La ragazza lesse sottovoce quella parola ed Arthur si contorse come preso da
convulsioni.
Georgeanne non riusciva a fare nulla dalla sua posizione, così provò a scendere
dall'automobile, ma qualcuno la afferrò prima che lei potesse mettere piede in terra.
Era Arthur stesso che in preda ad un istinto irrefrenabile omicida non aveva più
il controllo delle sue azioni.
La sollevò dal sedile tenendola semplicemente con una mano per la testa.
La ragazza si dimenò ma a nulla servirono i suoi gesti. Fu scaraventata sul
parabrezza frantumandolo e lì perse i sensi.
Arthur o chi per lui, l'avrebbe squartata, com'era nelle sue intenzioni, ma un
provvidenziale colpo dietro la nuca lo spense come un vecchio televisore a valvole.
Riprese conoscenza solo dopo il passaggio di un aereo a reazione che volava a
bassa quota sulla cittadina.
La testa gli sanguinava abbondantemente.
Non c'era più traccia di Georgeanne e la porta aperta della casa di Paul lasciava
pensare che fosse entrata dentro.
Allora varcò ancora una volta quella soglia, pur sapendo che era una cosa
rischiosa.
Nel salone trovò un uomo seduto sulla poltrona ed ebbe la certezza che fosse
Paul.
L'illuminazione naturale che filtrava attraverso le finestre semichiuse non gli
metteva bene in luce il viso, ma i lineamenti erano distinguibili.
Allora quell'istinto animalesco di distruggere si alleviò lentamente sino a sparire
quando l'uomo sorrise.
Arthur cercava Georgeanne, ma dopo una rapida occhiata stabilì che non c'era.
Ma notò che vicino ai piedi dell'uomo giaceva l'ascia ancora sporca di sangue,
mentre in cucina si intravedevano i corpi mutilati dei genitori ancora immersi in una
miscela schiumosa.
L'uomo, senza alzarsi dalla poltrona, afferrò qualcosa dal tavolo vicino.
Prima che Arthur potesse capire quello che stava succedendo, l'uomo aveva il
dito sul grilletto di una pistola e ne teneva la punta della canna poggiata sulle
labbra.
-Perché fai questo?-, chiese Arthur.
-Non puoi capire!-
-Chi sei tu?-
-Io sono Paul.-
A quelle parole Arthur fuggì fuori della casa e sentì rimbombare nei suoi timpani
l'eco dello sparo.
Si fermò in mezzo alla strada e si accasciò in terra esausto e confuso.
Il clacson di un tir gettato in una corsa contro di lui gli coprì i pensieri e le
sensazioni, così convinto di essere giunto alla fine delle sofferenze si distese in
terra lasciandosi rapire dall'oblio.
-Sveglia...-, disse una voce maschile.
Arthur aprendo gli occhi si rese conto di aver avuto un'altra visione, questa
volta molto più lunga e concreta del solito.
Era sdraiato sul sedile posteriore all'automobile di Georgeanne che era al
volante. Dall'altro sedile anteriore gli parlava il professor Shiver.
-Allora Art, dimmi cosa ricordi questa volta!-
Il ragazzo era perplesso, non riusciva a determinare da quale momento fosse
iniziata l'allucinazione.
-Dunque... Ricordo che ero seduto in salone mentre Georgeanne stava
controllando se c'era qualcosa di interessante nel resto della casa.-
Allora intervenne la ragazza -All'improvviso è scattato il sistema antincendio ed
Arthur mi ha detto di aver ucciso due persone.-
-E' così: ho ucciso i genitori di Paul. Effettivamente non credo di essere stato io,
ma era così vero che...-
-No Art, non sei stato tu, è Paul che te l'ha fatto credere. Vai avanti.-
-Georgeanne mi ha portato fuori della casa in stato confusionale. Ricordo che mi
ha messo la cintura di sicurezza ed ha pronunciato qualcosa sottovoce poi ho
avvertito una fitta in petto.-
-E' a quel punto che hai perso i sensi.-
-Lascialo andare avanti.-
-A quel punto ho tentato di ucciderla fracassandole il cranio sul parabrezza
dell'auto, ma qualcuno mi ha colpito alle spalle.-
-Non hai visto chi fosse... Vero?-
-No! Quando mi sono risvegliato in casa c'era un uomo, credo che fosse Paul.
Si è sparato in bocca.
Allora sono fuggito in strada dove sono stato travolto da un tir e mi sono
risvegliato in quest'auto.-
Il professore accennò un si con la testa e guardò fuori dei finestrini con uno
sguardo pensieroso.
-Arthur, fatti forza, quello che sta per dirti il professore è una cosa che non ti
farà piacere e forse ti confonderà ancora di più le idee.
E' per questo che qualsiasi cosa ti venga in mente devi riferirla a me o al
professore.-, disse Georgeanne senza staccare gli occhi dalla strada.
-Vi avevo detto di stare lontani da Nexo -, disse Sivad Shiver con un tono quasi
di rimprovero, -Tanto quello che è successo sarebbe potuto accadere comunque in
qualsiasi altro posto.-
-Sei stato protagonista dell'omicidio dei genitori compiuto da Paul McArthur in
uno dei tanti momenti di incontrollabile violenza.
Sfoghi del suo distorto ego che aveva fin dall'età di sette anni e mai risolti
definitivamente.
Dopo il quale hai smesso di rivivere la vita di Paul e sei passato a quella del
fratello di Paul. Il quale tornato a casa ha trovato i genitori morti ed è stato
testimone del tentato suicidio. E' poi corso in strada dove è stato investito da un tir,
riportando conseguenze gravi come la perdita della memoria.
Infatti quest'ultimo non era un sogno, ma un semplice ricordo...
Tu sei il fratello di Paul...
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Damnation
HorrorQuesto libro è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono immaginari e qualsiasi somiglianza a persone, fatti o luoghi realmente esistenti o esistiti è puramente casuale. Prefazione, novelle, glossario nomi e qualsiasi altra...