Capitolo 13

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Giorno: 2

Un altro giorno era iniziato, Nicole si risvegliò ancora incatenata al letto, il corpo le faceva male e tanti lividi viola erano accumulati su di esso. La ragazza si alzò dolorante, ed anche se non poteva muoversi di li, aveva bisogno di sgranchire le gambe. Quando abbassò lo sguardo sul pavimento però, rimase perplessa, su di esso giaceva a terra un piccolo vassoio nero, con sopra una tazza di latte e due biscotti secchi.

- Che sia stato lui a lasciarlo qui? Bhe.. Infondo non può farmi morire di fame, come farei sennò a superare le prove..

Con titubanza prese la tazza fredda fra le mani e ne osservò il contenuto, per poi rassegnarsi e iniziare a berlo del tutto, subito dopo poi mangiò i biscotti. Aveva troppa fame. Quando ebbe finito, non riusciva ancora a capire cosa volesse farle esattamente quel giorno, non poteva muoversi, quindi non poteva fare altro che aspettare.

Riposò di nuovo il suo sguardo sul vassoio, stavolta osservandolo meglio però, notò sotto di esso uno strano luccichio, incuriosita afferrò l'oggetto, che si rivelò essere una chiave con arrotolato intorno un foglietto. La ragazza lo aprì e sgranò gli occhi, dentro al biglietto c'era scritto qualcosa, e le parole sembravano essere state scritte con del sangue ancora fresco. Deglutì e ne lesse il contenuto:

Ben svegliata mia piccola preda, come sta procedendo con il gioco? Sei già impazzita eheheh! Ti è piaciuta la colazione? L'ho preparata io apposta per te. Oh! Quasi dimenticavo.. Avvolta nel biglietto troverai una piccola chiave, usala per liberarti dalle catene e poi vieni in salotto. Non vuoi scoprire chi ho usato per scrivere questo messaggio??

Nicole strappò il biglietto e lasciò cadere i pezzi di carta sul pavimento. Tutto questo non poteva succedere proprio a lei, non aveva il coraggio di scoprire che cosa avesse fatto quel criminale nella stanza di sotto. Ma anche se non voleva farlo, lei DOVEVA andare a scoprirlo. Prese la chiave fra le mani e si liberò da quelle catene.

- Perchè mi avrà incatenata, per poi lasciarmi la chiave per liberarmi vicino al letto? Forse aveva il dubbio che sarei scappata durante la notte...

La ragazza aprì la porta della camera, per poi scendere le scale della vecchia casa abbandonata. Mentre arrivava al piano di sotto, l'ansia cresceva sempre di più, ma avrebbe promesso di controllarsi.. Ci avrebbe provato. Giunta a destinazione, non le bastava altro che aprire la porta che conduceva al salotto e avrebbe scoperto tutto. Senza troppi rigiri di pensieri aprì la porta di scatto, e quello che videro i suoi occhi la lasciarono senza fiato.

La stanza, dapprima dalle mura giallastre, ora era completamente ricoperta da schizzi di sangue rossastro. Al centro della stanza invece c'era Jeff seduto ad un tavolino, anch'esso macchiato di sangue, con il corpo squarciato in due della sua amica Annabeth. Gli organi le ricadevano di fuori e il suo volto era stato orribilmente deturpato, ovviamente non poteva mancare quel maledetto sorriso intagliato sulle guance. Nicole cercò di reprimere i conati di vomito e senza neanche rendersene conto aveva preso a piangere, mentre il suo corpo tremava visibilmente.

- Oh buongiorno giorno Nicole! Io e la tua amichetta ti stavamo aspettando con impazienza, com'è che si chiamava? Ah sì! Annabeth. - Il killer la fissò attentamente, per poi emettere una risatina. - Eheh! Vedo che hai letto il mio messaggio visto che ti sei sporcata la mano con il suo sangue. Il sangue di Annabeth. - Sottolineò.

La ragazza si voltò subito verso la sua mano, mentre quella frase le risuonava ancora in mente.

- Il sangue di Annabeth. Il sangue di Annabeth. Il sangue di Annabeth...

Lanciò un urlo disperato per poi accasciarsi a terra con la testa fra le mani.

- Lei n-non centrava niente in tutto questo... C-Come hai potuto?! - Disse singhiozzando.

- A me non risulta di averti detto che la vita dei tuoi cari fosse fuori pericolo però. Non dirmi che credevi che avrei messo in gioco solo la tua!

Nicole sgranò gli occhi. Questo stava a significare che ognuno di loro ormai era in pericolo, sia parenti che amici. Era talmente occupata a pensare alla sua vita che non aveva minimamente calcolato questo eventuale rischio. Subito tutto il mondo le crollò addosso.

- Se non avessi accettato questo fottuto gioco della morte forse adesso sarei solo un corpo deturpato e senza anima, ma loro non sarebbero stati messi in mezzo! Ma se mollo ora le conseguenze saranno ancora peggiori e potrebbe scagliarsi su tutti quanti noi senza problemi!

- Allora ti sei ammutolita? Cosa c'è? Per caso vuoi mollare? - Stavolta il suo tono di voce era maledettamente serio, quanto sarcastico.

No! Non poteva mollare! Se avrebbero dovuto esserci vittime lei sarebbe dovuta uscirne vincitrice! Per Annabeth... Per Ethan. Per tutti.

- No Jeff! Io non mollo!

Lui le sorrise impercettibilmente.

Sick Game • JeffTheKillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora