Ermal entrò in quella camera e Fabrizio chiuse la porta con un colpo sordo, spingendolo contro il legno dipinto di nero che lo separava dal mondo esterno, che da adesso, ne era sicuro, avrebbe visto in modo diverso, completamente diverso.
Fabrizio si avventò sul collo del giovane, togliendogli il respiro per la sorpresa e prese a leccarlo sensualmente dal mento sino all'inizio delle scapole, provocando nell'altro dei gemiti soffocati con degli audaci morsi di labbra, il cui sangue si mischiava alla salita nella bocca del riccio.
"Non trattenerti- disse Fabrizio staccandosi per un attimo dalla presa- ti voglio sentire"
"Non voglio che mi sentano da fuori"
"Amo, è insonorizzata questa stanza, non credo che voglia farla scoprire a tutti, non credi?"
Ermal scoppiò a ridere al pensiero della madre dell'altro che entrava in quella camera, ma Fabrizio racchiuse quel sorriso nelle sue labbra, unendole a quelle dell'altro ed introducendo la lingua, che cercò l'altra come se fosse in astinenza da lungo tempo.
Fabrizio non resisteva più e trascinò Ermal sul letto, coperto da lenzuola rosse, legandogli le braccia e le caviglie ai quattro angoli del materasso, ai quali erano fissati dei moschettoni.
Prese le forbici e guardò l'altro.
"Non ti azzardare. Slegami e toglimi i vestiti in modo civile..."
"Chiudi la bocca"
"Sleg..."ma Fabrizio aveva già tagliato i pantaloni, allora decise di sopportare che lui lacerasse i suoi abiti e chiuse gli occhi sperando che finisse presto.
Dopo aver tagliato i pantaloni e la maglia, Fabrizio prese una cravatta da un cassetto e la legò attorno alla bocca del compagno, che lo guardava con gli occhi sbarrati.
Poi prese un frustino e prese e tracciargli il perimetro di ogni altro con lentezza estenuante.
Ermal non riusciva a trattenersi:per quanto quel contatto fosse strano, gli occhi di Fabrizio lo tentavano troppo per non suscitare quella nota reazione: i boxer avevano un rigonfiamento al centro e lui era bloccato senza la possibilità di soddisfare quel bisogno.
Fabrizio se ne accorse e, con un sorriso a metà fra il malefico e il divertito, prese le forbici e tagliò lungo le cuciture dell'indumento. Ermal cercò invano di sottrarsi all'altro, i suoi lamenti erano soffocati dalla cravatta:quel bastardo l'aveva imbavagliato.
Fabrizio si tolse la maglia con una lentezza disarmante,mentre il membro dell'altro, ormai libero, era completamente eretto. Con la stessa lentezza tolse i pantaloni e i boxer in un colpo solo. Guardò Ermal e si masturbò davanti agli occhi sbarrati dell'altro, che lo fissava sbalordito: non era sicuro che gli piacesse quello che stava facendo. Lo faceva sentire impotente, sottomesso...ora capì tutto: Fabrizio era un dominatore. Ingoiò a vuoto all'immagine di quel pensiero che stava diventando realtà davanti a sé.
Il suo bel pescatore si avventò su di lui come un leone sulla sua presa e prese a leccare in modo scomposto il pene dell'altro:"Non venire, altrimenti te ne pentirai...capito?"
L'altro annuì. Lottò con se stesso per non cedere, non voleva sapere quale sarebbe stata la punizione. Gli faceva abbastanza paura già adesso.
Intanto la bocca di Fabrizio si interessò ai testicoli del ragazzo, leccandoli in modo lascivo e provocando nell'altro una serie di scosse e di brividi che si concentrarono nel basso ventre, già al limite dello sforzo.
Ermal iniziò a divincolarsi e a gemere, attirando l'attenzione di Fabrizio, che inserì due dita nella fessura del riccio, provocandone un gemito di dolore, che venne quasi subito sostituito da urla di piacere. Slegò le caviglie del riccio e mise le sue gambe sulle spalle e sostituì alle dita il suo membro, iniziando a pompare in modo secco e deciso, colpendo la prostata ad ogni spinta.
Ermal guardò l'altro implorando una specie di pietà, che Fabrizio concesse quando prese il membro del giovane tra le labbra dicendogli:"Vieni per me"
Ermal si svuotò nella bocca del compagno, che ingoiò il seme senza sprecarne una goccia. Con una mano abbassò il bavaglio al ragazzo, rimanendo sempre dentro lui, baciandolo in modo passionale e continuando a spingere.
Quando fu al limite si mise a cavalcioni sull'altro e disse:"Succhia"
L'altro lo prese in bocca e succhiò meglio che potè. Fabrizio venne nella sua bocca con un suono gutturale e si sdraiò su Ermal, iniziando a baciarlo e a prendere nella sua bocca il suo stesso seme, fino a quando entrambi non sentirono il sapore delle proprie salive e le lingue intrecciarsi senza ostacoli di alcun genere.
Fabrizio di sdraiò accanto a Ermal slegando i polsi e lo tirò a sé abbracciandolo:" Non dici nulla? Parla ti prego"
Ermal si guardò intorno per la prima volta:un letto a baldacchino, rastrelliere con fruste di ogni tipo, un quadro svedese, cassettiere e portagioie che contenevano chissà quali oggetti.
"Penso che tu sia pazzo"
"Di te sicuramente"
"Ma vaffanculo-disse cercando di essere offeso ma ottenendo solo una risata acuta- mi hai stracciato dei buoni abiti, scopato come se fossi in astinenza da anni,legato peggio di un salame e ti aspetti che commenti tutto?"
"Primo ero in astinenza si, non è facile trovare qualcuno che sia disposto a fare questo..."
"Bastardo a me non l'hai chiesto"
"Non l'ho fatto perché ti amo e non volevo che mi lasciassi. Ora sai come sono. Non fingerò più."
"Mi farai provare?"
"Scordatelo."
"Addio- disse alzandosi, ma l'altro lo tirò verso di sé e solo allora potè vedere in segni dei moschettoni e delle corde sulla pelle- ma che cazzo ti dice il cervello?"
"Erm io non..."
"Ti darò la tua stessa medicina lurido coglione...con quanti hai fatto sta cosa sentiamo..."
"Una ragazza, ma fu due anni fa. Con un uomo mai."
"Una ragazza?!"
"No,non sono etero se è questo che insinui. Volevo solo capire cosa ero, tutto qui."
"E l'hai capito?"
"Non mi voglio allontanare da te più di così, non ti pare abbastanza chiaro?"
"Rimane che per le corde dobbiamo trovare una soluzione"
"Dobbiamo?"
"Si, se vuoi rifarlo..."
Un bacio gli inchiodò le labbra.
"Ti amo ricciolino."
"Ti amo anche io pescatore."
"Ancora con questa storia?"
"Preparati" disse baciandolo e inserendo la lingua.
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Il ballo in maschera
Romanceovviamente si capiscono i protagonisti. Gli eventi sono frutto di fantasia e di una mente che shippa troppo quei due insieme...