«Devo finire quello che ha iniziato mio padre. Devo salvare la mia città dalla malattia. Nessuno può fermarmi. So quello che sono. Sono una cacciatrice»
Tratto da un videogioco di nome "Bloodborne" ho deciso di riscrivere una mia versione della stor...
<<Aspetta cosa!? No, non è possibile, io non sono quella bambina! Io sono nata e cresciuta a Yharnam, non posso essere io!>> dissi scioccata, cercando di trovare una spiegazione. Ryan cercò di calmarmi, fu tutto inutile. Non riuscivo a capire del perché i miei genitori mi avevano mentito, se perché allora ero stata abbandonata e soprattutto chi ero davvero. <<Spero di riuscire a trovare le risposte che cerco in questo posto!>> dissi guardando Ryan in cerca di approvazione, ma continuò a guardare in giro come se nulla fosse, come se non volesse aiutarmi. <<Ryan santo cielo, hai intenzione di aiutarmi o no!? Tu mi hai portato qui, tu mi hai fatto scoprire queste cose su di me e adesso continui a guardarti in giro come se nulla fosse o peggio come se non ti importasse nulla!>> gli urlai strattonandolo. Lui mi fissò; mi guardava stupito dalla mia reazione ed effettivamente, anche io lo ero. Forse avevo esagerato ma in quel momento ero in preda al panico, scoprire tutto questo adesso e non dai miei genitori, se ancora potevo chiamarli così, era stato un duro colpo. Scoppiai a piangere, non riuscivo e fermare le lacrime. Sentii Ryan abbracciarmi forte e improvvisamente tutto sembrò essere più tranquillo; mi faceva uno strano effetto avere Ryan così vicino. <<Stai tranquilla, vedrai che tutto si sistemerà, io posso solo dirti quello che so, il resto dovremmo cercarlo o in questo posto o altrove, ma ti prometto Diana che troveremo le risposte che cerchi!>> disse continuando ad abbracciarmi. Quando l'abbraccio finì, mi asciugai le lacrime s alzai lo sguardo verso Ryan; gli sorrisi. <<Grazie>> fu l'unica parola che mi uscì dalla bocca.
Usciti dalla sala ci ritrovammo su un terrazzino. Fuori faceva davvero freddo e la neve continuava a cadere e rendeva tutto ancora più suggestivo. In lontananza si intavedevano piccole piccole delle case, doveva essere Hemwik, poco più in là dopo quello, il nulla. Dov'era questo posto e quale strana magia lo inondava? <<Ryan, tu hai detto che conosci, anche se poco la mia storia e la storia di questo posto, puoi raccontarmela?>> gli chiesi mentre camminavamo verso l'unica via che si poteva prendere passando dal terrazzino. <<Bhe, mia mamma me la raccontava prima di andare a dormire ho sempre pensato che fosse una leggenda o una storia per bambini, ma non che questo posto esistesse e che tutto questo fosse vero!>> rispose. <<Racconta!>> dissi ancora più incuriosita da quello che poteva sapere Ryan. <<Si diceva che la Regina di non potesse avere figli e per quanto ci provasse ogni suo tentativo era vano. Il Re iniziò a perdere la speranza di poter avere un erede al trono e che il regno senza esso potesse cadere in rovina, così iniziò a cercare in ogni libro presente nella biblioteca del castello una soluzione e si dice l'abbia trovata in uno strano culto che venerava una creatura deforme proveniente dalla luna, che poteva essere evocata con dell'antico sangue, nascosto sotto la città di Old Yharnam. Il Re mandò in spedizione i suoi soldati, ma solo in pochi tornarono dall'impresa con il sangue e raccontando strane storie, il Re non gli diede peso ed eseguì il rituale per evocare la creatura. Nessuno sa con preciosione quello che successe, ma dopo poco tempo la Regina aspettava due bambine, che sarebbero nate sotto il segno della luna. Ed eccoti qua>>. <<Che successe dopo?>> chiesi. <<Si dice che il Re dopo tutto questo impazzì, passava le giornate intere nella biblioteca cercando non si sa quale altro strano rituale per poter avere molto potere, creó il Coro, per portare avanti il culto; sempre più persone ne entravano a fare parte: medici, professori, studenti, ogni membro della chiesa, facevano esperimenti con il sangue trovato sulle persone; ma qualcosa andò storto. Alcuni si ammalavano, altri morivano, altri ancora mutavano in belve. Anche la Regina perse la ragione, abbandonò le proprie figlie e sparì, nessuno sá dove possa essere. Questo è quello che mi ha sempre raccontato mia madre; Diana, non so quanto possa esserci di vero in questa storia>>. <<È così triste! Deve pur esserci qualcosa di vero in tutto questo! Dobbiamo trovare la biblioteca, deve pur essere da qualche parte!>> dissi, asciugandomi gli occhi dalle lacrime. Ero determinata a trovare le risposte che cercavo, dovevo sapere chi ero davvero, era tutta la vita che mi sentivo diversa dagli altri bambini e in parte lo ero perché ero una cacciatrice ma ero anche destinata a fermare il Coro e dovevo sapere come fare.
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