capitolo sette

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Era arrivato quel momento dell'anno in cui le foglie cominciavano lentamente a rinsecchire e a staccarsi dagli alberi, cadendo dolcemente verso il terreno. Settembre stava lasciando il posto al mese successivo, e così l'estate all'autunno. Come passava velocemente il tempo, soprattutto quando non ci si accorgeva nemmeno di respirare.

Ed era proprio così che stava vivendo la sua vita, come in una bolla. Chiuso all'interno di essa, con quella poca aria che aveva a disposizione, respirava sempre meno per poterne tenere di più da parte.
Il tempo, la forma astratta più distruttiva che potesse esistere. Anche rimanendo indietro, bloccati in un dato momento, lui continuava a passare indisturbato, non curante della nostra condizione, dei nostri sentimenti.

Seokjin riaprì gli occhi, improvvisamente lucidi a causa di quei pensieri che continuavano a volteggiare con insistenza nella sua mente. Si guardò attorno alzandosi sui gomiti. Era sdraiato su di una coperta nel bel mezzo del parco che costeggiava l'Han River. Si sistemò nuovamente sulla coperta ed alzò lo sguardo verso il cielo.

Socchiuse appena gli occhi e poi, senza che nessuno lo disturbasse, lasciò che l'azzurro entrasse dentro di essi, avvolgendolo in un abbraccio, confortandolo da quella solitudine che lo stava distruggendo.

Le nuvole sembravano avere la morbidezza dei capelli di lei. Allungò la mano verso di esse e provò ad accarezzarli lentamente, mentre una lacrima scorreva lentamente lungo la sua tempia.

"Che cosa stai facendo?" domandò una voce sopra di lui che, in quel momento, non riuscì a riconoscere.

Alzò gli occhi verso la persona che gli aveva appena parlato e si ritrovò nello sguardo di quel ragazzo, quello stesso ragazzo che si era presentato inaspettatamente davanti casa sua.

Seokjin non rispose, rimase ad osservarlo e poi scosse appena la testa. Non poteva essere vero, lui non poteva essere davvero lì con lui.

"Jin, è successo qualcosa mentre ero a prendere le bibite?". Le bibite? Ma cosa stava dicendo? Non sapeva nemmeno il suo nome, come era possibile che fossero usciti per fare una passeggiata?

Provò a dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola. Le sue labbra sembravano serrate, come se qualcosa le tenesse unite contro la sua volontà. Scosse quindi la testa, dicendo silenziosamente che non era successo niente e tornò a guardare il cielo.

"E' meraviglioso, vero? - mormorò il ragazzo alludendo al cielo che Seokjin stava osservando con stupore - Sono contento che abbiamo deciso di vederci qui per parlare, spero di poter essere un valido insegnante per te" disse il ragazzo, facendo voltare nuovamente Seokjin verso di lui.

Che cosa? "Valido insegnante"? Quando gli aveva scritto Taehyung? Come diavolo era finito in quella situazione? La sua testa cominciò a girare vorticosamente. Provò a parlare nuovamente, senza risultati nemmeno questa volta.

"Seokjin!" urlò una voce dietro di lui.

Seokjin distolse lo sguardo da quello del suo interlocutore e si voltò per guardare nella direzione da cui proveniva la voce.

Che diavolo ci faceva Yoongi lì? Ma soprattutto, perché stava correndo?

Doveva essere un sogno.

"Jin!" urlò la voce ancora più forte, facendo sobbalzare il ragazzo. Spalancò gli occhi, cominciando a guardarsi attorno e si ritrovò nella sua camera da letto, in un bagno di sudore.

"Ti ci è voluto un po' per svegliarti, eh? Hai visto qualcosa di carino?" domandò Yoongi, alzando un sopracciglio.

Seokjin respirò pesantemente e cominciò a ridere, scuotendo la testa. "Sai da cosa ho capito che fosse un sogno?" chiese Jin al suo coinquilino.

"Pft, da cosa?".

"Stavi correndo, penso di non aver mai fatto un sogno così surreale prima di questo" rispose Jin cominciando a ridere ancora più forte, divertito soprattutto dallo sguardo confuso di Yoongi.

Una volta rimasto nuovamente solo, Seokjin si mise a sedere e passò le mani diverse volte sul volto, tentando di allontanare il più possibile i ricordi di quel sogno. Non poteva credere di essere così preso da una persona che nemmeno conosceva tanto da arrivare a sognarla. Doveva sapere di più, doveva conoscere ciò che non sapeva, ma soprattutto doveva entrare nella vita di quel ragazzo.

MOON | NamjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora