Capitolo 10

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Mi avvicino alla porta sorvegliata da due guardie che mi sbarrano la strada.

Guardia1:-Chi è lei? Non può entrare nell'edificio a meno che non abbia un permesso.- *Dice bloccandomi*

Io:-Sono stata chiamata dal Grande Imperatore.-

Guardia 2:-Se non ha nessun permesso non può entrare.-

"Ma ci sono o ci fanno?! Beh, meglio così, almeno non lo devo incontrare, quindi me ne posso anche andare."

Sto per fare retromarcia per andarmene ma una voce mi ferma.

???:-Lei é con me.- *Dice da dietro alla guardie*

"É quel signore che é venuto a dirmi che il Grande Imperatore mi voleva incontrare.. Ora che lo guardo meglio...assomiglia a Austin. No! Non può essere lui. Adorava il calcio non si sarebbe mai unito ad una cosa simile." Penso guardandolo

Guardia1:-Va bene, se é con lei..- *Dice e mi lasciano passare*

Entro dentro al grande edificio. Un posto buio e molto silenzioso, l'unica cosa che si sente sono le nostre scarpe che calpestano il grande tappeto di velluto rosso con striature dorate.

Io:-Scusi, potrei sapere il suo nome?- *Chiedo rompendo il silenzio creatosi*

???:-Non le deve interessare il mio nome, ma se proprio ci tiene può chiamarmi Hobbes.-

"...Hobbes...quindi é davvero lui...aspetta Roxy, non ti illudere, potresti sbagliarti.. ci sono un mucchio di persone con lo stesso cognome.." Penso non lasciando trasparire alcuna emozione

Continuiamo a camminare finché arriviamo davanti ad un enorme portone. Hobbes bussa, prima di entrare, e mi fa segno di seguirlo. Il tappeto é molto simile a quello trovato dall'ingresso fino all'enorme portone, ma sarà per le luci o meno ma sembra molto più luminoso; mentre le pareti sono viola. Verso la fine della stanza, quasi al centro, vi é il trono con sopra lui.

"Solo a guardarlo mi sale la rabbia, il sangue bolle nelle vene e la voglia di trucidarlo per aver toccato un mio bene sale a dismisura. Lo odio per lui e per ciò che sta facendo al mio calcio." Penso guardandolo con occhi di fuoco

Hobbes si inchina e vedo gli occhi del Grande Imperatore che mi scrutano.

"Se pensa che mi inchino si sbaglia di grosso."

Vedo il signorino dai capelli tra il blu e il nero che mi lancia un'occhiata per poi andarsene in silenzio, come se lui e Zabel avessero parlato telepaticamente e quest'ultimo gli avesse detto di sloggiare.

Zabel:-Salve, é la prima volta che ci incontriamo, che ne dice di presentarsi?-

Io:-...Mi chiamo Himitsu, Himitsu Soe.- *Dico freddamente*

Zabel:-Che legami ha con la Raimon?- *Chiede subito*

Io:-Sono la segretaria del mister. Piuttosto le domande qui dovrei farle io, ad esempio il motivo per cui mi ha chiamata qui.-

Zabel:-Vedo che è una donna che vuole arrivare subito al punto della situazione...-

Io:-In effetti sì, me lo dicono in molti.-

Zabel:-Allora va bene. L'ho chiamata qui perché mi é sembrato che lei non sia d'accordo con le regole del Quinto Settore. Sa, non vorrei che questo mio presentimento fosse vero.-

Io:-Regole? Io direi più che altro ordini dettate da uno sciocco bambino dentro al corpo di un uomo. Non crede di essere un po' troppo grande per fare il dittatore irrazionale?- *Dico cercando di rimanere calma*

I.E.GO// É come se fossimo fatti per stare insieme, ma non possiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora