Il bambino era solo in casa. Come tutti i bambini occupava il tempo giocando.
Non si preoccupava di nulla, le sole cose che contassero per sopravvivere in quel
momento erano davanti a lui.
Ma lo scricchiolio dei mobili antichi era in agguato, ed era inutile il tentativo di
non farci caso.
In quel momento era forte il rumore di niente che lo circondava.
La sua fantasia cominciò a mettersi in moto. Quell'impressione che degli occhi lo
scrutassero da dietro le ombre si trasformò lentamente in certezza che lo
terrorizzava.
Nello stesso istante il giradischi si incantò, lasciando saltare la puntina in
continuazione. La filastrocca fu cambiata all'infinito assumendo mille suoni distorti
che accelerarono il battito del bambino.
I piccoli rumori del legno del mobilio si moltiplicarono sin quasi a seguirne il
ritmo.
Il bambino si sentì perso nella penombra della stanza, abbandonato alla sua
fantasia deviata verso una direzione sbagliata.
Non servì neanche accendere le luci: i rumori si nascondevano dietro gli
oggetti.
Il bambino era sempre più nervoso e i suoi movimenti maldestri lo
accompagnavano nel suo vagare in casa.
Quando una chiave si infilò nella serratura della porta d'ingresso, fu un brivido,
seguito da un movimento scoordinato che portò ad urtare la statuetta in ceramica
preferita dalla mamma.
Centinaia, mille pezzi. Troppi per nasconderli tutti.
La porta restò bloccata dalla catenella di sicurezza e non servirono le insistenze.
Il bambino non sapeva chi fosse, non riconobbe nessuno della famiglia nella
mano che spuntava attraverso la fessura.
Chiese chi fosse, ma con un filo di voce che non riuscì a sentire neppure lui.
Così, senza pensarci due volte, provò a richiudere la porta.
Un urlo e una voce inconfondibile gli fece riconoscere la mamma.
Il bambino era dispiaciuto ma nello stesso tempo terrorizzato. Provò a
discolparsi: non lo aveva fatto apposta.
Non sapeva cosa fare, avrebbe voluto chiedere di non essere lasciato più solo,
ma il viso furibondo della madre non glielo permise.
La donna tentò di prenderlo per rimproverarlo, ma il bambino la evitò con
facilità.
Si precipitò alla porta d'ingresso di casa, ma una volta presa la maniglia lasciò
perdere, sapendo che non sarebbe potuto andare da nessuna parte senza
peggiorare le cose.
Così si accucciò nell'ombra del corridoio, ad occhi chiusi aspettò.
Sapeva che era solo una questione di tempo, avrebbe fatto male... Anche
questa volta.
Il bambino era comodamente seduto davanti al televisore, nulla lo poteva
distrarre dai suoi programmi preferiti: i cartoni animati.
Ma improvvisamente delle grida dalla camera lo raggiunsero.
Non voleva pensarci ma sapeva che c'era un bisticcio tra i genitori e
sicuramente sarebbero arrivati alle mani.
Il discorso non era chiaro, forse si parlava proprio di lui, e a lui erano rivolte le
promesse di punizioni, sempre più violente man mano che il tempo passava.
La lite si sviluppò come un incendio in un pagliaio e subito furono colpi da ring.
Il bambino, un po' coinvolto, un po' per caso, si ritrovò tra le gambe del padre
che, perduto l'equilibrio, franò rovinosamente su di un mobile.
L'uomo era su tutte le furie, la ragione lo aveva abbandonato da tempo e la cinta
dei pantaloni sentenziò la penitenza per il malcapitato.
Il bambino corse fino a terminare nell'angolo buio del corridoio come nel
precedente sogno.
Al buio attese che l'ansia rosicchiasse un altro pezzo di sé.
Il bambino si trovava a giocare nella camera con un suo coetaneo, un parente o,
molto più probabilmente, un vicino di casa.
I due litigarono per qualcosa e subito diventò il pretesto per colpirsi.
Non furono sufficienti gli inviti della mamma a farla finita.
Così a forza di spintoni l'altro bambino urtò contro un mobile e si fece male.
Il bambino tentò di nascondersi nel corridoio, ma dentro di se sapeva che lo
avrebbero trovato presto e questo lo angosciava più che mai.
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Damnation
УжасыQuesto libro è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono immaginari e qualsiasi somiglianza a persone, fatti o luoghi realmente esistenti o esistiti è puramente casuale. Prefazione, novelle, glossario nomi e qualsiasi altra...