Lo sceriffo e la ragazza si fecero accompagnare nella stanza dove erano
ricoveranti entrambi.
Quando vi giunsero uno dei letti era vuoto e l'altro era coperto da un paravento
che non lasciava vedere nulla.
Un agente di guardia al reparto si precipitò immediatamente a fare rapporto.
-Il paziente che si sentiva meglio si è fatto accompagnare in bagno dall'agente
Murphy. L'altro è dietro quella tenda.-
Lo sceriffo si compiacque dell'efficienza dei suoi uomini, poi si rivolse
all'infermiera per sapere come mai l'altro letto era coperto dal paravento.
La donna rispose che il paziente per qualche motivo a loro sconosciuto aveva
un'espressione impaurita e quello era l'unico modo per farlo rilassare.
Georgeanne non la capiva e le chiese di essere più esplicita.
-Il paziente, pur essendo in grado di parlare, non ci riesce.
Inoltre se leviamo il paravento tenta di gridare pur non emettendo alcun suono.
Non si capisce il perché. E' una cosa che fa quasi impressione, per questo
preferiamo tenerlo coperto.-
Lo sceriffo ebbe una chiamata d'emergenza e fu costretto ad allontanarsi.
In pochi istanti il caso volle che Georgeanne restasse sola.
La ragazza avrebbe voluto aspettare qualcuno per non avere sorprese, ma
l'ansia la spinse a muoversi.
Si avvicinò al letto, passò lentamente attraverso la tenda del paravento e con la
mano tremolante scoprì il viso del paziente coperto dal lenzuolo.
Dentro di se ringraziò il Signore, aveva ritrovato Arthur, e da una prima occhiata
non sembrava essere tanto grave.
Sospirò, si passò una mano sul viso come se si fosse svegliata in quel
momento, e poi pianse dalla gioia.
Gli occhi di Arthur si spalancarono improvvisamente e il suo sguardo
terrorizzato fece tornare l'agitazione nel cuore della ragazza.
Arthur si dimenava inutilmente con le poche forze che gli restavano, ma era
legato al letto e da solo non sarebbe mai riuscito a liberarsi.
Georgeanne istintivamente gli carezzò la fronte e il ragazzo si calmò lentamente
mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
L'infermiera tornò nella stanza, e si accorse dall'ombra che la ragazza si era
accostata al paziente.
-E' stato legato perché era l'unico modo per farlo riposare, altrimenti non
sarebbe stato mai fermo. Non potevamo dargli dei sedativi, il suo corpo è già
abbastanza pieno di robacce... Deve disintossicarsi.-
Georgeanne non sapeva cosa dire, muoveva la testa seguendo il discorso
dell'infermiera che intanto maneggiava una grossa siringa piena di una sostanza
bianca come il latte.
-Quest'altro invece è stato fortunato: non gli è stato iniettato nulla secondo le
analisi.
Eppure ha degli scatti d'ira incontrollabili come tutti gli altri pazienti. E' strano...-
In quel momento l'altoparlante comunicò un'urgenza proprio nel reparto e
l'infermiera si precipitò fuori della stanza.
Sulla porta incontrò i portantini che accompagnavano l'altro paziente al letto.
-Potete andare dopo averlo assicurato al letto.-
Intanto l'agente che li scortava aspettò fuori.
Georgeanne da dietro il paravento non sentì altro che delle voci confuse mentre
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Damnation
TerrorQuesto libro è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono immaginari e qualsiasi somiglianza a persone, fatti o luoghi realmente esistenti o esistiti è puramente casuale. Prefazione, novelle, glossario nomi e qualsiasi altra...