3.

820 31 2
                                    

La cosa più dolorosa per me è che, una volta finito con Jaime, sono costretta a ritirarmi nella mia nuova stanza con mio marito. Se mi trovassero in quella di mio fratello, o peggio, nel suo letto, sarebbe la fine per il mio nome e un disonore per la nostra casata.
Lui odia che io me ne vada, ogni volta, ma comprende il motivo. Anche io, come lui, vorrei aspettare la luce dell'alba mentre le sue braccia mi circondano i fianchi e mi costringono a stare accanto ai suoi di fianchi.
Chiudo la porta lentamente, mi guardo intorno e, una volta indossato il cappuccio del mio mantello per cercare di non farmi riconoscere per le scale del castello, rientro nella mia nuova stanza, felice di vedere che Rahegar stia ancora dormendo.
Mi sfilo i vestiti dai piedi e mi metto sotto le coperte, cercando di non svegliare mio marito.
Provo ad abbracciargli il petto, posizionando una gamba sulla sua, come faccio con Jaime, per vedere se provo le stesse emozioni, ma, ancora una volta, mi guardo allo specchio per cercare di ritrovare i suoi tratti nei miei e pensare che sia lui. Devo fare questo, per far si che possa continuare a comportarmi da brava moglie.

E' giunta mattina e il sole inizia a filtrare dalla finestra.
Mi sveglio da sola nel letto, rigirandomi ancora sotto le coperte per cercare del calore. L'inverno sta arrivando e si sente.
Scelgo di indossare un vestito color porpora non tanto pesante che si abbini ai miei capelli biondo dorato che mi cadono sulle spalle.
Mi guardo allo specchio, dopo che le ancelle mi hanno aiutata con il corpetto, sentendomi finalmente regina.
"Mia signora" si avvicina Rahegar, facendo sussultare tutte le mie luride serve per la sua estrema bellezza data dall'argento dei suoi capelli e le iridi violacee dei suoi occhi, tipico dei Targaryen.
Mi bacia la mano. "Ho fatto preparare per te una corona, il fabbro mi ha comunicato che sarà pronta a momenti. Sei pronta per l'incoronazione?"
"Certo, mio signore."
Con un gesto della mano, le mie ancelle capiscono che è ora di dileguarsi dato che avevano già finito il loro lavoro da un bel pezzo, restate per guardare l'affascinante bellezza del re, che però ha solo occhi per me.
E' così gentile e galante, sarà un vero peccato vedere il suo bellissimo viso ricoperto dal sangue, o vederlo diventare viola, causa del veleno.
Vorrei che, però, rimanesse intatto, dato che il veleno è un'arma da donna e sospetterebbero di me.
Mi bacia di nuovo la mano ed io, guardando fuori dalla finestra con la coda dell'occhio, noto che Jaime ci sta fissando dal cortile con aria di disapprovazione.
Levo delicatamente la mia mano dalla stretta della sua e lui si dilegua, lasciando me e mio fratello da soli, scambiarci degli sguardi a distanza.
Tutta quella gentilezza mi fa perdere il controllo. Se non ci fosse stato Jaime, mi sarei innamorata di Rahegar? E se quest'ultimo ci riuscisse davvero? So per certo che il sangue del mio sangue gli farà fare la stessa fine del padre.
La vista più bella a cui ho assistito in tutta la mia vita: Jaime Lannister, indossando un mantello bianco e un'armatura dorata con dei leoni scolpiti sulle spalle, simbolo della sua casata, seduto sul trono di spade con la sua spada lunga dorata sulle ginocchia, i capelli madidi di sudore che gli scendono ancora fino sotto le orecchie, afferrando con una mano i capelli della testa del Re Folle, padre di Rahegar, senza corpo, scivolato dai gradoni già prima.
Doveva essere lui il re ed io la sua regina, ma aveva preso il bianco solo per evitare di sposarsi e restare con me per tutta la vita, perciò, seguendo la tradizione, quella corona dorata che si trovava sul pavimento, l'ha indossata il figlio, il nuovo re, mio marito.
Verso del vino in una coppa, mentre mi preparo psicologicamente alla mia incoronazione. Una volta diventata regina, posso eliminare il re e governare sui Sette Regni, come reggente, ma prima dovrei dargli dei figli.
Bevo tutto d'un fiato il contenuto della coppa ed esco dalle mie stanze, pronta a partecipare alla prima riunione del concilio ristretto. 

"Grazie a questo matrimonio, l'oro e l'argento dei Lannister può raggrupparsi insieme a quello dei Targaryen, ma ciò non vuol dire che dobbiamo spenderli tutti. Abbiamo già speso molto oro per i preparativi del matrimonio" sento dire da quella che sembra la voce di Ditocorto, maestro del conio, mentre mi avvicino nella sala piccola.
"Il nostro maestro ha ragione, penso sia meglio riguardare tutto" aggiunge poi, un'altra voce, molto più pacata della prima. Varys, l'eunuco, chiamato anche Ragno Tessitore, è utile per guadagnarsi informazioni che, lui a sua volta, le guadagna grazie ai suoi uccelletti. Lui tutto sa e tutto vede, se scoprisse di me e Jaime e qualcuno ha da offrirgli tanto oro, lui non ci penserebbe neanche una volta ai protagonisti dei pettegolezzi.
"Mia signora" Ditocorto accenna un inchino con la testa, vedendomi arrivare e poi, a ruota, lo fanno tutti gli altri.
Prendo il mio posto. "Di cosa si parlava?"
"Il popolo ha bisogno di cibo, perché tutto quello che riescono a raccogliere è marcio, i soldati vorrebbero più monete, ma abbiamo già speso molto per il vostro matrimonio e quello del re, non possiamo spenderne altro per cose inutili" mi riassume Varys.
"Certo, questo è anche vero, ma non possiamo lasciare che il popolo muoia di fame" aggiunge il Gran Maestro Pycelle, esibendo tutto saggiamente.
"E cosa vorreste fare? Dare il cibo delle nostre dispense a tutto il regno? Finiremo noi per rimetterci, poi" rispondo io. "Ditemi qualcosa di più interessante" chiedo, già stanca di essere arrivata.
"E' arrivato un corvo, questa mattina. Ecco... Rahegar non è l'unico erede del Re Folle, sono rimasti due dei suoi figli, dati per morti da diverso tempo, che si trovano nei palazzi di Illyrio, senza essere consapevoli che potrebbero essere degli eredi al trono, se questo nostro nuovo re dovesse morire."


La sposa sbagliata. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora