capitolo quattro

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Seokjin sbuffò passandosi una mano sul volto. Guardò il calendario appeso sulla parete della cucina e sospirò ancora una volta. Era ormai passata una settimana da quando aveva lasciato i suoi annunci e nessuno gli aveva ancora dato una risposta concreta.
Aveva chiamato qualcuno, certo; da una parte alcune ragazze che volevano - a quanto sembrava - accertarsi che fosse davvero il suo numero e dall'altra ragazzi che volevano sapere come essere belli anche loro per poter fare colpo.  Sapeva che quello non poteva essere altro che un test della sua pazienza, altrimenti non si spiegava. La sua blocklist stava cominciando a riempirsi a vista d'occhio.

Decise che una volta finito tutto, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata cambiare numero di telefono e così nessuno lo avrebbe più disturbato inutilmente e nei momenti più importanti della settimana, come durante la partita di Monopoli del giovedì sera.

"Ho portato anche Jungkook!" esclamò Hobi una volta entrato un casa, assieme al ragazzo. Era, infatti,  il più piccolo della combriccola e anche il più coccolato da tutti, soprattutto da Hoseok che, fin dal primo momento, lo aveva preso sotto la sua ala. Forse era anche per quel motivo che Jungkook non doveva subirsi le gite fuori porta.

"Ah, Jungkook-ie, finalmente! Era da un pò che non ti facevi vedere!" esclamò Seokjin andando incontro ai propri ospiti per poterli salutare a dovere. Li invitò a lasciare i cappotti sull'appendiabiti o sul divano, non aveva molta importanza. 

"Hyung, ci siamo visti la settimana scorsa!" mormorò ridendo il più piccolo.

Seokjin scrollò appena le spalle e disse loro di sedersi al solito posto mentre finiva di portare i vari snacks sul tavolo. Fortunatamente, Yoongi si era offerto volontario per andare a comprarli al minimarket del campus dato che Seokjin aveva passato la maggior parte della giornata in biblioteca, dimenticandosi completamente di andare a prenderli lui stesso.

"Dov'è quel disgraziato di Yoongi-hyung? - disse Hobi, chiamandolo per poi alzare la voce in modo che potesse sentirlo anche dalla sua stanza - o forse dovremmo chiamarlo vecchietto?" e face un occhiolino a Seokjin. Cominciarono a ridacchiare insieme poco prima che Yoongi facesse la sua entrata.

"Oh wow, come siamo spiritosi - disse il ragazzo raggiungendo il resto della compagnia - siete proprio divertenti, sto ridendo" aggiunse poi Yoongi presentandosi davanti a loro con le labbra tirate, stette in una linea sottile.

Tutti e tre scoppiarono in una risata. "Il ritratto della felicità" commentò Hoseok, prima di sedersi e cominciare a preparare il tavolo da gioco.

Anche Seokjin stava per prendere posto al tavolo, pronto per stracciare quelle teste calde e dare loro una lezione, quando il campanello lo avvisò che qualcuno lo stava aspettando alla porta. Il ragazzo si fermò e guardo Yoongi che gli rispose scrollando le spalle e uno sguardo interrogativo a sua volta. Chi poteva essere?

Non gli restava che andare a controllare; fingere di non essere in casa non avrebbe funzionato quando la risata di Hoseok poteva essere sentita in ogni dove. Con un veloce gesto della mano, si sistemò i capelli ed aprì la porta, rimanendo per qualche momento come pietrificato davanti a quella persona che, prima di quel momento, non aveva mai visto.

Nonostante conoscesse la maggior parte dei visi che incontrava spesso per i corridoio del campus, quello del ragazzo davanti a lui gli era nuovo e si perse nell'esplorazione di quella novità che, per quanto poi avrebbe fatto fatica ad ammettere, lo aveva rapito completamente.

Era leggermente più alto di lui, non di molto, ma abbastanza per dover alzare di poco lo sguardo per perdersi nei suoi profondi occhi scuri che, a loro volto, rimasero a fissarlo. Quello sguardo lo fece sentire improvvisamente minuscolo. 

Quell'istante stava diventando una vita, se Seokjin non avesse rotto il silenzio, avrebbe potuto prenderlo come un maleducato che fissa le persone. "Posso aiutarti?" domandò Seokjin, sbattendo le palpebre per risvegliarsi.

"Sto cercando Park Jimin, è questa la sua stanza?" chiese il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli color pesca bagnando leggermente le labbra con la punta della lingua. Sul suo volto era ben visibile la sua stanchezza.

Seokjin non si aspettava che la sua voce fosse così profonda. Ciò lo fece rimanere nuovamente paralizzato per qualche istante, sentendo il petto stringere nel momento in cui lo sconosciuto gli rivolse un piccolo sorriso adornato da delle fossette. Se non fosse stato un gesto sgarbato da rivolgere ad uno sconosciuto, sicuramente Seokjin avrebbe fatto affondare la punta delle dita in quelle fossette.

"No, mi dispiace, però se non mi sbaglio la sua stanza è al piano inferiore, la numero 83, questa è la 93" rispose il padrone di casa, cercando di non guardare troppo il ragazzo. No, non era per nulla educato fissare con tanta insistenza le persone, ma non riusciva a farne a meno; non riusciva a staccare dal suo viso, specialmente dai suoi occhi. E se era vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, beh, Seokjin aveva appena trovato la sua poesia.

"Oh, devo aver capito il numero sbagliato mentre prendevo nota! - disse il ragazzo, sembrando molto più impacciato di quanto desse a vedere - Sarà meglio che io mi sbrighi, ti ringrazio davvero molto" e detto questo se ne andò via, salutandolo meticolosamente.

"Allora, chi era?" domandò Hobi, dopo aver sentenziato che lui avrebbe fatto la cassa e nessuno poteva impedirglielo.

"Una persona che aveva semplicemente sbagliato stanza, allora, cominciamo?" disse Seokjin prendendo posto a sua volta, pronto a vincere la partita.

Rimase a fissare per qualche momento il tavolo da gioco mentre i ragazzi distribuivano il materiale e espirò lentamente. Come avrebbe fatto a concentrarsi, se la sua mente era proiettata su una persona di cui non sapeva nemmeno il nome?


˗ ˏ ˋ uwuland ˎ ˊ ˗

opened this solo per dirvi che namjoon nella foto è so so precious, una dedica speciale a cherryblossomsmy 🌻

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