Capitolo 4✔️

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Aveva il respiro affannato e il cuore le batteva a mille.

- Eh no cara! Adesso tu vieni con me!

La prese per il braccio sano trascinandola fuori. Senza perdere altro tempo, Jeff la spinse di forza dietro un cespuglio, mimetizzandosi col buio della notte.

- Adesso prova a dire qualcosa e morirai sul posto - Le sussurrò, con il coltello puntato alla gola.

Proprio in quel momento, si sentirono le sirene della polizia avvicinarsi alla casa e degli agenti armati di pistola fecero irruzione nell'appartamento. Nicole deglutì sperando con tutto il cuore che si accorgessero di lei, ma nel frattempo, Jeff aveva iniziato a correre, strattonandole forte il braccio per invitarla a muoversi.

- Dove stiamo andando??

- Sbaglio o ti avevo detto di tacere?

Corsero a perdifiato per non seppe nemmeno quanto tempo, fino a quando non si ritrovarono all'interno di una fitta foresta. Solo allora si fermarono.

- Li abbiamo seminati quegli stronzi..

La ragazza intanto cercò di riprendere fiato, anche se le risultò difficile visto che il killer teneva ancora saldo il suo polso, e questo le causava non poca agitazione. Lo vide guardarsi intorno e solo quando fu certo che nessuno li avesse seguiti, si tolse il cappuccio della felpa. Nicole sgranò gli occhi nel constatare che quelli che portava addosso, altri non erano che i vestiti di Ethan. Le sembrò logico dopotutto, doveva per forza essersi cambiato lì.

- Già stanca? - Disse lui, riscuotendola.

Non rispose.

A quel punto si sentì stringere ancora di più il polso, fino a lasciarle il segno.

- A-ahi! Lasciami..

- Abituati all'idea che quando io ti faccio una domanda tu debba rispondere.

Nicole annuì lievemente e si apprestò a seguirlo in silenzio. Camminarono ancora per qualche minuto fino a quando non arrivarono davanti ad una vecchia casetta di legno.

- Muoviti, entra - Disse spingendola dentro.

Le faceva male il braccio, la ferita sulla spalla bruciava, la testa le scoppiava, fu a quel punto che esplose - Perché mi stai facendo questo?! Che cosa vuoi da me?! - Le lacrime avevano cominciato a scenderle copiose sul viso.

- Oh, povera piccola Nicole... - Le si avvicinò - Dov'è finita tutta la tua sicurezza di questi giorni, mh? - Finse di disegnarle con le dita un sorriso sulle guance - Sappi che questo è soltanto l'inizio della tua condanna.

- S-se devi uccidermi... Fallo adesso..

- Cosa? Ucciderti? Oh no, no... Che divertimento ci sarebbe nel farlo proprio adesso?

- Cosa vuoi.. da me esattamente..?

- È molto semplice. Ti devo semplicemente punire per aver ficcato il naso nella mia vita privata.

- Se.. ti ho fatto delle domande sul tuo passato è stato solo per saperne di più su di te e capire quale fosse il tuo problema! Per aiutarti...

- Aiutarmi? Sciocca inutile ragazzina...

Strinse i denti - Non chiamarmi in quel modo! Perché cazzo non..

SLAP!

Uno schiaffo le volò in pieno viso, facendola cadere a terra. D'istinto si portò la mano sulla guancia, che aveva preso a pulsare terribilmente.

- Non osare alzare di nuovo la voce con me!

La prese per i capelli, costringendola a guardarlo negli occhi. Quegli occhi dalla pupilla così sottile da metterle i brividi. Le girava la testa e il cuoio capelluto le doleva a forza di tirarlo.

- Cerca di non metterti più contro di me, hai capito? Tu adesso non avrai più la libertà di fare niente! Sei come un uccellino in gabbia. D'ora in poi dovrai sottostare solo ed esclusivamente ai miei ordini, senza mai controbattere, e se lo farai... - Strinse di più la presa - Ti farò rimpiangere di essere nata. E quando sarà il momento sappi che non mi accontenterò di darti un semplice schiaffo. No.. sarà qualcosa di ben peggiore.

La lasciò definitivamente, facendola cadere contro il pavimento polveroso.

- E adesso dormi. Domani ci sveglieremo presto e lasceremo in fretta questo posto. Siamo ancora troppo vicini alla città e di sicuro la polizia ci starà cercando.

Nicole non disse niente e si affrettò a raggiungere in fretta l'angolo buio della stanza, dove vi era posizionato un vecchio materasso. Rannicchiandosi su sé stessa chiuse gli occhi nel tentativo di riposarsi, ma ben presto si ritrovò a piangere in silenzio, cercando di mascherare i singhiozzi. Ormai non c'era più niente che lei potesse fare, era spacciata.

Sapeva che se avesse tentato di scappare sarebbe stata uccisa, o nel peggiore dei casi torturata. Ma forse, a quella situazione, la morte era la sua unica ancora di salvezza.

Sick Game • JeffTheKillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora