Capitolo 19

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Non vedeva più nulla, solo nero. Sentiva delle voci, voci ovattate e confuse. L'unica cosa che ricordava era un dolore lacinante per tutto il corpo, forte e disumano, come se qualcuno gli avesse... Dato fuoco? Il mondo attorno a lei tremava tutto, come se qualcuno la stesse trasportando, poi all'improvviso si fermò tutto: Niente rumori, niente voci, niente sensazioni. Solamente... Il vuoto più totale.

3 GIORNI DOPO

L'aria attorno a lei respirava di disinfettante e le forti luci sulla sua testa le rendevano difficile aprire gli occhi. Dopo qualche minuto, come per volersi riabituare al mondo esterno, Nicole riuscì ad aprire gli occhi ed a mettere a fuoco l'ambiente intorno a lei. Si trovava in un camera bianca e spoglia, munita solamente di una piccola finestra, una sedia in legno, un letto e dei macchinari con dei fili attaccati... Attaccati a lei. Molto probabilmente erano delle flebo, intanto tutto il resto del suo corpo era fasciato.

- Che cosa mi è successo? - Pensò.

Ad un tratto la porta si spalancò, rivelando due figure provenire verso di lei. L'uomo appena entrato, la guardò con sguardo serio, per poi accennare un sorriso.

- Kate per favore, adesso puoi lasciarci un attimo da soli? - Disse rivolgendosi a quella che pareva una semplice infermiera.

- Certamente. - Disse poi lei, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta.

Fatto ciò, l'uomo prese a sedersi sulla sedia, rivolgendo il suo sguardo a Nicole.

- Vedo che ti sei svegliata finalmente.

- F-Finalmente? Cos.. Ma...

- Quanto hai dormito? Esattamente tre giorni. - Disse anticipando la sua domanda. - Comunque io sono il dottor Roth, tu sei Nicole Thomson giusto?

- Che... Che mi è successo? - Chiese ignorando la sua domanda.

- Non ti ricordi niente?

- No.. Non mi pare...

- Ti spiegherò tutto io stai tranquilla.. - Rispose, cercando di essere il più tranquillo possibile. - Vedi Nicole...

- Mi scusi ma... - Lo interruppe.

- Si?

- Dove sono i miei genitori? Sa... V-Vorrei avvertirli che sono sveglia... Non vorrei farli preoccupare..

L'uomo impallidì.

- Prima... Perchè non lasci che ti spieghi cosa ti è successo?

- Con tutto il rispetto... Ma.. Vorrei che fossero loro a dirmelo.

- Nicole ti prego ascoltami... Ci parlerai dopo con i tuoi genitori, li avvertirò io, adesso sei ancora troppo debole per ricevere visite..

- Daccordo.. In questo caso...

- Ti avviso però che non è una notizia facile da digerire.. Vuoi aspettare di stare un po meglio per sapere cosa..

- No mi scusi, ma voglio saperlo ora cosa mi è successo.

- Sei proprio sicura?

- Certamente.

- Va bene.. Se insisti. Vedi Nicole, il tuo corpo ha subito varie ustioni non indifferenti su tutta la sua superficie. E mettendo conto di questo è molto probabile che i segni di questa esperienza, ti rimarranno per tutta la vita. Hai bisogno di parecchi mesi per poter tornare alla tua vita normale... Ed ora come ora... Non sei in condizioni di muoverti o far nulla..

La ragazza rimase in silenzio, scioccata dalle parole del medico.

- E... Precisamente quanti mesi..?

- Non voglio mentirti... Potrebbe volerci anche più di un anno per tornare alla tua vita normale, contando poi tutti i programmi di riabilitazione che dovrai fare.

Si sentiva gli occhi pizzicare, ma non avrebbe pianto, non adesso. Non era ancora del tutto soddisfatta, aveva ancora una domanda da chiedere.

- Dottore...

- Si?

- Come è successo?

- E-Ecco... Ora non posso parlartene..

- Cosa? Perchè??

- Hai già saputo abbastanza... Te lo dirò quando sarai nelle condizioni fisiche e mentali giuste da sopportalo..

- Sopportalo?? È una cosa così sconvolgente??? E perchè non ricordo niente?! - Disse iniziando ad agitarsi.

- Ti prego, cerca di stare calma... Adesso devi solo pensare a guarire.. Il resto per ora non conta, te lo dico da amico.

- Almeno... Quando potrò rivedere i miei genitori? - Chiese rassegnata.

- Per ora no... Non ancora..

- Quanto dovrò aspettare??

- Il tempo necessario. - Rispose diventando improvvisamente rigido. - Adesso perdonami ma devo andare. Verrà l'infermiera tra qualche ora a portarti la cena, adesso cerca di riposare. - Disse uscendo.

Chiuse la porta e andò via, mentre mille pensieri si insinuavano invece nella mente di lei.

Sick Game • JeffTheKillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora