-Nero! Nero... Dannatamente nero.
Il buio assoluto, totale ed infinito mi avvolgeva come un enorme ala vellutata.
Trasudava dalla mia pelle mentre respiravo. Mi nutrivo di lui. Rispondeva alla mia
mente che l'interrogava sulle questioni intangibili del cosmo.
Viveva in me, pensava per me, vedeva e sentiva attraverso me. Esisteva grazie a
me.
Una pressione uniforme da ogni parte mi sosteneva.
Avevo la sensazione di essere immerso. Ma forse non era solo un'impressione,
forse era proprio così.
Le certezze erano un concetto relativo e le insicurezze che avevo in quel
momento erano prive di qualunque fondamento.
Ero consapevole della stasi del tempo, ero in attesa di qualcosa, di un evento
importante.
Mi sentivo pronto, o meglio, sapevo di esserlo, ma non sapevo per cosa lo
fossi.
Poi un segno, un segnale dall'alto, una piccola fessura mi mostrò la via da
seguire: l'unica.
Del liquido che era con me, si proiettò fuori, come se non aspettasse altro da
secoli.
Le vie respiratorie che prima non mi avevano dato alcun problema le sentii
all'improvviso implodere gradualmente.
La luce mi sfiorò invadendo i contorni e mi avvolse con tepore.
Fu un susseguirsi di luci stroboscopiche, che durarono come il passaggio di un
fantasma, e subito un'ombra mi inseguì.
Fui afferrato, preso per la sommità estrema e stretto quanto bastava a
trascinarmi via.
Accusai il passaggio da un ambiente all'altro, da una temperatura tropicale ad
una cella frigorifera. Fu come attraversare uno specchio di ghiaccio sottile.
Le orecchie mi si sturarono, come quando si esce da una galleria lunghissima, e
cominciai a percepire delle grida, in principio lontane, ma destinate a spaccare i
timpani quanto prima.
Il panno che mi copriva la vista cadde mostrando un nugolo di medici e di
infermieri che impazzavano davanti a me, intorno a quello che ero.
Solo allora capii la situazione, solo dopo tutto quel tempo mi resi conto che
cosa accadeva. Ero consapevole dell'assurdità della faccenda ma, dopo attenta
osservazione, non mi restavano dubbi.
Era contro tutte le leggi naturali, ma ero un bambino appena partorito... e me ne
rendevo conto.
Uno dei medici, con fare deciso, mi colpì più volte.
Sentii formicolare le gambe, avrei voluto piangere, ma anche sforzandomi non ci
riuscivo.
Un infermiere disse -La signora non è svenuta dal dolore... è un tipo
decisamente forte.-
Intanto i dottori agitavano le teste e mormoravano dietro la mascherina.
Tentai di vedere la mamma, ma la posizione non me lo consentiva.
Ero convinto che stesse soffrendo e il fatto di non potermene assicurare mi
caricò di dispiacere.
Non riuscivo a muovere un muscolo, tutte le fibre erano intorpidite.
Sapevo di non respirare, perché non sentivo l'aria riempire i polmoni.
Inoltre nel torace, il cuore non pulsava, il sangue non scorreva... Eppure vedevo
e sentivo... Ero un ammasso indefinito di sensazioni e sentimenti.
Un dottore si accostò alla mamma, le poggiò una mano sulla fronte con il
guanto ancora sporco di sangue, e le disse con voce falsamente mortificata -Mi
spiace signora!-
Sentii i suoi singhiozzi farmi eco all'infinito sino nelle ossa.
La mamma piangeva ed io ero lì: immobile, impotente, cosciente.
Poi il dottore si chinò su di me e, non curante del sangue di cui era macchiato,
mi chiuse gli occhi.
Fu di nuovo tutto nero. Nessuna luce. Nessun suono.
Questi istanti di attesa nel vuoto furono lunghissimi.
Mi concentrai ma non riuscii a pensare a nulla.
Di seguito un boato, una vibrazione che da lontano cavalcava nella mia
direzione, imponente e decisa a spazzare via tutto.
L'orizzonte era lontano ed eccessivamente curvo.
Sotto di me si agitava il mare, una distesa d'acqua che toccava gli angoli
dell'infinito e nelle sue profondità brillavano le stelle come in un oceano cosmico.
Avevo la sensazione di essere bagnato ma forse ero unto.
Da un posto lontano, giungevano delle daghe fiammanti di azzurro che
s'intrecciavano in ogni direzione. Mi bruciarono la vista senza lasciare dolore... Un
dolore... Di ore...-.
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Damnation
HororQuesto libro è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono immaginari e qualsiasi somiglianza a persone, fatti o luoghi realmente esistenti o esistiti è puramente casuale. Prefazione, novelle, glossario nomi e qualsiasi altra...