Capitolo 8

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Era passato non molto da quando Nicole era salita su quella macchina, la pioggia ormai si era trasformata in un vero e proprio acquazzone e la centrale di polizia ormai, distava solo pochi chilometri.

- Hey sei sveglia? Siamo arrivati. - Disse l'uomo qualche minuto dopo.

- Sì ci sono.

Scesero entrambi dall'auto, ognuno con un ombrello sulla testa, ed entrarono subito nell'edificio, ritrovandosi davanti ad un agente dallo sguardo abbastanza serio.

- Buongiorno signore.. Noi siamo qui per questa ragazza, l'ho trovata in condizioni abbastanza malandate in un paese qui vicino. Lei mi ha confermato di essere la ragazza scomparsa una settimana fa.

Andarono entrambi in una stanza e il poliziotto fece alcune domande a Nicole, cercando di capire se non si trattasse di uno scherzo o un malinteso.

- Molto bene signorina, abbiamo finito. Posso dire di avere abbastanza dati per capire con certezza che lei è veramente la Nicole Tomhson scomparsa poco tempo fa. Se vuole adesso posso andare ad avvertire i suoi genitori. La chiameremo noi tra qualche giorno per chiederle qualcosa in più sull'accaduto.

- Okay.. Va bene. - Disse sospirando.

- Va tutto bene? - Le chiese il tassista.

- Sì tranquillo. La ringrazio, senza di lei non sarei mai potuta tornare a casa.

- È stato un piacere. Adesso io però devo proprio andare, rimettiti eh!

- Certo, arrivederci..

La ragazza, mentre aspettava i suoi genitori, si mise a guardare fuori dal finestrino l'imminente pioggia, che quasi non cessava di cadere al suolo.

- Mh.. Chissà se quella sottospecie di casetta abbandonata e malridotta possa reggere alla forte tempesta.. Ah! Ma che vado a pensare!

A distogliere i suoi pensieri, fu l'aprirsi di una porta, rivelando la figura dei genitori ansiosi di rivederla. La madre appena la incrociò con lo sguardo corse subito da lei.

- Oh Nicole stai bene!! - Disse abbracciandola forte, il padre invece le sorrise. - Per fortuna quel mostro non ti ha fatto niente di grave!

- Sì, sì, va bene! Ma adesso lasciami che mi stai uccidendo.

- Scusa tesoro è che.. Sono molto sollevata dal fatto che tu sia sana e salva.

La trattennero ancora un po' li per accertarsi che stesse davvero bene per poi salire in macchina.

- Oggi io e tua madre abbiamo deciso che dormirai a casa con noi. E non si discute!

- Ma non ce ne bisogno! E poi ho già un appartamento tutto mio..

- E dai Nicole sarà solo per questa notte, cerca di capire! Eravamo preoccupatissimi.

- Uff, daccordo! Ma solo per oggi..

Quando finalmente la macchina partì Nicole poté rilassarsi, senza essere assillata da domande di ogni tipo. Poi però le venne in mente qualcosa che le fece gelare il sangue, qualcosa che la rendeva infinitamente triste. Non sapeva se chiedere spiegazione ai genitori, non era neanche sicura di volerle, ma si fece ugualmente coraggio e parlò.

- Ehm.. Mamma?

- Cosa c'è?

- Senti io... Volevo chiederti di.. Sì insomma di Ethan. -

La donna sbiancò.

- Come mai questa domanda?

- Ecco.. Vedi quando Jeff The Killer entrò in casa mia, mi disse qualcosa a cui non potevo credere...

- C-Cosa ti disse esattamente?

Nicole spiegò alla madre per filo e per segno come era avvenuta la vicenda, e mentre la donna la ascoltava anche il padre rimase con le orecchie aperte. Gli raccontò della telefonata, dell'urlo che si sentí e infine alla chiamata della polizia, il tutto detto con voce tremante.

- Tesoro non preoccuparti. Adesso è passato.

- Sì ma ancora non mi hai risposto! Mamma ascolta... Ethan è morto, sì o no?

La madre non sapeva cosa dire, di certo non voleva che sua figlia soffrisse.

- Ascoltami Nicole.. Possiamo andare prima a casa?

- No! Per favore rispondimi! Ovviamente Jeff mi ha mentito solamente per farmi soffrire...

- Ecco..

- V-Vero?

- No tesoro, mi dispiace.. - Disse di scatto il padre.

- C-Come??

- Quel pazzo non ti ha mentito. È vero... Lo ha ucciso. Mi dispiace...

- John! Avresti potuto dirglielo in maniera più comprensiva!

- Hanna ma per favore! Non esiste una maniera giusta per dire certe cose! È comunque meglio saperlo da noi che da altre persone..

La ragazza rimase in silenzio, aveva come un vuoto dentro lo stomaco e non riusciva a liberarsene. Ethan, il ragazzo con cui ha condiviso gli anni del liceo, hanno intrapreso la carriera della psicoterapia insieme, e adesso...

- Siamo arrivati.. - Disse suo padre.

Nicole scese di corsa dalla macchina dei genitori e si affrettò ad entrare in casa, rifugiandosi nella sua vecchia stanza da letto. Era triste, questo sì, ma ancor più amareggiata.

Non sapeva se sarebbe riuscita a dormire quella notte...

Sick Game • JeffTheKillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora