Capitolo 8: Werfen

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Viktor era partito con solo sei uomini, nonstante avesse un numeroso esercito. Pensò che per catturare due scienziati, di cui uno anche vecchio, sei Potenziati erano più che sufficienti! Il viaggio non era lunghissimo, poco più di mezza giornata, ma la smania di arrivare a destinazione lo stava uccidendo. I nervi tesi, il respiro affannato ed il cuore che pulsava più del normale. Non vedeva l'ora di arrivare al Bunker, prendere il professore ed il suo assistente ed ucciderli. Non sarebbe stata una morte veloce. Si sarebbe goduto le loro grida e le suppliche affinché mettesse fine alla loro lenta agonia finisse. Erano anni che lo cercava ed ora era ad un passo dal catturarlo. Era stata sua madre, la Regina, a fargli capire il luogo in cui poteva trovarsi il laboratorio. Lo aveva fatto inconsapevolmente descrivendo i luoghi che aveva attraversato mentre la portavano nel laboratorio. Erano stati tutti bendati, ma il panno utilizzato per coprirle gli occhi era liso e così lei era riuscita a vedere il paesaggio. Lasciarono le auto a ridosso del bosco. "Proseguiamo a piedi". Il drappello di uomini seguì silenziosamente il loro Principe. Attraversarono il piccolo ruscello descritto da sua madre. La vegetazione in quel punto era folta: delle rocce affioravano ed un ponte molto dismesso faceva da cornice al paesaggio.

Viktor notò qualcosa che a occhio umano non avrebbe potuto scorgere. Sulla parete della roccia c'erano dei segni. Era una porta! Indicò ai suoi soldati l'entrata nascosta dai rami di alcuni alberi. Attesero il segnale del loro Prinţul. Freddie era come al solito nella sala di sorveglianza, ma le telecamere non riuscirono ad inquadrare i Potenziati perché erano troppo veloci. Si posizionarono davanti alla porta del Bunker. Viktor si avvicinò con lentezza esasperante. Freddie a quel punto lo vide e fece scattare l'allarme. Fu troppo tardi. Viktor sorrise davanti alla telecamera. Il suo sguardo metteva paura, era gelido. La pesante porta di acciaio si sbriciolò sotto i colpi dei sei uomini. Erano entrati.

"Spencer prendi Maya e fuggite. Il Bunker è stato violato. Io e Freddie cercheremo di trattenerli per darvi tempo" 

Non sarebbero riusciti a resistere a lungo, quei sei avevano appena spazzato via una porta di acciaio, ma Byron avrebbe dato la vita per Maya. Viktor entrò nella sala e si trovò davanti lo scienziato seduto sulla sua adorata poltrona. Accanto a lui un vigilante. "Salve, vecchio. Piaciuta la sorpresa?" lo derise avvicinandosi pericolosamente al viso di Byron. "Sinceramente non la conosco giovanotto e non credo di averla invitata a casa mia". Aveva paura ma doveva dare del tempo alla sua Maya. "Professore ha ragione, non mi sono presentato. Che maleducato. Sono Viktor Valentin Razcu anzi" sottolineò con un ghigno feroce "anzi, il Principe Viktor Valentin Razcu. Lei ha avuto l'onore di sperimentare il suo siero sui miei genitori". Byron impallidì. Non era possibile, il ragazzo davanti a lui era il figlio dei Razcu. Si ricordò della lettera inviata dal Sovraintendente del Distretto di Rora. Ma come era possibile? Da quanto ne sapeva i Potenziati non potevano concepire. "Per fortuna" si ripeté mentalmente lo scienziato. 

"Mia madre era incinta, professore. Sono il diretto discendente del suo esperimento, se così vogliamo dire". Afferrò la spalla dello scienziato che gridò per il dolore lancinante. Freddie si scaraventò su di lui, ma lo alzò in aria cose se fosse una piuma. I sei uomini sorrisero nel vederlo volare atterrando dall'altra parte della stanza.

"Maya ti prego". Spencer stava letteralmente trascinando via la ragazza che non voleva lasciare suo nonno da solo con quei pazzi. Potevano fargli del male o peggio ucciderlo. Lui era sempre stato gentile con lei, le leggeva le favole da piccola e l'aveva sempre trattata come una nipote, ecco perché lo chiamava nonno. "Scappa tu, io torno dal nonno" gridò esasperata a Spencer. Si liberò della sua stretta e torno indietro. "E' testarda come il professore, accidenti". La raggiunse e insieme si diressero verso il Bunker "Sai che se non mi uccidono i Potenziati lo farà tuo nonno?" Abbozzò un sorriso, tanto ormai la fine era vicina.

"Non..Osare..Toccarlo" scandì le parole con tutta la rabbia che aveva in corpo. Byron la guardò entrare nella sala come una furia. Bella come non mai. I lunghi capelli di Maya incorniciavano il suo viso arrossato, le labbra rosse e gli occhi che mandavano scintille. 

Spencer arrivò dietro di lei e vide  lo sguardo sconvolto del professore. Li avrebbero uccisi tutti e quattro. 

"E tu chi sei?" non ebbe risposta. Maya si avvicinò al ragazzo di fronte a lei e sfidandolo disse "Togli le tue sporche mani da mio nonno". Viktor scoppiò in una fragorosa risata. La nipote di Byron, una ragazza esile, osava tenergli testa quando i suoi soldati temevano anche il suo solo sguardo. Però doveva ammetterlo, quella ragazza era bellissima. Il vestito rosa assomigliava al colore del suo incarnato e quelle labbra gli fecero venire in mente pensieri poco casti, come caricarsela sulle spalle, buttarla su un letto e farla sua fino a sentirla urlare per il piacere. 

"Prendeteli tutti e tre. Si torna al Castello" intimò ai suoi soldati. 

"Tu no signorina, tu verrai con me. Il viaggio di ritorno sarà molto interessante" prese il braccio di Maya e, nonostante lei opponesse resistenza, la trascinò con sé. Arrivati alla macchina la fece entrare senza alcun tatto. "Non provare a scappare, altrimenti tuo nonno e quei due là dietro faranno una brutta fine". La fissò negli occhi e lei non abbassò neanche per un secondo lo sguardo. "Interessante" disse spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Angolo autrice: Werfen, in Austria, è una località famosa per la Eisriesenwelt, la grotta di ghiaccio più grande della Terra. Aperta ai visitatori offre uno spettacolo mozzafiato.

PROGETTO MAYADove le storie prendono vita. Scoprilo ora