Tom mi stringeva forte la mano mentre camminavamo verso la chiesa. Eccola lì davanti a noi.
Era pericoloso far entrare Tom, non sapevo se la sua sorellina era ancora viva, cosa c'era nella chiesa.
«Tom, non voglio che entri con me! È pericoloso!» gli dissi guardandolo.
«No Diana, non ti lascio da sola!» rispose, come se fosse un adulto.
Gli sorrisi.
«Tom, non preoccuparti! Non mi lasci sola! Voglio che ti nascondi lì tra i cespugli!» dissi, indicando dei cespugli vicini. «Esci solo quando mi vedi tornare! E promettimi che qualunque cosa sentirai o vedrai non uscirai!» continuai, facendomi seria.
«Si Diana, te lo prometto!» rispose.
Stava per andare verso i cespugli e tornò verso di me correndo.
«Diana, grazie! Da grande voglio essere come te!» disse abbracciandomi.
I miei occhi so fecero lucidi. Ero felice di poter essere un esempio per lui.
«Grazie Tom, sono sicura che diventerai un bravo cacciatore da grande! Ora vai e ricordati cosa ti ho detto!» gli risposi.
Lui andò a nascondersi e io osservai la chiesa da fuori.
Il grosso portone di legno era chiuso e questo poteva significare solo una cosa: dentro c'era qualcuno, o qualcosa.
Avvicinai l'orecchio alla porta per riuscire a sentire qualcosa. Nessun passo, nessun ruggito, nessun rumore. Spinsi la porta ed entrai. La chiesa non era molto grande, il che non mi stupiva. Vecchia Yharnam non era molto grande, quella chiesa sarebbe bastata per tutti gli abitanti.
Per terra, nel corridoio c'erano dei libri sparsi un po' ovunque, le colonne erano macchiate di sangue e alcune cadute, questo mi faceva pensare che dentro quella chiesa non ero sola.
Sul fondo c'era un altare dove sdraiata davanti c'era una persona. Mi avvicinai per vedere meglio di chi poteva trattarsi e il cuore iniziò a battermi fortissimo quando mi accorsi che era mio papà. Corsi verso di lui chiamandolo, ma non si muoveva. Mi inginocchiai di fianco a lui e mi accorsi che non respirava.
«No, papà non è possibile!» dissi tra le lacrime.
Non volevo crederci, papà era morto come Carl e Alfred come era successo, chi era stato.
Mentre osservavo il corpo di mio papà sentii un rumore.
«Chi è? C'è qualcuno?» gridai spaventata.
Da dietro una colonna sbucò una bambina con un masso in mano.
«Pensavo che fossi quella cosa!» disse lasciando cadere il sasso.
«Chi sei?» le chiesi.
«Mi chiamo Sarah qualcuno mi ha portato qui e voleva uccidermi! Quel signore mi ha aiutato» disse avvicinandosi a me.
Era la sorellina di Tom.
«Lui mi ha salvato!» disse indicando il corpo di papà. «Lo conosci?» continuò.
«Si, è mio papà!» risposi tra le lacrime. «Ti prego dimmi cosa è successo!» le chiesi.
«Mi hanno preso mentre io e il mio fratellino ci stavamo nascondendo, non so chi mi abbia preso, ma mi hanno portato qui e volevano uccidermi ma tuo papà è entrato e mi ha salvato! Ha ucciso quelle persone e mentre stavamo scappando è arrivata una cosa e lui mi ha detto di nascondermi!» rispose. «Poi quella cosa è andata via. Sono uscita dal mio nascondiglio e l'ho visto lì che non si muoveva!» continuò piangendo.
«Non piangere ti prego!» le dissi. Mi asciugai le lacrime. «Ti ha salvato! Non è colpa tua! Senti tuo fratello si chiama Tom?» le chiesi.
Lei sollevò lo sguardo e mi accennò un sorriso.
«Si. Come fai a saperlo!» disse.
«Perché tuo fratello è con me, l'ho fatto nascondere qua fuori! Adesso ti porto via da qui!» le dissi. La presi per mano. Sarah era identica a Tom ma aveva i capelli castani legati da un fiocco rosso.
Mentre stavamo per uscire qualcosa alle nostre spalle ringhiò.
«Sarah nasconditi subito!» dissi, lasciando la mano dalle bimba, che corse subito a nascondersi dietro una parete.
Mi voltai a fu allora che la vidi. Una belva enorme nera, con lunghi artigli ricoperti di sangue. Aveva la pelle rivoltata, come se l'avessero squartata e avanzava verso di me.
Indietreggiavo spaventata, non sapevo cosa fare.
Improvvisamente, guardandomi attorno notai che il pavimento, in alcuni punti, era ricoperto da una strana sostanza nera che sembrava petrolio. Mentre stavo osservando ed escogitando un piano per uccidere quella cosa e uscire dalla cittadina più in fretta possibile, la belva mi si scagliò contro. Riuscii a schivarla e le lanciai la torcia.
Corsi verso le macchie e fui davvero felice di scoprire che era davvero petrolio, il problema era: avevo lanciato la torcia alla bestia per rallentarla come potevo fare per accendere la pozza che si trovava a terra?
Mi frugai in tasca e presi la carta infuocata che Carl mi aveva lasciato, la strofinai sulla spada e accesi tutte le pozze che c'erano dentro la vecchia chiesa.
Ci attirai la belva che prese fuoco e bruciò, morendo tra strazianti grida.
Era la seconda belva che uccidevo ma ancora non riuscivo a farci l'abitudine.
Guardai ancora una volta il corpo senza vita di mio padre, dovevo tornare a Yharnam per dirlo a mia madre.
Presi il cadavere, gli tolsi tutto quello che poteva essermi utile nel viaggio ed anche la collana che mamma gli aveva dato prima che partisse, lo trascinai nella pozza ancora in fiamme e tra le lacrime lo lasciai bruciare.
Avevo perso l'unica persona che mi aveva aiutato ad affrontare tutto questo, che potava aiutarmi a fermare l'avanzamento della malattia nella nostra città e nei villaggi vicini, ero distrutta ma adesso avevo un compito; adesso toccava a me salvare tutte le persone, ero io l'eroina ed ero da sola ad affrontare tutto questo, devo accettarlo.
Mi asciugai le lacrime e mi avviai verso l'uscita della chiesa.
«Sarah, piccola dove sei?» dissi. «È tutto finito, nessuno ti farà più del male! Andiamo ti porto via!» continuai.
Lei sbucò da dietro la parete dove era rimasta nascosta per tutto il tempo.
Mi guardò con gli occhi lucidi.
«Mi dispiace per il tuo papà, è colpa mia!» disse la bambina.
«No, Sarah non è colpa tua. Mio papà ti ha salvato era il suo dovere farlo. Non pensare neanche che sia colpa tua, capito!» le risposi.
«Ho capito!» disse lei asciugandosi gli occhi con la manica del suo vestitino.
«Adesso andiamo a riprendere tuo fratello e vi porto via da qui». Le presi la mano e uscimmo dalla chiesa.
Una volta fuori chiamai Tom che comparve da dietro la siepe dove lo avevo lasciato prima di entrare.
Non appena mi vide con sua sorella per mano ci corse incontro e abbracciò entrambe.
«Sono felice che state bene! Sarah pensavo di averti persa!» disse commosso. «Grazie Diana per averla salvata, se non fosse stato per te non so cosa avrei fatto!» continuò.
«Prego piccolo! Adesso sarà meglio che vi porti in salvo, non è prudente stare qui» dissi.
«E dove andremo?» disse la piccola Sarah.
«Vi porto a casa mia, lì prenderemo mia mamma e andremo a Cathedral Ward dove c'è un luogo sicuro con un cacciatore che già ci aspetta! Lì sarete al sicuro!» dissi osservando i bambini.
«E tu non starai con noi?» disse Tom.
«No devo cercare gli altri e fermare tutto questo!» gli risposi.
Dentro i suoi occhi potevo leggere la sua preoccupazione per me. È strano come io mi sia affezionata subito a questi bambini, nonostante non li avessi mai visti; sentivo dentro di me che dovevo proteggerli.
«Bene bambini, prendete le mie mani e state pronti a correre il più veloce possibile. Dobbiamo sigillare la città prima che qualche bestia di troppo esca!» spiegai «Forza, siete pronti!».
Tom e Sarah mi guardarono e annuirono.
«Andiamo! Usciamo da qui!» dissi.
Corsero più veloci che poterono e arrivammo all'ingresso della città.
Sigillai la porta un'ultima volta e mi diressi verso casa senza voltarmi indietro.
Tutto quello che avevo era andato perduto, mio padre e i suoi compagni, come potevo fare per fermare tutto questo? Dovevo avere risposte, una colta presa mia madre da casa e qualche oggetto utile li avrei portati in salvo e io sarei andata a cercare gli altri anche se avevo la sensazione di non trovarli vivi.
Con i bambini per mano percorsi Yharnam.
Era deserta. Le persone erano tutte scappate o stavano chiuse in casa sperando che noi cacciatori facessimo il nostro dovere e fatto cessare tutto questo.
I bambini si stringevano a me. Ogni tanto al minimo rumore sussultavano per poi tirare un sospiro di sollievo vedendo che in giro c'erano solo topi.
Poco dopo arrivammo davanti casa. Notai con piacere che l'incenso che papà aveva messo nella lanterna prima di andare fumava ancora ma sospettavo che non lo avrebbe fatto per molto.
Mi avvicinai alla porta e bussai.
«Che cosa volete! Andate via!» rispose la voce di mamma dall'altro lato della porta.
«Mamma sono io! Aprimi!» dissi io felice di sentire che stava bene.
«Diana!» aprì la porta e mi abbracciò. «Menomale che stai bene!» continuò senza smettere di abbracciarmi.
Quando smise di abbracciarmi abbassò la testa e vide i bambini e si avvicinò a loro.
«E loro chi sono? Ciao piccoli!» disse mamma guardando Tom e Sarah.
«Lui è Tom» dissi indicando il bambino che teneva la mia mano sinistra «E lei è Sarah» indicai la bimba nella mano destra. «Li ho salvati dalla Vecchia Yharman, erano rimasti i soli in città! Credo che siano immuni mamma! Se la chiesa lo scopre li potrebbe portare via!» dissi.
Mamma mi osservò perplessa.
«Diana, dobbiamo proteggerli! Ma se sei andata alla Vecchia Yharnam, dove è tuo padre? Perché non è tornato con te?» disse mamma con la voce rotta.
«Mamma.... papà....»
«No Diana, ti prego! Non può essere... come è successo?» rispose mamma piangendo.
«Papà ha salvato Sarah da una bestia! Non sono riuscita a salvarlo, quando l'ho trovato era troppo tardi! Mi dispiace mamma!» dissi abbracciandola.
«Tuo papà sapeva a cosa andava incontro ed è morto per salvare la vita di questa bambina! Starò bene Diana! Adesso entrate in casa è pericoloso stare fuori. Quelli della Chiesa continuano a girovagare per la città cercando persone da prelevare!» disse mentre stavamo entrando in casa.
«Sono venuti a bussare anche a casa nostra?» dissi preoccupata.
«No Diana, non ancora!» rispose mamma.
«Dobbiamo andarcene da qui! So dove portarvi!» replicai.
Presi altri proiettili nascosti in casa e poi della polvere da sparo. Mentre stavo aspettando mamma e i bambini con le provviste, vidi sul tavolo della sala un quaderno, mi avvicinai e lo presi. Era il diario di papà. Lo presi e lo misi nascosto sotto la giacca del vestito; in quel momento mamma e i bambini arrivarono.
«Siamo pronti, andiamo!» disse mamma.
Presi Tom per mano e mamma prese la mano di Sarah.
«Seguitemi, ma tenete gli occhi aperti! È pericoloso!» dissi.
Tutti annuirono e uscimmo di casa.
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Cacciatrice
Fantasía«Devo finire quello che ha iniziato mio padre. Devo salvare la mia città dalla malattia. Nessuno può fermarmi. So quello che sono. Sono una cacciatrice» Tratto da un videogioco di nome "Bloodborne" ho deciso di riscrivere una mia versione della stor...