Capitolo 20

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Quella notte Nicole non chiuse occhio, mille pensieri continuavano a tormentarla, in più il fatto che non riusciva a ricordare niente non la aiutava affatto. Aveva provato più e più volte ad alzarsi dal letto, e quando finalmente c'era riuscita scopri di essere stata chiusa a chiave dentro la stanza. Aveva a disposizione solo quella camera e un piccolo bagno, ma quando vi entrò per avvicinarsi al lavandino potè ben constatare che avessero tolto lo specchio di proposito, visto che i segni dell'oggetto appeso al muro erano ancora evidenti.

Paranoie continue su come poteva essere diventata la divoravano dall'interno. La cosa che ancora non riusciva a capacitarsi era del fatto che lei avesse ancora metà viso bendato, quindi perché volevano tenerla all'oscuro del suo aspetto, se nemmeno loro sapevano se sarebbe cambiata o meno? Forse l'altra metà anche se non era stata fasciata era stata ugualmente segnata per via dell'ustione. Era davvero così preoccupante come pensava? Il suo braccio non poteva muoversi, e la sua gamba destra non rispondeva più ai comandi, quindi doveva usare delle stampelle per muoversi. Sconsolata decise di tornare a letto, cercando in tutti i modi possibili di prendere sonno.

1 SETTIMANA DOPO

- ADESSO BASTA! DITEMI IMMEDIATAMENTE DOVE SONO FINITI I MIEI GENITORI!

- Signorina la prego non urli, non le fa bene nel suo stato e..

- NO MI ASCOLTI LEI INVECE! È DA UNA SETTIMANA CHE CONTINUATE A DARMI RISPOSTE SENZA SENSO, NON HO NEMMENO IL PERMESSO DI CHIAMARLI AL TELEFONO, SE ADESSO LEI NON MI RISPONDE ENTRO CINQUE SECONDI GIURO CHE CHIAMO LA POLIZIA!

- Ma che succede?! - Disse il dottor Roth sentendo tutto quel baccano.

- Ah bene! Proprio lei stavo cercando! Adesso mi dica subito dove si trovano i miei genitori!

Lui sospirò.

- Per favore Jefferson adesso esci di qui. - Ordinò lui all'infermiere che era appena stato attaccato.

Non se lo fece ripetere due volte.

- Jefferson..?

Nicole si fermò di colpo, quel nome aveva qualcosa che le risuonava maledettamente familiare.

- Nicole forse è meglio che tu ti sieda.. - Disse chiudendo la porta.

- No! Adesso mi risponda! Sono stanca di tutti questi misteri! Parli chiaro una buona volta!

- Ancora con questa storia? Ti ho già detto che..

- TUTTE BUGIE! FORZA VOGLIO SAPERE LA VERITÀ UNA VOLTA PER TUTTE!

- Adesso smettila di urlare.

- NON FIN QUANDO NON AVRÒ DELLE RISPOSTE!

- La tua psiche non reggerebbe..

- Ma cos'è lei? Il mio psicologo?! Per sua informazione io prima di ritrovarmi in questo casino, lavoravo come psicoterapeuta nell'ospedale più famoso della città! Ne ho viste passare di cotte e di crude la dentro, quindi adesso per una buona volta mi risponda! - Disse lei ormai esasperata.

L'uomo la guardò con sguardo serio, per poi arrendersi alla sua richiesta.

- Daccordo Nicole.. Ti dirò tutto..

- Ne è sicuro? Oppure sarà un altra delle sue bugie?

- No, ti dirò la verità.

- Lo spero...

I due si sedettero.

- Mi dica tutto..

- Promettimi che sarai forte.

- Certo.. Ci proverò.

- Vedi Nicole... Se i tuoi genitori non sono mai venuti a farti visita.. È perché...

- Sì?

- Ecco...

- Andiamo! È così difficile da dire?

- Nicole. - Disse lui con uno sguardo al dir poco angosciato. Questa volta non si sarebbe trattenuto.

Infondo aveva ragione, lei aveva il diritto di saperlo.

- I tuoi genitori non ci sono più.

Una fitta alla testa la pervase, costringendo a reggersela tra le mani,
mentre il respiro iniziava ad accelerare.

- ...Cosa?

- Sono morti assassinati. E il loro carnefice è lo stesso che voleva fare fuori te... Perchè la verità è che il tuo non è stato un semplice incidente, tu sei stata vittima di un rapimento, rapimento innescato dallo stesso paziente che stavi curando nell'ospedale psichiatrico e tentato di bruciare viva.. Ovvero...

Un forte malore la colpì nella zona sinistra del petto, facendole sbattere la schiena sul pavimento freddo prima che lui potesse concludere il discorso. No questo era davvero troppo da sopportare, era stata sveglia notti intere a pensare cosa le fosse successo, ma mai aveva pensato ad una cosa simile. Troppe informazioni... Troppe emozioni insieme.

Sick Game • JeffTheKillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora