XXIV

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Heather non riuscì a dire nulla.
Doveva ancora assimilare tutte quelle informazioni, ma – diamine! – Luke l'amava! Luke l'amava e aveva fatto tutto quello per lei. Lo amava così tanto... Non le importava che le avesse tenuta nascosta una cosa del genere. Lui aveva sofferto così tanto per lei. Non sapeva come sarebbe mai riuscita a ricambiare tanto affetto.
Quando Michael fu ormai sul punto di voltarsi ed andarsene, Heather si ridestò.
— Ho rifiutato Grant. —
— Cosa? — chiese lui, stordito. Sembrava che anche lui dovesse assimilare la loro conversazione.
— Io lo amo, Michael. — Heather alzò le spalle, come non fosse una cosa da molto. Michael ci mise un po' ad elaborare l'informazione, poi scoppiò in un sorriso e le corse incontro.
Anche a Heather scappò un sorriso, ma solo perché non capì cosa stesse succedendo e si sentiva piuttosto disperata. Michael la prese in braccio a mo' di sposa e lei si rese conto d'essere piuttosto bagnata per via della pioggia.
Continuarono a ridere senza che lei ne capisse la ragione, e lui la portò dentro casa, urlando "Luke! Luuuke!" finché non raggiunse i ragazzi in garage, dove non sembravano averli sentiti per via della musica.
Luke era seduto sul divano con la testa buttata all'indietro sopra lo schienale, Ashton rovistava tra vecchi vinili e Calum strimpellava le corde del basso.
Luke scattò seduto dritto. — Che diamine–? —
Michael continuò a ridere a pieni polmoni, poi lasciò andare pesantemente Heather sul divano accanto all'amico.
Lui guardò perplesso prima la ragazza accanto a sé, poi Mike. Anche Calum e Ashton ebbero la stessa reazione.
— Diglielo, Heather. — la spronò Michael, senza togliersi il sorriso dalle labbra.
— Ti amo, Luke. — Il sottoscritto sembrò non capire. — Ti. Amo. Ti amo, Luke. —
Sembrò cercare di cogliere se fosse seria o meno, poi un grande sorriso si aprì anche sulle sue labbra e prese Heather in braccio per portarla a cavalcioni sopra le sue gambe.
— Dillo ancora. —
— Ti amo, Luke. — soffiò sulle sue labbra prima di baciarlo.
Lo strinse da dietro il collo, bagnandolo.
I ragazzi intorno sembravano star facendo chiasso, ma loro neppure se ne accorsero. I capelli di Heather creavano una sorta di sipario dal resto del mondo e a loro due parve realmente di trovarsi da un'altra parte.
Heather sentiva il cuore scoppiargli nella cassa toracica, e Luke pensava che avrebbe anche potuto mettersi a piangere per quello.
Poi, si staccò di colpo. — Ma tu...? —
— No, non ricordo. Ma Michael mi ha detto tutto. Tutto. —
Heather stava per scoppiare a piangere, ma Luke sorrise ancora e cominciò a baciarla, prima sulle labbra, poi sul collo, sulle clavicole.
— Aspetta. — Heather lo fermò, lasciandolo perplesso e un po' impaurito. Sembrava un cucciolo, pensò.
Poi si alzò dalle sue gambe e abbracciò i loro tre amici.
— Grazie, ragazzi. Per tutto. — disse una volta che poté guardarli tutti negli occhi.
— Sì, grazie ragazzi. Non ce l'avrei mai fatta senza di voi. — continuò serio Luke.
Loro gli sorrisero e poi fecero qualche battutina, invitandoli a continuare quello che stavano facendo.
Heather rise e Luke le disse d'avere casa libera. Cinque minuti di corsa dopo, lui l'ebbe nuovamente presa in braccio, mentre nel frattempo la conduceva su per le scale di casa sua.
Sua madre era un'insegnante perciò passava la maggior parte del suo tempo a scuola, a redigere compiti in classe o a prendere parte a riunioni. Suo padre invece lavorava in una ditta di traslochi, perciò non aveva mai un orario fisso e finiva di lavorare sempre nel tardo pomeriggio.
Fecero l'amore, e a Heather sembrò che il tempo non fosse mai passato. Le sembrò di amare Luke da una vita, e finalmente capì perché si fosse sentita così attaccata a lui fin da subito. Poteva aver perso la memoria, ma non ciò che provava. Non l'affetto che aveva nutrito subito verso quei quattro ragazzi.
Con quella nuova teoria in testa, le sembrava tutto più logico, seppure fosse una cosa talmente assurda da farla ridere al pensiero.
— Dimmelo ancora. — le chiese gentilmente Luke, abbracciandola da dietro.
— Ti amo, Luke. Non ricordo niente prima dell'incidente, ma tu sei stato capace di farmi innamorare di nuovo. —
Luke aveva avuto bisogno di quelle due frasi ripetutamente durante il tempo che passarono insieme, e a Heather non dispiacque per niente. Non si era mai sentita così bene.
Eppure, adesso che ci pensava con più tranquillità, non riusciva a capacitarsi di tutto quello che Luke avesse fatto per lei: sin dal primo giorno all'ospedale, aveva finto di non conoscerla, poi di essere solo amici. Heather non poteva immaginare quanto dovesse essere stato difficile.
L'aveva accompagnata alla baita a Cascade Mountain, fingendo che non riportasse a galla tutti quei ricordi. E lo aveva fatto solo perché sapeva che non c'erano nomi o comunque indizi che avrebbero riportato a lui, ma se non fosse stato così?
Per quanto non sapere chi fosse il suo ragazzo fosse stato difficile per lei, non osò immaginare come fosse stato per Luke fingere di essere solo amici. E poi vederla uscire con un altro ragazzo, sempre incoraggiandola.
Senza accorgersene, stava piangendo.
— Ehi. — Luke le accarezzò una guancia, poi la girò verso di sé. Pensò che fosse bellissima, con i capelli sparsi sul cuscino, gli occhi gonfi e le labbra rosee. Ricordò il primo periodo dopo l'incidente, quando lei li aveva tagliati tutti fuori, come faceva sempre quando aveva un problema. E lui avrebbe voluto così tanto stringerla a sé e rassicurarla, come stava facendo in quel momento. Heather era una persona maledettamente regolare, non amava gli imprevisti. Era sempre solare e sapeva perfettamente cosa voleva dalla vita, perciò quando il dolore arrivava e la trascinava giù, costringendola a cambiare il suo modo d'essere, si chiudeva in sé stessa ed escludeva gli altri. Proprio per questo, Luke odiava vederla piangere.
— Che c'è? —
— Grazie, Luke. — Lui boccheggiò. Non si sarebbe mai aspettato lacrime di... gioia? — Non posso ricordarmi di te, ma è come se fosse così. E tu hai fatto tutto questo per me... —
— Ehi, smettila. — la sgridò d'un tratto serio. — Tu mi hai cambiato in meglio, Heather. Sin da quando ti conosco. L'ho fatto una volta e lo rifarei, sempre. —
Quello non servì a placare le lacrime di Heather, ma lui l'abbracciò sorridendo e le baciò la testa, finché lei non si fu calmata.
— E questo? — Heather si allontanò, accarezzando il tatuaggio scomposto sulla propria mano.

Luke sorrise e poi le mostrò l'avambraccio destro.
Heather non ci aveva mai fatto caso, ma anche lui aveva un piccolo cuore disegnatovi sopra, con una metà incisa di bianco e l'altra di nero.
— Quando non indossavo magliette lunghe lo coprivo con i trucchi di mia madre. —
Risero all'unisono.
— I contorni sono ancora più dissestati del mio. —
Luke sorrise, — Tremavi per l'adrenalina e la paura, in più non hai una mano molto ferma. — Scoppiarono entrambi a ridere, poi Heather si mise ad accarezzare i contorni del tatuaggio sul suo ragazzo. Avrebbe tanto voluto ricordarselo, quel momento, e proiettarlo nella mente come si fa con un bel ricordo.
Come se la stesse leggendo nel pensiero, Luke le prese a baciare la mano sul palmo, poi sul dorso, sul polso, e alla fine disse: — Ciò che è importante è che io e te siamo qui, ora. —
Lei ricambiò il sorriso e Luke la fece rotolare di schiena sul materasso, ricominciando a baciarla su ogni centimetro di pelle.
Heather boccheggiò, ma lo lasciò fare. Chiuse gli occhi e si godette ogni momento che aveva la fortuna di poter vivere con quel ragazzo, nel tentativo di sostituire tutti i ricordi persi. 


amo questo capitolo omg

amnesia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora