XXVIII

224 9 0
                                    

— Mi dispiace, okay? — ripeté per l'ennesima volta, guardando Luke sedersi al tavolo. Ridacchiò vedendo il suo labbro inferiore sporgere quasi fosse un bambino. — Mi dispiace di non essermi impegnata abbastanza nella caccia al tesoro di ieri sera. —
— Non m'importa davvero della caccia, ma adesso Michael ci rinfaccerà di aver vinto per mesi. — Bevve un sorso d'acqua, facendo muovere il suo pomo d'Adamo su e giù sotto agli occhi di Heather. — Io lo uccido prima. —
Heather rise e subito dopo il resto della crew li raggiunse.
— Ecco la pizza. — annunciò Michael, poggiando cinque cartoni sul tavolo. — Per voi perdenti, niente. —
Luke alzò gli occhi al cielo.
— Ma cosa siete voi, animali? — domandò retoricamente Heather, guardando la quantità di pizza che avevano portato.
— Qual è la tua? — le domandò Luke. Lei annuì verso quella con le patate. — Ma tu ami la Diavola! —
Heather alzò le spalle, — Sì, sai, ho deciso di voler riprovare con la dieta vegetariana. —
I ragazzi rimasero a fissarla, sconcertati.
— Ettie, sai di non doverlo fare per forza, vero? — domandò turbato Michael, dando un morso alla sua pizza con prosciutto e ananas.
— Sì, lo so. Lo faccio perché lo voglio, promesso. —
Con un po' di sforzo, sorrisero tutti a quell'affermazione. Le cose sembravano tornare talmente tanto alla loro normalità che Heather si sentì in colpa a doverla rompere.
— Non mi avete ancora detto perché Ashton ieri stava baciando Leona. —
Ashton arrossì impercettibilmente, ma Heather pensò che l'amicizia consistesse anche nel cogliere quei piccoli segnali. Notò anche che, come suo solito quando era nervoso, Ash cominciò a torturarsi i capelli.
E sembravano essersene accorti anche gli altri perché gli lanciarono ripetute occhiate. Sembravano volergli tacitamente chiedere Glielo dici tu o lo dobbiamo fare noi?. Infine, fu Luke a parlare.
— Ashton e Leona hanno cominciato a frequentarsi quando tu eri in ospedale. Hanno passato praticamente sette giorni su sette insieme. Leona non si allontanava mai dal tuo letto, o semplicemente dal corridoio. Ashton, d'altro canto, essendo il padre tuo dottore, anche lui trascorreva molto tempo in ospedale e passava informazioni a tutti noi. Così, la maggior parte delle volte era lui che portava il caffè a Leona, oppure le metteva una coperta sulle spalle quando la notte si addormentava sulle poltrone del corridoio. —
Nessuno disse nulla.
Improvvisamente, Heather capì un po' meglio il discorso di Leona di qualche giorno prima. Perché le sarebbe risultato così difficile starle vicino e fare finta di niente. Come sarebbe stato per chiunque di loro – lei compresa –, se si fossero mai trovati nella stessa posizione posizione.
Capì anche un po' meglio il dolore che doveva aver provato – forse anche più dei ragazzi –, perché in quel mese non aveva recuperato nessun rapporto con lei.
— Sono davvero pessima. —
— Smettila di rimproverarti. Non è certo colpa tua. — Era stranamente confortante e un po' divertente sentire quelle parole venir pronunciate da Calum, mentre metà fetta di pizza era schiaffata nella sua bocca, tanto da impedirgli di parlare correttamente.
Heather sorrise appena.
— Be', ma perché non me lo avete detto? —
— Perché prima pensavi che lei fosse la fidanzata di Luke. —
Heather annuì senza dire nulla; le sembrò così strano sentirlo dire ad alta voce. — Ma allora non è stato strano il bacio con Luke? —
Ashton s'innervosì ancora di più, se possibile.
Calum e gli altri sorrisero.
— Non si erano ancora dichiarati. Ma posso assicurarti che quella non è stata una notte tranquilla per Ashton. — disse Michael.
Scoppiarono tutti a ridere.
— Neanche per noi. — disse Luke, scambiandosi un'occhiata con Heather. Lei ricordava quella sera: aveva visto Luke baciarsi con Leona, aveva tentato di ubriacarsi, Luke l'aveva recuperata e portata a casa, dove erano rimasti un po' sul tetto di casa sua a parlare.
Heather aggrottò le sopracciglia, — Mi dicesti che Leona si chiamava Ingrid! —
— Bel nome. — commentò Calum, dando un morso al suo quinto trancio di pizza. Heather a malapena aveva finito il secondo.
— Be', dovevo inventarmi qualcosa. — si giustificò Luke. — Non ho mai detto di essere bravo a farlo. —
— Comunque, per la felicità di tutti, circa una settimana fa Ashton si è dichiarato a Leona. — continuò Michael.
— Sì, adesso basta con le sedute alle due di notte su "Devo dirglielo oppure no?", "Quanto pensi che andrà avanti ancora questa cosa fra voi due, Luke?!". —
Heather diede una botta sul braccio di Luke.
— Sarebbe fantastico recuperare il rapporto che avevamo prima. — mormorò Michael, come se avesse paura di rovinare l'atmosfera.
— Sì, be', ci riusciremo. — affermò decisa Heather. Non voleva perdere altro minuto senza i suoi amici. Quelli che le erano sempre stati vicino, anche se lei non poteva ricordarsene.
— Devi sapere, Heather, che Leona è come un animale che devi avvicinare cautamente prima di poterlo accarezzare. Non si fiderà fino ad allora. — esordì Ashton, pulendosi le mani con un fazzoletto e non guardandola negli occhi. — Sembra forte all'esterno, ma in realtà è molto fragile. —
Ancora una volta, nessuno disse nulla. Sembravano star pensando tutti a qualcosa. Luke aveva avvicinato a sé Heather, come se stesse ringraziando il cielo per aver recuperato il loro rapporto. Oppure per averla lì con se in quel momento, e non in un cimitero. Luke non sapeva se Heather avrebbe mai tirato fuori l'argomento, ma sperava di non doverle mai descrivere quel weekend, l'incidente e il fatto che lui stesse guidando. Sarebbe stato troppo doloroso. Sapeva che Heather, col suo cuore grande, non sarebbe mai riuscita ad essere arrabbiata con lui. Non l'avrebbe mai incolpato di nulla. Ma lui lo faceva, ogni singolo giorno, anche se una sola ora con lei alleviava un po' quel dolore.
Avrebbe voluto che la sua ragazza potesse vivere la sua vita appieno, con i bei ricordi dell'infanzia, dei momenti più belli passati con la famiglia e con gli amici. Perciò era deciso a creare altri magnifici momenti, senza perdersene uno.
— Parli del diavolo... — disse Calum. Tutti si girarono nella direzione in cui stava guardando.
Leona sembrava guardarsi attorno pensierosa. Probabilmente di Ashton.
Quando sembrò vederli, si avvicinò col suo solito atteggiamento spavaldo.
Heather capì cosa Ashton intendesse. Doveva averla spaventata quando qualche giorno prima le aveva detto che era pronta a provare a tornare amiche, perché lei chiaramente non lo era. Si mostrava forte e coraggiosa fuori, come se niente potesse ferirla, ma non era così.
— Ehi. — la salutò Heather, sorridendole.
— Ciao. —
Prima ancora che Leona potesse chiamare Ashton in disparte, Heather prese parola.
— I ragazzi mi stavano raccontando di quando siamo andati sul Rainier Square. Ti va di unirti a noi? — Per un attimo, Heather pensò di aver rovinato tutto, perché il solito sguardo di Leona era tramutato in confusione. Poi, quello sguardo svanì per fare posto ad un sorriso rilassato, e Heather fece lo stesso.
— C'è pizza a volontà. — disse Calum, facendo un po' di spazio. Nel frattempo, Ashton si alzò per lasciare il posto a Leona e recuperare un'altra sedia.
Rimasero a mangiare e parlare per ore, tanto che sembrò una serata instancabile. Non servì loro nient'altro. Fu come una vecchia rimpatriata, di cui però non si stancarono mai.
Avevano così tanto da recuperare che anche parlare delle sciocchezze li aiutava a legare.
Heather pensò al dolore che vedeva se si voltava indietro: a quello di Luke, dei ragazzi e di Leona. Ripensò al primo giorno in cui si era svegliata dal coma, alla voglia di essere morta in quell'incidente. Probabilmente il momento più brutto fu vedere i suoi genitori per la prima volta, con il petto gonfio di speranza, e non riconoscerli.
Ripensò allo scatolone pieno di foto che i suoi genitori le avevano nascosto, probabilmente perché Luke e i ragazzi avevano chiesto loro così. Ripensò alla foto che Luke aveva scattato a loro quattro. I suoi probabilmente l'avevano incorniciata per non farle leggere la dedica. Ma adesso non aveva davvero importanza.
Realizzò che fosse proprio quello il bello: non c'erano più fardelli nel loro presente, ma solo alle loro spalle, come ce n'erano per tutti.
E pensò che, forse, in quel preciso momento, se ne avesse avuta la possibilità, non sarebbe voluta tornare indietro.


E' ufficialmente finita "Amnesia"!
Vorrei ringraziare quelle persone che l'hanno seguita dall'inizio alla fine fedelmente, e coloro che continuavano ad aspettare un aggiornamento anche quando non davo segni di vita da oltre un mese. MI dispiace tanto per avervi fatto penare. 
Purtroppo, come avrete probabilmente notato, non sono stata molto attiva su Wattpad nell'ultimo anno. Molte cose sono successe e non starò qui ad annoiarvi con la mia vita personale. 
Sappiate solo che sebbene non ho seguito molto questa storia (tra aggiornamenti, scambi di letture etc) e sebbene sia rimasta piccola piccola in notorietà, non mi interessa. Sono grata a quei pochi che l'hanno seguita ed amata, e sono molto fiera della storia che ne ho ricavato perché ci sono molto affezionata.
Vi ringrazio dal profondo del mio cuore,
drunkonhemvings

p.s. non so se questa sarà la mia ultima storia su Wattpad. In ogni caso, è stato un bellissimo viaggio quello che ho intrapreso in questa comunità. Grazie.

amnesia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora