Io e Alex andiamo in un bar molto vicino alla nostra scuola, lui continua a parlare tutto il tempo di sua sorella e di come gli farebbe piacere che io la conoscessi, la giornata si fa noiosa e il rumore della porta che si apre mi distrae. Bryan entra accompagnato da un gruppo di ragazzi e ragazze, si siedono un tavolo dopo il nostro e Bryan mette il braccio attorno al collo di una ragazza tutta scollata che sembra uscita da un salone di bellezza. Ha i capelli color castano chiaro e gli occhi azzurri, è molto alta e ha i tacchi rossi che si abbinano perfettamente al suo vestito nero.
«Annah mi stai ascoltando?» chiede Alex interrompendo i miei brutti pensieri nei confronti di quella tizia è Bryan.
«Perdonami.»
«Devo dirti una cosa.» dice mordendosi il labbro inferiore e sembra molto nervoso.
«Tu mi piaci.» dice sospirando lasciandomi senza parole.
«Hai intenzione di rispondermi o...?» dice guardandomi confuso.
«Scusami è che non so cosa dire.»
«Hai ragione sono uno stupido.» dice prendendo le chiavi ed alzandosi.
«No non sei uno stupido.»
«Ciao Annah.» dice salutandomi in modo freddo lasciandomi da sola in quel bar e quando faccio per girarmi vedo lo sguardo di Bryan distogliersi di scatto da me quando si accorge che lo stavo guardando.
Faccio per andare via ma Bryan mi blocca la strada.
«Cosa c'è Bryan?»
«Vai a casa?»
«Cosa ti importa?»
«Devo andare anch'io»
«Sto andando a casa ma non ho intenzione di ascoltare le tue solite prediche per tutta la strada.»
«Quali prediche?» chiede facendo un sorriso malizioso mentre ci incamminiamo.
«Lascia stare.»
«State insieme?» chiede giocando col suo anello strano.
«Io e Alex? No, siamo solo amici, ma perché ti sto dando tutte queste spiegazioni.»
«Te l'ho chiesto.» dice aprendo la porta di casa.
«E tu con tutte quelle troie.» dico con aria quasi divertita. Lui ride ed io lo inseguo per le scale.
«Stai ridendo? Ti faccio ridere?»
«Si» dice fermandosi davanti la porta del bagno.
«Sei gelosa» continua.
«Io? Gelosa?'! Ahahaha mai lontanamente io potrei essere gelosa di te.» dico ridendo nervosamente.
«Sei una stronza»
«Anche tu sei stronzo»
«Vaffanculo Annah.» dice avvicinandosi molto a me tirandomi la spallina del reggiseno e va via.