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E' giorno, le mie ancelle mi aiutano e vestire, dopo essermi fatta un bagno caldo. Cammino tra le mura del castello sorridendo allegramente, perché adesso non c'è più niente che possa preoccuparmi, con mio marito al mio fianco.

Entro nella Sala del Trono e mi siedo sul Trono di Spade, come ho fatto molte volte nei giorni passati. 
Davanti a me, Jaime si trova con un ginocchio a terra e l'altro alzato, indossando una tunica di lana grezza. 
Ser Barristan Selmy sfodera la spada e con la punta di essa, gli tocca prima una spalla e poi l'altra, pronunciando queste parole: "Nel nome del Guerriero, ti chiedo di essere coraggioso. Nel nome del Padre, ti chiedo di essere giusto. Nel nome della Madre, ti chiedo di difendere gli innocenti. In piedi Jaime Lannister, Cavaliere della regina." Jaime si alza in piedi e si volta verso di me, perché adesso che è ufficialmente il mio cavaliere, la mia protezione è sicura. Niente giuramenti difronte agli Dei, solo questo. Una cerimonia intima. Ci siamo solo io, lui, l'attuale Comandante delle Guardie, Tyrion, Joffrey e Tommen. 
Gli sorrido fiera di lui ed è difficile frenare le lacrime dall'emozione. Ho sognato davvero così tanto questo momento che non me la sento neanche più di fingere e di trattenermi, perciò veloci lacrime calde mi sfiorano il viso solleticandomi le guance. Non sono quelle lacrime dolorose che qualche mese fa mi rigavano il volto scavandolo, queste sono lacrime di gioia. 

"Voglio che mandiate una lettera a Myrcella, perché sia informata delle nozze." Spero che lei stia bene. E' un'adulta ormai ed è anche la moglie del Lord di Alto Giardino e spero di avere sue notizie presto. 

"Sarà fatto, Maestà." Mi avverte Pycelle, prima di essere risucchiato nuovamente dalla catasta di fogli e libri che sovrastano la sua scrivania.

Mi dirigo ancora nelle mie stanze, dato che adesso sono tutti felici e spensierati nei Sette Regni e nessuno vuole vendicare il mio trono, dato che tutte le minacce sono state eliminate in fretta e con tanta facilità. 
Mio marito apre la porta senza bussare, dato che adesso sono stanze anche sue.

"Sapevo che potevo trovarti qui." Dice con un sorriso e poi mi stende il braccio che io afferro.

Mi porta nei giardini di Approdo del Re e qui, con il profumo di fiori colorati, muschio e aria fresca, camminiamo come una coppia spensierata sottobraccio.

"Pensi che qualcuno non abbia ancora accettato il nostro matrimonio? Non intendo la gente del popolo, ma qualcuno a noi caro, come Joffrey o Myrcella... o anche Tommen." 

Lui mi afferra le mani e mi fa fermare davanti al suo torace che, elegantemente, si abbassa e si alza ad ogni suo respiro. Mi solleva la testa con la mano d'oro, posandola sotto il mento. 
"Cersei, devi essere tranquilla. Insomma, ce l'abbiamo fatta! Abbiamo fatto di tutto per vivere questi giorni e adesso ti preoccupi? Certo, sarà lento accettare questa cosa per i nostri figli, gli stessi che fino a qualche mese fa mi chiamavano zio. Però lo accetteranno prima o poi, io sono loro padre come tu sei la loro madre e Joffrey sarà re quando tu morirai." Mi tranquillizza lui con la sua solita voce delicata. 
Siamo sempre stati uguali, sia sotto l'aspetto fisico che sotto l'aspetto caratteriale, ma adesso mi accorgo che infondo siamo anche molto diversi. Lui è sempre stato gentile con Tyrion e, come ha fatto con nostro fratello, vede sempre le cose buone in tutti; mentre io tendo a vedere sempre le cose cattive di una persona, ad esempio. Io ho bisogno di lui per imparare a fidarmi delle perone, ad essere più amorevole; io servo a lui per imparargli che non tutti sono buoni e che non deve donare troppo amore a chi non se lo merita. 
Mi sorride e mi bacia facendo schioccare le sue labbra contro le mie. Io lo guardo negli occhi di nuovo sorridendo. E' così stupido non riuscire a smettere di sorridere davanti a lui. 
Questa volta, mi avvicino io alle sue labbra per far incontrare le mie e d'un tratto le nostre lingue si intrecciano e le mie mani gli accarezzano il viso, i capelli, il torace, mentre le sue mi accarezzano i fianchi, le guance e il seno. 
Non c'è mai stato un posto in cui io volessi andare davvero, neanche sul Trono, a dire la verità, perché ogni posto è bello se c'è lui che non smette di guardarmi e ha occhi solo per me. In realtà non ho mai voluto essere regina, neanche un'assassina, ma tutto questo mi ha portato da Jaime e non mi pento di nulla. 
E adesso è qui, proprio davanti ai miei occhi, sotto le mie mani. E' sempre stato con me, ma adesso è come se tutto fosse dalla nostra parte e noi siamo i padroni del mondo. 
Mi prende per mano e mi trascina nelle mura del castello dove, dopo pochi passi, continua a darmi dei baci delicati e poi riprende a correre tenendo la mia mano. 
Passiamo tra le cucine, dove escono urla di comando da parte del cuoco e il profumo di carne arrosto e spezie; passiamo tra le stanze della servitù dove ognuno porta tra le braccia i vestiti sporchi, altri quelli lavati e altri portano con sé dei sali da bagno. Sembra quasi come ritornare a quando eravamo piccoli, quando correvamo spensierati nei boschi già consci del nostro amore. 
Saliamo nelle mie stanze e, sul letto, iniziamo a baciarci con foga.

Il rumore dei miei sandali echeggiano fra le mura fredde del castello. Tengo i lembi del vestito verde ricamato dalle mie ancelle, alzati. Alla mia sinistra c'è Tyrion, che indossa una veste fatta a misura nera, dove padroneggia la spilla del Primo Cavaliere dorata. Mentre alla mia destra vi è Jaime, vestito con un'armatura oro e con la spada lunga al suo fianco. 
Mi siedo sul Trono di Spade indossando la corona. Alla mia destra, quindi, si posiziona Jaime Lannister, cavaliere della sua regina; e alla mia sinistra si posiziona Tyrion Lannister, Primo Cavaliere della regina e per la prima volta la famiglia Lannister è riunita, e per sempre così sarà.

La sposa sbagliata. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora