il bacio

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Fabrizio accarezzò quella guancia che tanto aveva desiderato sentite sotto la sua mano, mentre guardava Ermal che aveva gli occhi chiusi, quasi volesse bearsi di quel tocco tanto agognato e che mai avrebbe creduto si potesse avverare.
D'un tratto Ermal fissò gli occhi dell'altro e sorrise.
"Perché sorridi?" chiese Fabrizio.
"Perché tu mi fai stare bene"
Lo baciò. Non un bacio violento, un semplice tocco di labbra che racchiudeva tutte le emozioni e le parole non dette durante quella serata. Non voleva forzare quel ragazzo dai capelli ricci che tanto desiderava avvolgere tra le sue dita, quindi tenne a freno i propri istinti e desideri più nascosti.
Si stupì della reazione di Ermal: questi gli mise una mano fra i suoi capelli che mai avevano avuto una forma esatta e avvicinò la testa per prolungare quel contatto.
Fabrizio, a corto di fiato, si staccò controvoglia e gli fissò quelle labbra sottili che avrebbe voluto sentire su tutto il corpo, come se volesse chiedere all'altro il consenso.
Ermal annuì e ricongiunse quelle bocche che continuavano a cercarsi, introducendo la lingua in quella dell'altro, che gemette a quel contatto, sia perché inaspettato, sia per il desiderio che si era finalmente avverato. Continuarono a baciarsi avvolgendosi nelle rispettive braccia sino a quando le prime gocce di pioggia non fecero capolino in quella notte scura, ma che per loro aveva la stessa luce di una giornata di agosto.
"Riccio sarà meglio andarcene da qui, non voglio che ti ammali" disse Fabrizio prendendolo per mano a iniziando a correre.
"Come mi hai chiamato?" domandò l'altro ridendo.
"Riccio...-rispose Fabrizio fermandosi-non ti piace?"
"Ma certo che mi piace mio piccolo pescatore" ribattè Ermal baciandolo.
Fabrizio lo portò nella casa del custode, deserta da alcuni anni dopo che avevano deciso di occuparsi loro stessi di quel parco che circondava la dimora, e lo fece accomodare in soggiorno:"Prendo degli asciugamani, siamo completa bagnati, dobbiamo asciugarci altrimenti rischiamo una polmonite."
Si voltò per andare nel piccolo bagno si servizio, quando Ermal lo prese per un braccio e lo spinse contro il muro:"Mi piace come idea quella di asciugarci, sarebbe ancora meglio se ci togliessimo questi abiti" disse baciandolo delicatamente per poi riversarsi sul collo dove lasciò dei piccoli morsi alternati a baci che determinarono dei segni viola su quella meravigliosa pelle già abbronzata.
Fabrizio sorrise beandosi del contatto dell'altro, ma non sopportava essere guidato, non era nella sua natura. Così capovolse le posizioni, inchiodando Ermal alla parete e togliendogli la giacca:"Forse sarà meglio fare come hai detto tu." concluse prima di baciarlo.
I baci divennero famelici, infuocati, fatti di istinti per troppo tempo sepolti. Fabrizio tolse la maglia a Ermal, scoprendogli i pettoeali appena accennati che riempì di morsi e baci beandosi dei gemiti dell'altro, che si mordeva il labbro nel tentativo di contenerli.
"Perché tenti di tacere?" chiese Fabrizio.
"Non voglio che ci sentano..."
"Qui non c'è nessuno."
"Ah, meglio così allora..."
Ermal lo spinse lontano da sé e per poco Fabrizio non cadde inciampandosi nei suoi stessi piedi, ma Ermal lo bloccò subito contro lo stipite di una porta, togliendogli la camicia e la maglia, rivelando un petto coperto da tatuaggi, che accarezzò dolcemente provocando dei brividi all'altro che si irradiarono in tutto il corpo.
"Riccio..."
"Non dire niente. Baciami"
Fabrizio aprì la porta, rivelando una camera da letto spaziosa. Prese l'altro in braccio e lo portò sul grande letto che dominava quella stanza. Ricominciò a baciarlo portando lentamente le mani ai pantaloni dell'altro, slacciandoli e togliendoli con una lentezza estenuante che portò Ermal e sedersi sul bordo del letto e a guardarlo negli occhi, prima di avventarsi sui jeans dell'altro e provandolo in un colpo solo anche dei boxer, scoprendo il membro già eccitato,così perfetto che sembrava chiamarlo. Non lo fece attendere e lo prese tra le sue labbra, iniziando a leccarlo piano per poi aumentare la velocità, giungendo a morderlo, mentre Fabrizio riempiva la stanza di gemiti che rimbombavano insieme ai tuoni di quel temporale, che finalmente si era deciso a cadere.
Fabrizio non resistette più e lo spinse sul letto nuovamente, privando anche l'altro dei boxer e iniziando a compiere dei movimenti decisi con la mano, mentre l'altra era alla bocca di Ermal, che ne inumidiva le dita e poi la portava verso la sua intimità più nascosta, facendola accarezzare dal tocco di Fabrizio.
Quest'ultimo spinse una falange interamente dentro l'altro, che si contorse per il dolore, ma guardo il ragazzo implorandolo di continuare, cedendo al suo cuore piuttosto che al dolore.
Fabrizio entrò con un altro dito e quando fu sicuro di aver preparato il riccio a sufficienza, sostituì alla mano il proprio membro, che iniziò a entrare nell'altro, mente Ermal piano piano sostituiva al dolore gridi di piacere che sovrastavano i tuoni.
Fabrizio prese a muoversi portando le gambe dell'altro sulle sue spalle e ricongiungendo le labbra. La stanza era riempita dalle loro urla ed entrambi vennero contemporaneamente, guardandosi nei loro occhi, che mai avrebbero voluto abbandonare.
Fabrizio fece per togliersi da Ermal, ma lui lo fermò:"Resta qui, non voglio smettere di sentirti."
Fabrizio lo guardò e riprese a muoversi, dapprima lentamente, poi aumentando la velocità, sino a portare entrambi nuovamente al limite e liberare il proprio orgasmo ancora e ancora, per tutta la notte.

Spazio autrice
1) scusate ma è la prima volta che scrivo scene del genere e non sono molto brava
2) è solo l'inizio ( a buon intenditore poche parole 😉)

Il ballo in mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora