Capitolo III

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(DEMI LOVATO HEART ATTACK - DEMI LOVATO GIVE YOUR HEART A BREAK)


"Eccoci! Questa sarà la tua stanza.." mi mostra la stanza abbastanza spaziosa con pareti color canna da zucchero e assi di legno come pavimento, con un letto grande e pieno di piccoli cuscini nel mezzo. Poi continua dicendo, " proprio accanto alla mia." io mi giro e vedo il suo sguardo volgersi al trove come per fingere che non abbia detto nulla ed io faccio la stessa cosa. "Davvero graziosa..sia la casa che questa camera." mi avvicino al mobiletto di legno, abbinato al pavimento, dove già so metterò i miei panni. "Beh per qualsiasi cosa chiama." dice lasciando la valigia sul letto e dirigendosi verso la porta per andarsene. Poi il mio corpo reagisce d'istinto (non so come però) "Aspetta Dylan!" lui si gira di colpo verso di me ed io spalancando gli occhi mi chiedo che cosa sto facendo. "C'è qualcosa che non va Lory?!?" non appena mi chiama così le mie labbra si bloccano ed è come se mi sciogliessi tutta insieme. "Susa non dovevo .. volevo dire Loreen." si riprende prima che io possa dire qualcosa. "Io volevo solo dire che..voglio ... (neanch'io riuscivo a capire a che punto volevo arrivare) voglio solo poter passare delle belle vacanze senza finire a litigare..spero che potremmo andare d'accordo." lui si limita ad uscire dalla mia camera con un cenno di consenso e chiude alle sue spalle la porta.

'Mi sembro proprio una stupida ora!!!' penso. Poi non appena ripenso a come mi ha chiamata torna un altro ricordo...

_FLASHBACK_

Eccoci! E' il momento di andare al ballo.

Indosso un lungo vestito color turchese con un leggero velo su tutta la gonna ed il corpetto ricoperto da brillantini che raffigurano dei fiori. I capelli raccolti in una mezza coda con i boccoli che ricadono sulle mie spalle ed un trucco leggero che metteva in risalto il mio sguardo spaventato, per quel che mi era stato detto da quel pazzo di Uriah sul conto di Dylan; ero davvero spaventata, sapendo anche che era in grado di fargli davvero del male visto che negli ultimi anni era stato in carcere almeno 3 volte per aver pistato se non ridotto a livello vegetativo dei ragazzi. La paura incombeva su me ma ero propensa ad andare avanti per non destare sospetto.

Mentre scendevo le scale notai lo sguardo puntato su di me della mamma e di Dylan che già era lì ad aspettarmi. "Sei bellissima tesoro!" dice mamma commuovendosi. Sorridendo con lo sguardo basso mi dirigo verso il mio ragazzo che, afferrandomi per il mento, mi bacia . "Sei favolosa Lory" quel nomignolo me lo aveva dato tempo prima per ricordarmi tutte l volte che mi aveva definita: bella, stupenda o, in questo caso, favolosa ed avvolte si limitava a dire solo 'Lory' per farmi comprendere dove voleva arrivare. "Possiamo andare." dico dirigendomi verso la porta di casa. "Aspetta ho una cosa per te." dice nascondendo una mano dietro la schiena e non appena la tira fuori i miei occhi brillano come non mai: tra le mani aveva una rosa, il segno del nostro amore.

Sin dai nostri primi appuntamenti mi portava una rosa definendola il simbolo del nostro 'AMORE', e mene portava sempre una per ricordarmi che 'mi amava e che non sarebbe cambiato nulla da un giorno all'altro'.

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Lasciandomi alle spalle tutti i ricordi mi incominciai a preparare per la cena.

Afferro un vestito dalla valigia prima di sistemare il resto dei miei indumenti nei cassetti o sulle stampelle nel piccolo armadio a due ante.

Il vestito di un tessuto fino e leggero color senape ricadeva fino sotto i miei polpacci per finire sulle mie scarpe a stivaletto nere con un leggero tacco quadrato. Raccolgo i capelli in uno chignon leggermente sbarazzino e aggiungo al mio trucco un tocco di colore con un ombretto color cipria glitterato.

Sono le 19.00 e sono stata avvertita da Melinda che la cena sarà pronta per le 19.20, così decido di scendere lo stesso così da non sembrare la tipica asociale della situazione, infatti non appena entro in salone dove si trovano mio padre, Marck (il papà di Dylan e Melinda) e il ragazzo biondo, mio padre afferma subito la mia ipotesi. "Pensavo che scendessi più tardi e ti rinchiudessi come al solito in camera per ascoltare la musica?!" faccio finta di non aver sentito e mi siedo accanto a lui sul divano; lo sguardo di quel ragazzo è puntato su di me e mi fa sentire sempre più a disagio, sopratutto per i suoi sorrisetti che avvolte mi irritano parecchio.

"Tutti a tavola!" annuncia la mamma di Dylan e Melinda - Jennifer - portandosi dietro una bella pentola, sicuramente ripiena del suo buonissimo stufato alle verdure. "La cena è pronta!" continua dicendo mia madre che la segue con il resto della cena, aiutata da Melinda.

Seduti tutti a tavola, mentre mia madre e Jennifer preparano i piatti a tutti, mi sento dire.. "Perché non prendi esempio da Melinda e la prossima volta non vieni ad aiutarci anche tu in cucina?!?" la voce di mia madre mi irrita quando fa certi discorsetti, sopratutto se mi riprende davanti agli altri. "Tranquilla Danniel! Non ce n'era bisogno..sicuramente tua figlia era molto stanca a causa del viaggio e si è rilassata un pò.." Il fatto che Jennifer continui tuttora a prendere le mie difese mi fa sentire più rilassata; sin da quando la conosco Jennifer è sempre stata una brava donna di casa e ogni volta che mi cacciavo nei guai o venivo ripresa lei cercava di aiutarmi in qualsiasi modo, e gliene sono grata per questo.

Durante la cena non si sente volare una mosca, forse a causa del buonissimo stufato alle verdure di Jennifer e del dolce realizzato da me e la mamma. "Davvero ottima la cena devo dire." dice pieno mio padre toccandosi la pancia che sembra essergli cresciuta dopo la cena. "Si anch'io ho gradito molto." afferma sorridente il padre dei ragazzi, il signor Marck. Nonostante sia finita la cena restiamo tutti a tavola per poter continuare i nostri discorsi, solo che io sono su tutt'altro mondo e non ascolto affatto quel che dicono e sembra far lo stesso anche Dylan che inizialmente fissa il suo piatto vuoto e poi alzando la testa fissa me: i suoi occhi chiari mi mettono agitazione, infatti incomincio a guardarmi attorno alla ricerca di una soluzione ma sembra impossibile. Anche se cerco di non pensarci e guardo altrove, sento ancora il suo sguardo puntato su di me..come se lo facesse di proposito.

"Scusatemi ma sono molto stanca forse è meglio che vada a letto.. (mi alzo dando la buona notte ai miei).. Buonanotte a tutti." concludo salendo le scale di legno fino a chiudermi nella mia stanza, che sembra racchiudere un calore gratificante .

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