Capitolo XV

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(CENTURIES FALL OUT BOY - ONE REPUBLIC COUNTING STARS)


Il dolce rumore dell'acqua dei ruscelli che torna a scorrere dopo diversi giorni che era stata congelata dal freddo inverno che era arrivato. Il dolce suono dei piccoli uccellini che cantano e tornano a cinguettare scorrazzando nel cielo limpido.

E' proprio una splendida giornata oggi qui tra le montagne !

Sono passati 2 giorni dall'arrivo di Max e da quel litigio a cena tra me e Dylan. Da quel momento non ci siamo più rivolti nemmeno una parola se non uno sguardo quasi di sfida.

Non riesco proprio a capire perché si sia comportato così e perché continui a stare sulle sue senza nemmeno venire a parlare da me.


Mentre tranquillamente torno alla baita dove si trovano tutti gli altri, sento squillare il mio cellulare : si tratta di mia madre.

*Tesoro tra quanto sei qui?* *Sto arrivando non preoccuparti* *Abbiamo una riunione da fare per decidere cosa fare stasera.* *ok. arrivo.*





Arrivata alla baita trovo Max fuori seduto in veranda ad aspettarmi. "Come mai non sei dentro con gli altri?" domando avvicinandomi alla porta d'ingresso. "Ti stavo aspettando..e poi preferisco non stare in una stanza con Dylan se non ci sei tu a controllare la situazione." risponde facendomi sorridere mentre scuoto contemporaneamente la testa.

"Eccomi!" dico accomodandomi sul divano accanto al mio amico e a Melinda, "Allora..cosa si fa stasera?" domando cercando di guardare il ragazzo seduto difronte a me che non fa altro che fissarmi con quello sguardo arrabbiato e serioso. "Pensavo ad una cena fuori. Che ne pensate ragazzi?" ci chiede Marck. "Si. Una serata diversa dalle altre non ci farà male." dice Max annuendo. "Per me è uguale va bene tutto." dico sorridendo. "Certo che a te va bene tutto, non controbatti mai quando qualcuno propone qualcosa." dice infastidendomi Dylan . "Mentre tu lo fai troppo spesso, per questo ti irriti facilmente!" rispondo a tono proprio come lui. "Adesso basta!" dice intervenendo Marck. "Ma la volete mettere di comportarvi come due ragazzini che si fanno i dispetti a vicenda?!" dice arrabbiandosi Daniell. Il suo sguardo resta su di me per qualche altro minuto, poi scappa via rifugiandosi nella sua stanza sbattendo forte la porta.

Quando poi i genitori stufi della situazione decidono andare in cucina.. "Perché non la smettete di fare così e non fate pace?" chiede stanca Melinda. "Il fatto è che lui non prova nemmeno ad essere gentile e a far pace, non fa altro che attaccarmi per cose inutili e che non hanno senso." rispondo buttandomi all'indietro sul divano. "Secondo me invece ciò che dice ha senso, solo che non è nel contesto giusto." risponde Max. "Cosa vuoi dire con questo?" chiedo lui, rubando un cuscino dal divano e stringendolo sulla mia pancia. "Il fatto è che lui ..è sicuramente ancora innamorato di te, ma ha paura di ammetterlo e per questo cerca di fare il duro e dare la colpa agli altri di ciò che tempo fa è successo tra voi." dice fissando sia me che Melinda, mentre noi rimaniamo un pò scosse. "Ma che senso avrebbe attaccarmi?" chiedo sedendomi nuovamente composta accanto a lui. "Beh ora si sente minacciato dalla mia presenza per questo fa così." conclude Max. "Sì. Penso anch'io sia cosi come dice Max..alla fine Dylan non è tipo da attaccare qualcuno senza motivo. Penso invece che abbia solo paura di perderti." dice Melinda.

Forse entrambi i loro discorsi hanno senso , ma la mia testa è incasinata e piena di dubbi e paure.

Lui non è l'unico ad aver timore di perdere qualcuno; ma nel fare così non farà altro che allontanarmi da se fino a tornare due effetti estranei come lo eravamo prima di questa vacanza.





La sera arriva molto velocemente e, mentre nella mia testa continuano a sballottare domande e riflessioni, sono qui seduta ad un tavolo al ristorante insieme alla mia famiglia, ai miei amici e ai signori Fishel.

Il silenzio agghiacciante incombe sulla tavola non appena tutti ricevono i piatti.

Finito di mangiare arriva l'ora del dolce, ma io non ne ho proprio voglia, non vedo l'ora solo di poter tornare a casa. "Loreen!" mi chiama mio padre. "Si, papà!" chiedo girandomi verso lui. "Tutto okay? E' la terza volta che ti chiamo!" chiede guardandomi ed esaminandomi attentamente a come poi avrei reagito a quella sua domanda. "Si si tutto bene. Sono solo stanca e vorrei tornare alla baita per poter riposare." rispondo con l'accenno di un piccolo sorriso.

"Dillo che invece non vuoi più a stare qui perché ci sono anch'io." dice cercando di farsi sentire solo da me ma con aria da presuntuoso. "La vuoi smettere di fare così." dico cercando di non alzare esageratamente la voce. "La smetto se tu mi dici la verità." dice alterandosi un pò. "Cosa?" cerco di rimanere calma, anche se dentro me c'è un vulcano che non vede l'ora di eruttare. "Perché non volete ammettere tu e Max di avere una storia." chiede facendo girare tutti verso di noi; l'imbarazzo è tanto ma anche la rabbia repressa. "Ma di cosa parli? " chiedo cercando di non alterarmi. "Dimmi la verità!" alza la voce più di prima. "Sono solo fantasie le tue!" rispondo. "Voglio sapere la verità!" alza la voce facendomi perdere letteralmente il controllo e facendo esplodere quel vulcano dentro di me.

Alzandomi dalla sedia e sbattendo le mani sul tavolo, "Ma che cosa ti prende! Me lo vuoi dire? Da alcuni giorni non fai altro che comportarti come un buffone e mi tratti da schifo! Non credi di esagerare?" il silenzio che c'è è peggio di quello che c'era prima al nostro tavolo. "Scusate io me ne torno alla baita... (prendo la borsa e la giacca ma prima di andarmene).. Ah e una cosa Dylan: che sia chiaro, non voglio più avere nulla a che fare con te in vita mia ..e domani se non va via lui me ne vado io!" concludo lanciandogli uno sguardo cupo e allo stesso tempo serioso.

Max e Melinda mi seguono e vengono a casa con me per non lasciarmi sola.


Questa sarà una serata da dimenticare!!!

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