Capitolo 7. La strega di Hemwick

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Una volta entrati nella casupola e scese le scale che portavano al piano di sotto quello che si presentò davanti ai nostri occhi ci fece gelare il sangue.
Strinsi la mano di Ryan, che non avevo mai lasciato da quando eravamo entrati.
Appesi alle grandi travi di legno che tenevano il soffitto, c'erano dei cadaveri chiusi in dei sacchi tutti macchiati di sangue.
«Ryan pensi che queste persone siano abitanti del villaggio?» chiesi spaventata.
«Credo siano abitanti dei villaggi qui vicino! Potrebbero essere persone del tuo come del mio, non ne ho la più pallida idea!» rispose lui, spaventato almeno quanto me.
«Perché fanno tutto questo!?» dissi.
«Credo che la strega non potrà esserci d'aiuto Diana! Ho l'impressione che anche lei sia impazzita!» replicò lui, indicando delle macchie di sangue per terra. «Guarda lì Diana, sembra che qualcuno sia stato ferito e trascinato ds qualche parte! Sono ancora fresche!» continuò, piegandosi a terra per accertarsi che fosse vero.
«Seguiamole!» dissi.
«E se fosse una trappola?» disse lui.
«Chiunque sia potrebbe essere ancora vivo! Dobbiamo aiutarlo!!» risposi.
Ryan si rialzò da terra e mi sorrise come se fosse d'accordo e iniziammo a seguire la scia.
«Guarda Ryan si ferma!» dissi, osservando la scia che si fermava proprio davanti una porta di legno.
Stavo per provare ad aprirla ma Ryan mi bloccò.
«Diana aspetta!! Non sappiamo cosa c'è qua dietro!» disse con un tono che sembrava quasi spaventato.
«Ryan uno dei cacciatori del mio villaggio potrebbe essere qui! E se fosse ancora vivo?» replicai.
«Potrebbe anche non esserlo più Diana!» rispose lui facendomi ritirare indietro la mano. «Dobbiamo pensare a tutto, non sappiamo cosa ci aspetta ancora in questo viaggio!!» continuò. Sapevo che aveva ragione ma ero testarda e non facilmente manipolabile.
«Ryan ho perso mio padre e ogni membro della mia congrega, della mia gente sono rimaste si e no una dozzina di persone, ho visto morire il più forte cacciatore di noi sotto i miei occhi, ho ucciso persone che non avevano nessuna colpa se non quella di aver permesso alla Chiesa di influenzarle, credo di aver visto abbastanza e sono pronta a tutto per salvare chiunque ci sia dietro la porta!» dissi quasi in lacrime. Lui non si aspettava da me una risposta del genere e improvvisamente mi abbracciò. Sentì il cuore accelerare i battiti e potevo sentire le mie guance farsi rosse per il suo improvviso gesto.
«Va bene Diana! Sei molto testarda eh!? Ti aiuterò e combatteremo insieme! Anche io ho visto morire la mia gente tra cui la mia famiglia posso capire cosa provi! Fai andare avanti me però!» disse lui sciogliendo l'abbraccio.
Lo guardai e sorrisi ancora imbarazzata dal suo abbraccio. Non mi era mai successa una cosa del genere, non avevo mai sentito un'emozione del genere, ma in quel momento non mi interessava volevo salvare solo la mia gente.
Ryan mi fece cenno di preparare l'arma, si avvicinò alla porta e la spinse aprendola.
In quel momento il mio cuore si fermò per la scena che avevo davanti.
«No Gail!» dissi.
Era seduto su una sedia con i polsi e le caviglie legate.
«Mi dispiace Diana!» disse Ryan, che proprio in quel momento si era voltato verso di me. «Sembra che prima l'abbiano ferito e poi trascinato qui e torturato!» continuò.
«Ma perché!? Perché fanno questo?» domandai.
«La strega cercava la cura per questa malattia e pensava che i cacciatori fossero la soluzione ma evidentemente si sbagliava!» rispose lui.
Mi guardai intorno nella stanza e mi avvicinai al grande tavolo di legno al lato della stanza.
Era ricoperto di sangue e di attrezzi che avevano probabilmente usato per torturare Gail.
Sul tavolo trovai una busta chiusa con il mio nome sopra. Era sigillata con un marchio che non avevo mai visto prima.
«Ryan, guarda qua! Hai mai visto questo marchio prima?» chiesi porgendo la busta sigillata a Ryan.
«Diana questo marchio è della regina di Cainhurst!» disse lui stupito.
«Scusa ma non so di cosa stai parlando!! Non ho mai sentito nessuno dire questo nome! Dove si trova?» dissi.
«Nessuno lo sa Diana! Cainhurst è un castello dimenticato solo pochi possono vederlo e si entra solo con l'invito. Si dice che è da lì che proviene Maria!» rispose. «Tu sei in qualche modo speciale Diana, proprio come lo era lei!» finì lui.
«Ryan ma io non si chi sia Maria, e poi non capisco in cosa posso essere speciale! Sono una ragazza normalissima che ha dovuto vivere cose orrende solo a 17 anni. Io conosco ben poco di questa realtà che sto vivendo e ho bisogno del tuo aiuto per saperne di più! Devi aiutarmi, fammi capire!» chiesi.
Lui mi guardava con gli occhi di chi capisce cosa provi, dopotutto anche lui aveva perso tutti coloro a cui voleva bene e stava affrontando questo inferno con me. Sapevo dove poter trovare delle risposte ma questo avrebbe voluto dire allungare il nostro viaggio di almeno due giorni.
«Ryan, puoi accompagnarmi in un posto?Ti avviso che il nostro viaggio potrebbe diventare un po' più lungo di quanto avevamo stabilito, ma ho bisogno di sapere!» gli chiesi.
Lui mi guardò perplesso poi rispose.
«Ci siamo dentro insieme Diana! Andiamo!».
Presi la busta ancora sigillata, gli feci cenno di seguirmi e uscimmo dalla casa della strega. Mi incamminai verso la fine del villaggio e imboccai un piccolo sentiero dentro il bosco. Camminammo per un po', era buio e la notte stava calando, faceva freddo e ad ogni singolo scricchiolio sotto i nostri piedi sussultavo, ma tutto questo mi avrebbe portato a delle risposte e mi tranquillizzavo subito.
Dopo aver camminato per un po' il sentiero finì e ci trovammo di fronte ad un grosso cancello di metallo, ricoperto di piante rampicanti; doveva essere da molto tempo che nessuno lo apriva.
«Diana che posto è questo?» disse Ryan.
«Il posto dove posso trovare le risposte alle mie domande: Byrgenwerth!».

«Il posto dove posso trovare le risposte alle mie domande: Byrgenwerth!»

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