capitolo due

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Seokjin si lasciò scappare un sospiro e abbassò lo sguardo sui fogli che teneva saldamente stretti tra le mani. Aveva passato tutta la giornata precedente ad informarsi su come e, soprattutto, dove poter appendere i suoi annunci, in cui aveva pensato di richiedere la massima serietà nelle lezioni, con testi ed esercizi. Per un momento il pensiero di non trovare l'insegnante perfetto gli passò per la mente e un brivido freddo scosse il suo corpo.

Appena li aveva stampati - parliamo di cinque o sei fogli, il giusto a suo parere - aveva già in mente di passare per le diverse bacheche del campus quella mattina stessa. Se non per appenderli, almeno per poter studiare i movimenti degli altri studenti. Si fermavano a leggere gli annunci? Erano almeno consapevoli che esistessero quelle bacheche? 

Pensa Seokjin, pensa. Fissò con insistenza quel pezzo di parete pieno di annunci. Una montagna di fogli pieni di richieste di ogni tipo e, probabilmente, il suo non sarebbe mai stato notato. Sospirò ancora una volta. Pensò a come fare per poter far sì che qualcuno lo chiamasse; l'annuncio doveva essere posizionato in modo tale che potesse essere bene in vista, sperando che qualcuno lo vedesse, quello era ovvio.

Dato che quel giorno non aveva niente di meglio da fare, decise di posizionarsi per diversi minuti davanti a tutte e cinque le bacheche principali, facendo i suoi studi silenziosamente. E, in effetti, non erano proprio molti gli studenti che lasciavano cadere gli occhi sugli annunci. Sarebbe stato un completo disastro.

"Jin-hyung?".

Seokjin sobbalzò leggermente e si voltò tenendo una mano sopra il petto, trovandosi Hoseok davanti, mani sulle fasce dello zaino e sorriso stampato in volto, pronto a portargli un po' di allegria. Una visione che gli scaldò il cuore.

"Ah, Hobi! Conosci nessuno che dia lezioni di inglese?" domandò, rimanendo a guardarlo intensamente. Era la sua speranza più grande quella di avere una scorciatoia per arrivare alla meta finale. Il minore scosse la testa.

"Purtroppo no - rispose Hoseok, mordendosi l'interno della guancia, senza riuscire a farsi venire in mente una persona in particolare - Yoongi non può aiutare?".

Solo a sentire il suo nome, Seokjin sentì anche la rabbia salire. "Pft, quel disgraziato, ha detto che lui ha passato l'esame per pura fortuna" borbottò il maggiore, sollevando gli occhi al cielo. Lo sapeva, lo sapeva che quel disgraziato, sotto sotto, sapeva molto più di quel che dava a vedere.

"Se trovo qualcuno che sia bravo in inglese, te lo faccio sapere appena possibile" disse Hobi, annuendo energicamente, prima di ricordarsi dell'inizio della lezione successiva e salutarlo, cominciando a correre.

Seokjin gli sorrise leggermente e poi rimase solo nel corridoio, cercando di pensare di meno e agire di più. Prese una puntina da disegno dal piccolo contenitore e fissò uno dei fogli alla bacheca, prima di abbandonarla e passare a quella dopo. 

Una volta rientrato nell'appartamento, si lasciò cadere sul divano, con il volto rivolto verso il basso sperando di soffocare il più velocemente possibile. Era una frana, ma sperò davvero di avere fortuna e cominciare subito.

"Hai appeso i tuoi annunci?" domandò Yoongi, sbucato fuori dalla sua tana per appoggiarsi contro il muro e sentire come fosse andata. Forse sarebbe dovuto andare insieme a lui, o forse era stato meglio lasciarlo andare da solo. In tutta risposta, ricevette un mugolio disperato.

"Avanti, ci sarà sicuramente qualcuno che ha bisogno di un po' di soldi e soddisfazione personale, sono convinto che ti chiameranno". 

"Grazie per le tue parole di conforto, ma uno straccio anche dopo averlo riposto con cura, rimane sempre uno straccio" mormorò Seokjin, voltando appena la testa di lato.

"Ti va se per questa sera ordino qualcosa? - provò a distrarlo Yoongi - scegli tu, opterei per una pizza formato gigante". E si diresse lentamente verso il mobile accanto all'entrata per prendere il volantino.

"Io ci voglio il solito sulla mia, e non ti azzardare a far mettere la salsa piccante come hai fatto la scorsa volta - disse mettendosi a sedere, lanciandogli uno sguardo che avrebbe potuto farlo ardere vivo - per colpa tua ho rischiato che la lingua si staccasse da sola ancora prima che la staccassi io stesso!".

Yoongi scrollò le spalle facendo finta di nulla, cominciando subito a ridacchiare tra sé al ricordo di Seokjin impazzire e correre per tutta casa cercando qualsiasi cosa potesse aiutarlo ad attenuare il bruciore. Il minore digitò velocemente il numero della pizzeria. In un certo senso, sperava davvero di tirargli un po' su il morale, anche se la missione sembrava impossibile.

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