il passato ritorna

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"Allora io e Silvia stavamo insieme due anni fa. Eravamo entrambi troppo piccoli per capire certe cose e siamo andati oltre. Troppo oltre. Rischiò di rimanere incinta, ma ancora oggi non so se i suoi la fecero abortire o se effettivamente fu un falso allarme. Fatto sta che da quel momento le cose fra noi iniziarono a naufragare e dopo poco la lasciai.
Sua madre non mi perdonò il fatto che io abbia quasi rovinato la vita alla figlia e io non volevo credere che avresse fatto morire mio figlio.
Non sto dicendo che se fosse rimasta incinta ci saremmo spostati e vissuto felici e contenti, visto che lei dopo mi tradì con due uomini diversi ma io lo seppi solo l'anno scorso.
Infine io ho scoperto cosa sono davvero:amo te Fabrizio, più di ogni altra cosa, non voglio una donna al mio fianco, voglio solo te."
"Mi stai dicendo che ti sei trasferito qui sapendo che ci stava la tua ex?"
"No, non lo sapevo. Per quanto mi riguarda lei era a Roma..."
"E come fa a sapere dove abiti?"
"Ieri sera mi ha sentito cantare"
"Cosa?"
"Questo - scese dal letto rimettendosi i boxer e sparì in camera sua, ritornando con una chitarra e sedendosi sul bordo del letto-
Nove primavere,
Nove inverni
Altrettante estati
E dopo quegli autunni
Ci piacevano da matti
Quattro case, tre traslochi,
3400 giorni in due
Libri, storie buone
Ti racconto cose,
Sai stasera
Non mi va di uscire
Ti va bene cucinare?
Pure due spaghetti, due
Se li fai come sai fare tu
Va bene
Torno tardi, mangia pure
Non mi devi più aspettare
Spegni quella luce amore
Fa un casino di rumore
Forse mi alzo, forse scrivo
Nella testa una canzone
Come un temporale
Che non vuole cadere
Sono solo lacrime
E non è proprio niente di speciale
Una per ogni passo fatto insieme
Una per tutte quelle notti svegli ad ascoltare canzoni d'amore
Quelle che fanno sempre stare male
Una per ogni piccola emozione
I tuoi vestiti in sette borse
Ed una in più perché
Ti voglio bene
Cinema poi pizza e birra
Passeggiata verso casa
Com'è grande questa luna
che assomiglia a quella nostra
Ti ricordi? Era bella come te
che eri bambina
Adesso sei una meraviglia
Dici che mi devo
prender cura di me stesso
Adesso che non è lo stesso
Adesso che è cambiato tutto
Ma l'unico modo
che conosco per volermi bene
È attraverso te
Sì, attraverso te
Sono solo lacrime
E non è proprio niente di speciale
Una per ogni passo fatto insieme
Una per tutte quelle notti svegli ad ascoltare canzoni d'amore
Quelle che fanno sempre stare male
Una per ogni piccola emozione
I tuoi vestiti in sette borse
da portare chissà dove
Chissà dove
Non lo sai che sta piovendo
perché ci stiamo lasciando
Altrimenti sai, mica pioveva così tanto
E queste nuvole d'acciaio
fanno sparire il cielo,
vedrai che tornerà sereno
Domani tornerà sereno
Sono solo lacrime
È solo scienza e la si può spiegare
È solo un po' di acqua con il sale
È solo un'occasione per cantare a bassa voce una canzone d'amore
Di quelle che ti fanno un male cane
Ma che la scienza non ti può spiegare
Non c'è niente da capire
Sono lacrime perché
Ti voglio bene...
Ermal la cantò ad occhi chiusi, non vedendo gli occhi di Fabrizio riempirsi di lacrime e lasciarle scorrere sulle sue guance, singhiozzando copiosamente e cercando di farlo in silenzio, perché non voleva interrompere quella dolce melodia che tanto faceva male alla sua anima e si instaurava nel cervello.
Ermal aprì quelle piccole fessure scure che per il romano erano le porte del paradiso e si accorse dello stato dell'altro.
"Brì non piangere ti prego."
"Non ci riesco. Ti ho trattato come un cane..."
"Così fai piangere anche me ti prego..."
"No adesso ascoltami. Ho sbagliato ok? Ho fatto un errore terribile. Avrei dovuto parlarti, spiegarti come è il mio mondo e trovare insieme una soluzione per far combaciare i nostri desideri. Ermal io sono pronto a cambiare per te, a lasciare tutto e a stare con te come tu desideri. Promettimi solo che non mi lascerai mai, solo questo."
"Lo prometto Fabrizio."
Lo baciò. Fu un tocco casto, senza pretese di alcun genere, senza forzature. Solo amore.
Il campanello suonò di nuovo.
Ermal, scocciato visibilmente, andò ad aprire.
"Silvia si può sapere cos..." si bloccò. Davanti a lui non c'era la sua ex, ma una ragazza bruna, dalla pelle ambrata e con le braccia conserte...sembrava furente.
"Ascoltami un secondo caro il mio vicino. Sono la coinquilina di Silvia e ti sarei pregata se per favore non facessi troppo baccano con quella tua chitarra del cazzo. Con tutto il rispetto, suoni anche bene, ma io ho un bambino piccolo da far addormentare e tu stai... Fabrizio?" disse rivolto al romano che si era vestito ed era apparso alle spalle del riccio.
"Giada?"
"Cosa ci fai...no aspetta è evidente: ma che sei diventato gay?"
"Tu la conosci?"disse Ermal.
"Ti spiego dopo" rispose in un sussurro, ma lei lo udì distintamente.
"Ti spiego io e anche subito se vuoi."

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