capitolo uno

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"Non posso crederci, non l'ho passato, di nuovo!" urlò una voce che fece tremare le quattro mura di quel piccolo appartamento che si trovava nell'edificio uno del complesso all'interno del campus universitario. Seokjin scosse la testa ripetutamente, stropicciando il foglio che aveva appena stampato. In quel momento, rimpianse di aver sprecato a quel modo la carta, avrebbe potuto benissimo farne a meno.

"Cosa c'è? Cosa succede?" domandò il suo compagno di stanza, facendo la sua comparsa dalla cucina dopo aver preparato il secondo caffè del pomeriggio. Non che fosse la soluzione migliore, troppi caffè sicuramente non facevano bene, ma non c'era cosa migliore per aiutarlo a rimanere sveglio e continuare con i suoi lavori, non c'era proprio.

"Non riesco a passare questo stupido esame di inglese, ormai sto perdendo tutte le speranze, è praticamente impossibile!" piagnucolò Seokjin, lasciandosi cadere all'indietro sul divano. Stringeva tra le dita quell'infame pezzo di carta talmente forte, che le nocche avevano cominciato a diventare bianche.

Non ricevette alcuna risposta in un primo momento e questo lo innervosì leggermente. Davvero il suo coinquilino non aveva nemmeno una parola di conforto in una situazione simile?  Per un istante l'idea di andare a fare domanda per una stanza singola gli passò per la mente. Se non fosse che ormai lui aveva quasi portato a termine la sua carriera universitaria.
"Ah, mi dispiace non poterti aiutare, lo sai che sono negato" disse l'amico, continuando a sorseggiare la sua bevanda calda. 

Seokjin si risollevò in un istante e voltò lo sguardo verso di lui, gli occhi spalancati e le fiamme dell'inferno che ardevano dentro di essi. Era giunto il momento di chiedere il divorzio da quell'amicizia. "Yoongi! Tu lo hai passato questo esame!" gli urlò, facendolo sussultare leggermente.

"È stata tutta fortuna, il sistema-- è un sistema corrotto!" cominciò a blaterare il minore agitando la mano da una parte all'altra per enfatizzare il suo discorso, lasciando Seokjin completamente perplesso. Il maggiore sollevò un sopracciglio senza capire minimamente. Ma cosa stava dicendo? Forse era colpa di tutti quei caffè e ormai si era bevuto perfino il cervello.

Seokjin sentiva quel fastidio che solo un tic all'occhio poteva causarti. Doveva fermarlo prima di farlo fuori con le sue stesse mani. "Ammetti semplicemente che anche se non lo dai a vedere, capisci l'inglese molto più di quanto tu voglia far credere!" urlò puntandogli il dito contro, non riuscendo a calmarsi in nessun modo.

"Sono più che sicuro che la prossima volta andrà bene - disse Yoongi sollevando leggermente le spalle per poi scrollarle come a volersi togliere quelle accuse di dosso - devi solo applicarti di più, tutto qui" continuò poi, prima di passare oltre il salotto per raggiungere la propria camera.

Il maggiore rimase immobile sul divano. Lo sguardo era fisso in un punto non definito del soffitto, talmente penetrante che se avesse potuto, avrebbe creato un cratere per potersi far cadere addosso tutto l'arredo al piano superiore. E nel mentre pensava ad un modo per far sì che potesse succedere, cercò di capire che cosa ci fosse di sbagliato nel suo metodo di apprendimento.

Si era impegnato tantissimo nello studio della grammatica dannatamente diversa da quella coreana e ciò la rendeva ancora più difficile da comprendere. Si era fatto in quattro per applicare quelle regole che sembravano non avere un senso logico né nel primo momento in cui si era approcciato a loro né in un secondo. Aveva fatto indigestione di film e serie tv, e di libri, insomma tutto ciò che potesse aiutarlo.

Eppure tutti quegli sforzi non sembravano essere ripagati. Si trovava nuovamente al punto di partenza. Non riusciva a crederci; gli mancava solamente quell'esame e poi, finalmente, si sarebbe potuto laureare. Non aspettava altro, era la sua soddisfazione personale, ma voleva rendere orgogliosi anche i suoi genitori. Non aspettava altro che il giorno in cui sarebbe potuto tornare a casa insieme a loro, mostrando di essere riuscito ad arrivare molto lontano, rendendo felice anche il resto della sua famiglia.

Con il pensiero fisso di voler arrivare alla fine del suo percorso universitario, si rimise a sedere e cercò di stirare con le mani il foglio che fino a quel momento aveva torturato e guardò nuovamente il risultato.

Non faceva proprio orrore, ma doveva migliorarsi per alzarlo, doveva farlo a qualsiasi costo. Non voleva accontentarsi del minimo indispensabile per passare l'esame ma, al contrario, voleva dimostrare che poteva fare di meglio.

"Yoongi! - esclamò alzandosi dal divano per raggiungere la stanza del coinquilino che si era già posizionato davanti al computer per poter continuare con i suoi lavori - ho bisogno di qualcuno che mi faccia lezioni di inglese".

Il minore rimase per qualche istante con lo sguardo fisso verso il monitor e poi si voltò per guardarlo, mandando giù un sorso di caffè. "E come pensi di trovarlo in camera mia?" gli chiese, socchiudendo gli occhi in due piccole fessure.

Seokjin, inspirando profondamente, alzò gli occhi al cielo, sinceramente stanco di lui e del suo atteggiamento. Disgraziato!

"Magari, mi sono detto, conoscevi qualcuno che potesse farmi ripetizioni!" rispose Jin, con la voglia matta di prendere a testate il muro, piuttosto che continuare a parlare ancora di quella disciplina.

"Meno vedo le persone, meglio sto, cosa ti ha fatto venire in mente che io potessi conoscere qualcuno che insegna inglese?" domandò Yoongi, sospirando leggermente. Era dell'umore di portare avanti qualcuno dei suoi lavori e non voleva fare altro, Seokjin lo stava solamente distraendo in quel momento. 

"Esci e fai amicizie!" gli urlò Jin, scuotendo la testa. Il suo livello di sopportazione stava seriamente raggiungendo il limite massimo.

"Potevi studiare spagnolo" borbottò il ragazzo davanti al computer, beccandosi un'occhiataccia, prima che Seokjin se ne andasse facendo sbattere la porta per tornare in camera sua.

Se la sarebbe cavata anche da solo, in un modo o nell'altro avrebbe trovato qualcuno disposto ad aiutarlo con quell'esame e lo avrebbe passato. Era molto fiducioso, forse fin troppo.

MOON | NamjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora