Capitolo 8. Byrgenwerth

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Mi avvicinai al cancello cercando di aprirlo ma non si mosse di un millimetro.
«Vieni con me Diana conosco un'altra via..!» disse Ryan.
«Come mai tu conosci sempre tutto?» risposi dubbiosa.
«Cosa c'è Diana adesso non ti fidi di me? Se volevo farti del male l'avrei già fatto non pensi?» mi fece notare lui e riflettendoci aveva ragione, erano giorni che viaggiavamo insieme e non si era mai avvicinato più di quanto dovuto.
«No, mi fido, solo che non riesco a capire come fai a sapere così tante cose! Sono giorni che viaggiamo insieme e non hai detto nulla di te se non da dove vieni e che vuoi aiutarmi a fermare la Chiesa e l'avanzamento della malattia, vorrei solo conoscere di più!» dissi guardandolo.
«Te lo racconterò ma non adesso, dobbiamo..» si fermò improvvisamente.
«Che succede perché ti sei fermato?»
Vidi Ryan guardare nel vuoto. Mi voltai cercando di capire dove guardasse e rimasi a bocca aperta quando vidi poco lontano, dietro un albero, una figura grandissima incappucciata che avanzava verso di noi con un sacco in spalla.
«Ma che razza di cosa è!?» esclamai.
Ryan si voltò verso di me stupito come se avessi detto chissà quale strana affermazione.
«Cosa!? Come.. come fai a vederlo!?» rispose lui.
«Perché non dovrei, è davanti a noi, è all'incirca 2 metri ed è gigantesco! Che razza di domanda è?» replicai.
«Si ma non dovresti vederlo! Lui è un abitante del mio villaggio! Non erano così prima, erano esseri umani, persone normali come me e te! Quando la Chiesa ha iniziato a diffondere la malattia il nostro villaggio è stato il primo ad essere colpito. Siamo stati usati come prova e quando hanno visto e capito che non avrebbe funzionato hanno pensato bene di distruggere e uccidere ogni abitante. Il nostro è un villaggio invisibile, accessibile solo a determinate persone e tu sembri proprio una di quelle, vedi quello che vedo io comprese le rune sulla mia arma!» mi spiegò lui sottovoce cercando di non farsi sentire del bestione poco lontano da noi.
«Io.. io non capisco! Perché vedo cose che non tutti possono vedere?» dissi perplessa.
«Senti Diana non lo so, però so che a Byrgenwerth potrai trovare le risposte! Andiamo Diana, cerchiamo la via per entrare, dobbiamo muoverci prima che la Chiesa riesca nel suo intento!». Ryan mi prese per mano, odiavo quando lo faceva ma adesso iniziava a farmi piacere, e ci incamminammo lungo il sentiero proprio vicino al grosso cancello.
Mentre camminavamo Ryan non mi lasciava la mano e di tanto in tanto mi domandava se andasse tutto bene.
«Si certo, solo che davvero io non capisco perché riesco a vedere cose che nessuno riesce a vedere, se non gente del tuo villaggio. Spero solo di riuscire a trovare qualche risposta alla mia domanda presto!» risposi.
«Si vedrai Byrgenwerth è conosciuta per il suo archivio, ci sono montagne di libri e si dice che studiosi della Chiesa venissero a studiare qui e che anche il primo vicario Laurence avesse capito molte cose di se stesso e su una possibile cura della malattia proprio in quel luogo, solo che non é mai tornato per poterci aiutare!» spiegò Ryan.
«Tu pensi che io discenda dalla tua gente? Pensi che possa avere a che fare qualcosa con Lady Maria?».
Quando pronunciai quel nome lui si fermò e si voltò a guardarmi e mi abbracciò.
«Diana, tu non hai niente a che vedere con Lady Maria, credimi! Dai proseguiamo, ci siamo quasi» disse sciogliendo l'abbraccio.
Rimasi quasi stupita da quel gesto e lo ero ancora di più per l'effetto che mi aveva fatto, cosa mi stava succedendo?

Alla fine del sentiero ci trovammo davanti un passaggio all'interno della cancellata.
«Cosa può aver provocato una spaccatura del genere?» dissi io.
«Non lo so, probabilmente uno di quei rapitori di prima. Dai andiamo!» rispose lui facendomi cenno di seguirlo.
Seguii Ryan all'interno della cancellata rotta e appena la superai quello che mi ritrovai davanti sembrava quasi una magia. Fino a poco prima nel vialetto il cielo era grigio e la luna non si riusciva a vedere dietro le nuvole, mentre adesso davanti a me si vedeva splendere la luna, che aveva una luce strana che rifletteva in un determinato punto dell'acqua e nel cielo non c'era neanche una nuvola.
«Questo posto è strano!» dissi voltandomi verso Ryan.
«Lo so, è proprio questo il bello di Byrgenwerth! È un posto magico, ma anche qua è arrivata la malattia, guarda...» disse indicandomi una strana creatura con il corpo da essere umano, una testa enorme piena di occhi e delle ali.
«Che diavolo è!?» chiesi.
«Non lo so, ma credo che siano gli studiosi di questo posto che sono stati contagiati, cerchiamo di non farci notare sembrano pericolosi!» affermò lui tenendo una mano sempre fissa sulla pistola.
Feci lo stesso anche io tenendo sempre lo sguardo e attento e vigile.
Riuscivo a vedere davanti a me l'edificio che quasi sicuramente era l'archivio; era davvero enorme, alla fine nel paesino c'era solo quello nient'altro e si capiva che era un luogo soprattutto di studi.
Mi fermai improvvisamente quando sentì poco dietro di me qualcosa correre, mi voltai e una di quelle creature mi saltò addosso buttandomi a terra.
Gridai e Ryan mi venne subito incontro per aiutarmi, prese la pistola, mirò alla testa e sparò; esplose.
«Ehi tutto bene?» disse dandomi una mano ad alzarmi.
«Si, grazie per avermi aiutato. Non sono riuscita a schivarlo è troppo veloce!» lo ringraziai.
Mi alzai, mi sistemai i vestiti e guardai Ryan sorridendo.
«Andiamo, dobbiamo cercare una soluzione a tutti questo!» dissi prendendolo per mano.
Lo trascinai verso il grande edificio e una volta giunti davanti alla porta, la spinsi e si aprì con un cigolio.
«Andiamo!» dissi a Ryan, che mi guardò annuendo.

«Andiamo!» dissi a Ryan, che mi guardò annuendo

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