Capitolo 15

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Giorno: 6

Passarono tre lunghi e interminabili giorni, nei quali, Jeff non si fece vivo. Erano tornati da quell'omicidio giorni fa, al che, il killer rinchiuse Nicole nella sua stanza e non la riaprì più. La ragazza era ormai allo stremo delle forze, visto che adesso stava iniziando a soffrire di insonnia e la fame e la sete continua, la stavano distruggendo. Tra l'altro, rimanendo sempre chiusa in quella stanza dalle finestre serrate, non riusciva più a capire la reale cognizione del tempo.

La verità è che essa non aveva nemmeno provato a chiedergli di farla uscire, non aveva la forza sufficiente per affrontare un'altra prova. Preferiva rimanere chiusa in quella piccola stanza buia, piuttosto che subire qualche altra tortura, psicologica o fisica. Ogni tanto si accovacciava vicino la porta per capire se Jeff fosse realmente in casa o no, ma ogni volta non riusciva a sentire nulla, nemmeno il rumore di un piccolo passo.

- E se magari se ne fosse andato lasciandomi qui? No impossibile. Di sicuro starà architettando qualche nuova tortura o omicidio.

Si impose di non continuare a pensarci e di rimettersi a dormire. Proprio nel mentre chiuse gli occhi però, il suo stomaco iniziò a brontolare. Cercò di ignorare i morsi della fame e di rimettersi a letto, ma il continuo bisogno di cibo la stava uccidendo, così per la prima volta in questi tre giorni, decise di farsi sentire chiedendo aiuto. Forse avrebbe potuto risponderla, magari liberarla o magari... Nemmeno era in casa.

Cercò di fare forza aprendo la porta, ma ovviamente essa era chiusa a chiave. Dopo averlo constato iniziò a dare pugni alla porta per richiamare la sua attenzione.

- Hey Jeff sei ancora qui? Ti prego.. Quando ti deciderai a farmi uscire?? - Continuò così per altri due minuti. - Insomma almeno portami un po d'acqua accidenti!

Diede un ultimo e forte calcio alla porta per poi cadere a terra arrabbiata.

- Perchè cazzo!! Perchè??!! - Si rialzò di scatto per poi colpire di nuovo la vecchia porta.

- Fammi uscire!! - Un altro colpo secco.

- Sbrigati ad aprire questa cazzo di porta!

Un colpo, due colpi, tre colpi.

- Fammi... - Sta volta un pugno. - Uscire!! - Un calcio.

Il suo stomaco prese a brontolare e lei si portò le mani alla testa.

- Non ce la faccio più.. - Disse appoggiandosi alla porta. Questa iniziò a scricchiolare.

Nicole si girò di scatto, potendo realmente constatare che la porta fosse ormai danneggiata. Infondo si trattava di legno marcio. I suoi colpi potevano averla per la maggior parte rotta, magari poteva aprirsi a questo punto no? Decise di tentare, si posizionò più distante che potè davanti a lei per poi correrle incontro e buttarsi a capofitto addosso, dandole una forte spallata. A questo punto la porta già vecchia di suo si sfondò in un colpo netto. La spalla della ragazza prese a sanguinare ma non se ne preoccupò molto.

- J-Jeff? - Si chiedeva se questo gesto avesse richiamato la sua attenzione ma a quanto pare no.

- Forse è vero che se ne è andato.

Scese al piano di sotto e controllò in tutte le stanze, ma non trovò nessuno. Subito dopo entrò anche nella cucina alla ricerca di cibo. Controllò nel frigo e nelle dispense ma trovò solamente un vecchio cesto con della frutta, assieme ad una bottiglietta d'acqua ormai calda. 

- La frutta è ancora buona. Deve essere stato lui a prenderla poco tempo fa..

Nicole senza pensarci due volte, prese una mela e la addentò, poi fece la stessa cosa anche con due clementine. Infine bevve un sorso d'acqua, usandone un po anche per ripulirsi la piccola ferita alla spalla. Quando ebbe finito prese la drastica decisione di uscire da quella casa, anche se per lei tutto questo risultava parecchio strano.

Insomma dove era finito Jeff?

In cuor suo sapeva che qualcosa sarebbe andato storto, sentiva come se da un momento all'altro sarebbe successa una catastrofe. Per sua fortuna trovò la porta di quella casa aperta, ed uscì senza voltarsi indietro. Non sapeva del perché stesse correndo, infondo non la inseguiva nessuno, eppure era convinta che tutto questo non sarebbe finito così facilmente, infondo i dieci giorni non erano ancora conclusi. Sarebbe stata tranquilla solamente quando questi sarebbero passati.

Aveva qualcosa in mente. Da quanto aveva capito Jeff The Killer non lasciava mai niente in sospeso. Camminò per un tempo che le sembrò infinito, e quando il buio calò sulla sua testa decise di sedersi sotto un albero per riposarsi.

Non sapeva ancora che tutto questo, era stato accuratamente programmato, era solamente un altra prova da superare... La più difficile di tutte.

Sick Game • JeffTheKillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora