il travestimento

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Fabrizio stava guardando da un'ora il suo armadio in cerca di un vestito adatto per l'occasione. Non sopportava i balli in maschera, li aveva detestati sin da piccolo. Odiava non sapere con chi si parlasse per tutta la serata, per poi salutarsi e non vedersi più.
Desiderava trovarsi altrove, in un bar magari, come tutti i ragazzi della sua età, ragazzi appena maggiorenni in cerca di divertimento per una notte. Invece no, doveva assistere i suoi genitori adottivi in quell'evento di beneficenza che ogni anno gli ricordava il suo passato, gli orrori che aveva dovuto subire quando si trovava  in orfanatrofio e ancora prima con la madre, di cui non ricordava nemmeno il nome.
Guardava quei completi troppo eleganti per la sua indole. Non riusciva a vedersi in giacca e cravatta per il resto dei suoi giorni a dirigere un'azienda per conto del padre. Voleva evadere da una realtà troppo soffocante, da quella ricchezza che lo faceva star male ogni giorno.
Mentre era immerso nei suoi pensieri la porta venne spalancata:"Fratellone dove sei? Mamma ti aspetta giù."
"Arrivo Mary, devo scegliere cosa mettere stasera."
In quel momento la sorellina entrò nella grande cabina armadio e abbracciò Fabrizio. La adorava, era perfetta, alta con lunghi capelli neri e un sorriso che avrebbe fatto innamorare chiunque. Una ragazza di sedici anni stupenda, che sarebbe diventata una donna fantastica:"Metti qualcosa di nero- disse lei- ti sta così bene quel colore..."
"Per una volta volevo evitare di vestirmi come se dovessi andare ad un funerale..."
"Ma smettila. Tanto ormai ci siamo abituati tutti alla tua allegria nel vestire. Magari stasera è la volta buona che trovi qualcuno..."
"Non urlare Mary, sai che potrebbero sentirci" disse guardando la finestra che si affacciava sull'immenso giardino di quella villa.
"Fratellone prima o poi lo scopriranno, non puoi fingere in eterno."
Fabrizio la guardò: solo lei sapeva che era gay e sapeva anche che non avrebbe potuto nasconderlo a lungo. Non quando i suoi genitori continuavano a procurargli appuntamenti su appuntamenti con nuove ragazze e lui rifiutava con delle scuse assurde ogni volta.
"Si ma non stasera Mary."
"Fai come vuoi...Fabri, mamma mi ha detto che ci sarà un nuovo ragazzo questa sera. Il figlio dei vicini, dovrebbe chiamarsi Ermes o qualcosa del genere."
*Ok come nome è strano* pensò Fabrizio.
" Va bene lo conscerò, ma adesso sparisci che mi devo cambiare."
La sorella uscì dalla stanza e Fabrizio di guardò allo specchio: addominali scolpiti e braccia tatuate dominavano quel corpo abbronzato che faceva gola a molte ragazze. A questo pensiero sorrise e seppe cosa indossare, magari il suo colore gli avrebbe portato fortuna quella sera.
             Intanto nella casa vicina
"Ermal sbrigati, facciamo tardi alla festa"
"Arrivo mamma!"
Ermal era fermo davanti alla finestra di camera sua e guardava la villa in cui si sarebbe svolto l'evento benefico. *Un ballo in maschera, non va più di moda dagli anni '80 ma c'è ancora gente che lo ritiene importante" pensò fra sé. Prese dall'armadio i vestiti per la sera: pantaloni in pelle e camicia bianca con giubbino blu. Voleva essere casual.
"Se ti vesti così giuro che ti chiudo in camera e non ti faccio uscire" disse suo fratello Rinald, che era entrato in camera sua, ovviamente senza bussare.
"Ciao fratello come stai? Non si usa più l'educazione? E bussa quando entri! Pensa se non fossi stato solo?!"
"Ma piantala che l'ultima volta che eri in compagnia qui dentro era con Sabina prima che si trasferisse per l'Erasmus"
Amava quando suo fratello gli rinfacciava di non avere nessuno con cui passare il suo tempo libero...ma non voleva deprimersi, non quella sera:"Sentiamo comei devo vestire?"
Rinald lasciò i pantaloni, prese il chiodo in pelle nera e una maglietta bianca semplice, con una chiave di violino sul petto.
"Così, non come It."
Ermal scoppiò a ridere.
"Dai che magari ti trovi il principe e smetti di farti i film ment..."
Non finì di parlare che l'altro gli tirò un cuscino in faccia facendolo cadere.
"Fuori da camera mia!"

Ermal uscì dalla casa e si avviò verso i vicini. Aveva indossato una maschera nera, senza fronzoli, che era in parte coperta dai ricci neri che cadevano scomposti sulla sua fronte.
All'entrata vide un ragazzo e una ragazza che si abbracciavano teneramente e provò invidia davanti a quell'amore che lui mai aveva provato. Fu colpito da lui: jeans neri strappati, maglia nera con scollo a "v" e una camicia larga nera. I capelli non vedevano un pettine da circa un paio d'anni minimo, ma non gli dispiaceva nonostante fosse da sempre un maniaco dell'ordine. La sua maschera era identica alla sua.
Gli occhi dei due ragazzi si incontrarono e in entrambi scattò qualcosa dentro di loro. Ciò li portò ad avvicinarsi e a stringersi la mano:"Ciao" dissero in coro. Alle loro spalle, Rinald e Mary si scambiavano sguardi complici.

Spazio autrice
Ciao a tutti! Voglio cimentarmi anche io in una fanaction, quindi fatemi sapere se volete che continui...ho in serbo qualcosa di "speciale"😉
Dani.

Il ballo in mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora