il risveglio

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Il primo che aprì gli occhi fu Fabrizio, che guardò Ermal in tutto il suo splendore: il petto nudo si alzava e si abbassava lentamente, piccole cicatrici costellavano quella meravigliosa pelle che non vedeva l'ora di baciare nuovamente. Il lenzuolo era arrotolato intorno alle gambe del ragazzo offrendo all'altro la vista della sua intimità. Lo fece sorridere il ricordo della notte appena passata insieme, si soffermò su quelle labbra, quanto piacere gli avevano creato in poche ore...e quando gliene avrebbero creato in futuro, perché lui non l'avrebbe mai lasciato solo. Doveva solo essere sincero ancora su un piccolo particolare, forse non così insignificante, ma ci avrebbe pensato dopo.
Ermal emise dei mugolii e aprì gli occhi, incontrando subito quelli del suo "pescatore" ed istintivamente si alzò di scatto per far combaciare con le sue quelle labbra carnose.
Fabrizio fu preso dalla sprovvista e ricadde sul letto, mentre Ermal prontamente gli si mise a cavalcioni, mettendo a contatto quelle due intimità che si appartenevano a vicenda. Continuarono a baciarsi per mezz'ora, quando il cellulare del riccio squillò, mettendo in evidenza il viso del fratello. Con delicatezza scese dal corpo del compagno? ragazzo? Boh non sapeva come definirlo, ma lo faceva star bene e questo per il momento bastava.
"Pronto Ri?"
"Ermal dove cazzo siete potete dirmelo?"
"Dove sia..."
"Sappiamo che siete insime...io e Mary...ma non tutti gli altri."
"Ci stanno cercando?"
"Non ancora, ma lo faranno presto"
"Tienili occupati, stiamo arrivando"
Si voltò verso Fabrizio, che era rimasto sdraiato sul letto ignaro di tutto.
"Dobbiamo andare"
"Ancora cinque minuti"disse l'altro tirandolo a sé e ricominciando a baciarlo.
Ermal cedette e si trovarono a rifarlo nel letto che era stato testimone della loro prima unione, Fabrizio si spingeva delicatamente dentro l'altro, che venne copiosamente dopo alcune spinte ben assestate alla prostata.
Ermal tentò di capovolgere le posizioni, ma Fabrizio non lo permise e lo schiacciò quasi contro il materasso, strusciandosi sul ragazzo in modo da causargli un'erezione che sarebbe stata alquanto difficile da nascondere.
Controvoglia si dovettero dividere. Si rivestirono e ritornarono alla casa di Fabrizio, dove la madre lo abbracciò appena lo vide.
"Dove eri?"
"Sono andato a fare due passi con Ermal, mi sono svegliato presto stamattina e..."
"Ma con i vestiti di ieri sera?"
"Sai che sono pigro"
"Chissà cosa avranno pensato i vicini. Ermal perdonalo per questa sua sciatteria."
"Si figuri signora, anche io non sono da meno."disse guardandosi gli abiti, sgualciti dopo un'intera nottata passata alla rinfusa sul pavimento. Rinald sapeva di quanto il fratello adorasse l'ordine, era quasi la sua principale ossessione, per questo appena Ermal pronunciò quella frase si ingozzò con l'acqua che stava sorseggiando. Ovviamente Mary fu pronta a calmare quei colpi di tosse con dei buffetti sulla schiena. Quei due erano praticamente inseparabili.
Ermal rivolse al fratello un'occhiata a metà tra la rabbia e il divertito e tornò a fissare la madre di Fabrizio, che intanto continuava a scusarsi per il comportamento del figlio.
I due amanti si allontanarono dagli altri in tarda mattinata, con la scusa di dover accompagnare Ermal a casa per prendere dei nuovi vestiti.
Entrati nella camera del riccio, Fabrizio lo spinse sul letto e gli bloccò i polsi ai lati della testa:"E così-disse lui alternando le parole ai baci- non sei amante dell'ordine? Peccato per la tua camera...che non ha nemmeno un foglio fuori posto."
"Se volevi che andasse avanti a far domande bastava dirlo"
"Zitto non parlare"
Fabrizio scandì quelle parole lettera per lettera, destando in Ermal paura, che lo portò a ribellarsi a quella stretta di polsi e a quei baci che sapevano di passione:"Perché fai così? Che ne hai fatto del Fabrizio di stanotte?"
Ecco, l'aveva capito. Aveva capito che era diverso dagli altri e non perché fosse gay, c'era dell'altro.
Si sdraiò accanto al ragazzo e prese a giocare con i suoi ricci, soffici e belli anche di prima mattina.
"Prima di continuare devi sapere una cosa..."
"Fabri mi stai spaventando..."
"Vieni con me."
Gli prese la mano e nonostante l'iniziale perplessità il giovane ricambiò la stretta e seguì il ragazzo.
Attraversarono il giardino della villa e tornarono nella ex casa del custode.
"Perché siamo qui?"
"Aspetta" disse Fabrizio cercando una chiave nella tasca dei jeans dopo aver aperto la porta principale.
Lo condusse lungo il corridoio, mentre Ermal rivedeva i ricordi della notte precedente più vivi che mai davanti ai suoi occhi scuri, sino ad una porta nera, chiusa da un lucchetto. Non si stupì quando Fabrizio la aprì con un movimento deciso della maniglia, dopo aver gettato il lucchetto sul pavimento provocando un colpo sordo che fece sobbalzare il riccio.
Quando la porta si spalancò e l'altro accese la luce, Ermal rimase pietrificato davanti a ciò che vide, indietreggiò e disse:"Ma cosa sei tu?"
"Posso essere il tuo peggiore incubo, ma anche l'angelo che ti porta le gioie dell'inferno" disse l'altro tendendogli la mano.
"Cosa vuoi farmi?" rispose Ermal con la voce incrinata dallo spavento.
"Niente."
Ermal strinse quella mano e seguì l'altro nella stanza...dalle pareti rosso scuro.

Il ballo in mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora