Potrebbe essere sbranata dai lupi o peggio trovata dai mostri, come li chiama lei". 

Byron inserì il codice di sblocco e la pesante porta si aprì. Spencer uscì cautamente dal Bunker. Si guardò intorno con fare circospetto. Si mise una mano davanti agli occhi. Era da tempo che non vedeva più la luce del sole. Era bellissimo il bosco, inalò a pieni polmoni l'odore dell'erba e dei fiori. Si avvicinò alla bambina, che sussultò non appena lo vide. L'assistente dello scienziato sorrise ed allungò una mano, l'aprì e mostrò il contenuto: un involucro argentato con dentro una cioccolata. La bambina la prese velocemente e la divorò, era affamata, chissà da quanti giorni non mangiava. "Piccolina, vieni, non aver paura". Era combattuta e si vedeva, non sapeva se scappare o andare con lo sconosciuto davanti a lei. Poi prese la mano di Spencer e sorrise. 

"Andiamo dentro, ci sono tante cose buone da mangiare". Freddy la squadrò per alcuni minuti, non si fidava ed ogni tanto allungava lo sguardo verso le telecamere per vedere se c'erano quei dannati mostri. "Come ti chiami?" le domandò il professore. La bambina non rispose, i suoi occhi erano impauriti, tremava ancora. Meno di quando era entrata, ma le piccole manine vibravano leggermente. Sussultava ad ogni più piccolo rumore. "Credo che le sia accaduto qualcosa di grave. Magari hanno ucciso i suoi genitori davanti a lei. O è muta davvero oppure non parla più per il trauma. Domani mattina la visiterò. Ora deve solo riposare" concluse Byron. 

"Bene, piccolina ti porto nella tua cameretta". Spencer prese un camice dall'infermeria e con delle forbici tagliò le maniche e lo accorciò. La bambina prese il pigiama improvvisato tra le sue piccole mani. "Visto che bravo? Scommetto che non hai mai visto uno simile". Il giovane rise vedendo la piccola sgranare gli occhioni e scuotere il capo mimando un no. "Domani ti farò un guardaroba completo e, visto che Freddy non ha nulla da fare mi aiuterà in sartoria. Adesso a letto". Le baciò la fronte e le sistemò la coperta. "Dormi principessa". Mise l'orsacchiotto vicino alla bambina, spense la luce ed uscì.

Freddy aveva preparato una enorme tazza di latte e dei biscotti, che la piccola aveva divorato. con lei seduto sulla sedia accanto l'inseparabile orsacchiotto. Anche se all'inizio non voleva farla entrare per paura, adesso che si era tranquillizzato, Freddy si comportava come un'amorevole baby sitter. Byron si mise davanti a lei. Le colpì leggermente le ginocchia con un martelletto e le chiese di seguire il suo indice. "La bambina è perfettamente sana. Sente benissimo e le condizioni neurologiche buone. Come pensavo, deve aver avuto un forte shock. Quando si sentirà pronta parlerà. Lasciamola tranquilla. Ha già sofferto tanto".

Erano trascorsi tre giorni da quando la bambina era entrata nel Bunker, sentirla correre nei lunghi corridoi o vederla giocare aveva aperto il cuore ai tre uomini. Lei era una ventata di aria fresca in mezzo a tutto quell'orrore. 

"Allora è deciso. Domani pomeriggio o mi trasformerò nel dottor Jekill oppure funzionerà e vedremo il da farsi". 

"Professore, la bambina ha visto un libro nella biblioteca. Glielo stavo leggendo, ma a quanto pare ha scelto lei" disse Spencer allungandogli il libro. "Mio caro amico si vede che non hai esperienza. Io ho quattro nipotini e non puoi leggergli una favola come se fossero formule chimiche" sorrise lo scienziato. Byron prese per mano la bambina, andarono nella sua camera. 

"Hai scelto una storia bellissima. Non sapevo ci fosse ancora una copia. Ti si addice. La Bella addormentata nel bosco è perfetta". Cominciò a leggere la storia. Il burbero professore che impauriva per la sua severità gli assistenti doveva essere un nonno amorevole. Ogni tanto la bambina sgranava gli occhi, o rideva per le buffe facce che l'uomo faceva. Si addormentò e Byron con lei. L'indomani sarebbe stato un giorno importante per lui. La sua nuova scoperta avrebbe potuto funzionare oppure sarebbe stato un insuccesso ed in questo caso ne avrebbe risentito  l'umanità intera.

"No, no, questo non doveva accadere" le grida di Byron si udirono lungo tutto il corridoio del Bunker. Spencer e Freddy entrarono nella camera dello scienziato. Era sul letto, le mani nei capelli e le lacrime che gli rigavano il viso. Rimasero sconcertati davanti alla scena che si trovarono davanti. 

"E' finita" mormorò Spencer.


Nota autrice:

Cosa sarà successo nella stanza di Byron? Suspense!  


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