«Bryan...» dico guardandolo in modo che si rimangi quella bugia. Mi faceva uno strano effetto quella frase detta da lui, ma perché dovevo mentire?
«Ero qui a chiederti per l'ennesima volta scusa ma..» si ferma a guardare il mio fratellastro «Vedo che non è valsa la pena» continua, Bryan sorride mentre io cerco di dire qualcosa ma non ci riesco, la verità è che non so cosa dire. Io tengo a lui, lo tengo nel cuore e lo terrò per sempre, ma non lo amo più, mi ha fatto troppo male per troppo tempo, per amarlo ancora.
Mi limito a guardarlo negli occhi mentre chiudo la porta e mi appoggio ad essa sedendomi a terra a gambe piegate.
«Cazzo» dico sentendo uscire la prima lacrima.
Bryan sta per andare via ma quando sente i miei singhiozzi mi raggiunge subito.
«Ehi... Annah, ti senti bene?» che domanda stupida, sto piangendo, come dovrei sentirmi
«No Bryan, non vedi?» dico mettendomi le mani in mezzo i capelli. Il ragazzo più bello che io abbia mai visto, mi asciuga le lacrime ed io sento una serie di brividi lungo il petto e la schiena, sempre lo stesso effetto.
«Perché?» dice dopo qualche minuto prendendomi la mano.
«Perché mi va tutto male, tutto!» dico piangendo più forte e quando lui lo vede stringe la mia mano.
«Mi manca mio padre» dico elencando le cose sulle dita della mano.
«Jack torna da me non so con quale faccia lo fa dopo che ho sofferto e ora mi fa ancora del male.» continuo.
«Non parlo da secoli con la mia migliore amica e infine...» dico ma lui mi ferma.
«Annah, tuo padre è con un altra donna?»
«Magari fosse solo questo» dico con una risata ironica.
«Mio padre è morto.» dico guardandolo negli occhi nel modo più profondo possibile per fargli percepire il mio dolore. Per quante persone io abbia accanto, solo lui può calmarmi, solo Bryan, l'unico in grado di farmi innervosire. (Rido tra me e me).
«Annah non sapevo che...» dice sedendosi di fronte a me.
«Non fa niente, non potevi saperlo. Degli uomini senza alcun motivo lo hanno rapito... e... lo hanno perquisito di tutto ciò che aveva di valore, pure i soldi...» dico prendendo fiato
«Annah se non vuoi parlarne posso fare a meno di saper...»
«Fammi finire» mi fa male raccontare, ma lui deve sapere.
«Ero una bambina e stavamo giocando quando io gli dissi di andarci a nascondere... io l'ho cercato, ma non l'ho più trovato. Lo trovò mia madre poi, nella nostra casetta di legno per gli attrezzi, sanguinante con un colpo di pistola evidente sulla testa. Ma io non lo vidi, ma lo immaginai. Se solo fossi andata io a nascondermi...»
«Non è stata colpa tua, non è stata colpa di nessuno. Tu sei qui, con me»
«Con te?»
«Sì, con me»
«E non voglio vederti triste...» continua lui.
«Mancava un ultima cosa... Tu sei il quarto motivo perché nulla mi va bene»
«Ti faccio soffrire Annah?»
«No, mi fai impazzire.»