7.

486 19 2
                                    

"Dimmi cosa diavolo ti ha fatto!" continua a ripetermi Jaime in preda alla furia. 
Continuo a chiedermi come abbia scoperto tutto. Non che glielo avrei tenuto nascosto, ma adesso la rabbia si è impossessata del suo corpo e non penso che voglia lasciarlo andare, almeno non per adesso. 

"Jaime, non ha fatto nulla, credimi. Si era fatto solo una coppa di vino di troppo e basta, cosa vuoi che sia! Anche a noi due capita di ritrovarci ubriachi, no?" 

"Ho bisogno di saperlo, Cersei! Ti ha toccata? Sei ferita?" si avvicina a me con fare protettivo, cercando di ispezionare ogni millimetro di pelle in vista. 

"Jaime! No, no e no. Non ha fatto nulla del genere."

"Ti sei innamorata?"

"Cosa?! Certo che no!"

"E allora perché continui a difenderlo?"

"Perché è innocente. Non possiamo ancora accusarlo di follia solo per aver bevuto troppo vino. Vedrai che si sistemerà tutto. Adesso piantala, dannazione!"

"Per tutti gli Dei! Se ti succede qualcosa, devi dirmelo, soprattutto se è a causa del figlio del Re Folle."

"Jaime, sei l'unico a cui direi qualcosa, mi sembra scontato. Comunque piantala, ho qualcos'altro da dirti."

Si strofina il viso con le mani e si siede sulla sedia davanti alla mia nella Sala Piccola. 

"Pycelle mi ha riferito delle informazioni, scritte su una lettera  mandatagli da un corvo."

"Ali oscure, oscure parole" canticchia lui, mettendosi in ascolto. 

Gli faccio un riassunto dettagliato di tutta la conversazione avuta con il Maestro delle Città Libere e di tutte le parole che riportava scritte la lettera. 

"Cosa vorresti fare?"

"Eliminarli, è ovvio!"

"E come pensi di agire? Cara sorella, non penso che nostro padre ti faccia vincere questo tuo ultimo capriccio."

"E perché pensi che io l'abbia detto solo a te, allora?" 
E' ovvio che è una decisione ardua da prendere, ma cosa si potrebbe fare altrimenti? Io non voglio vedere più nessuno prendere il mio posto. 
La miglior cosa adesso è eliminare chiunque brami il trono quanto me e, dopo aver dato un erede al re, sbarazzarmi anche di quest'ultimo. E' un gioco da ragazzi, soprattutto per me che sono sua moglie e nessuno mi sospetterebbe. Gli uomini pensano che le donne hanno un cuore troppo delicato e fragile per commettere certe impurità, eppure io sono la leonessa di Castel Granito e posso fare tutto ciò che voglio. 

"Fratello, se non vuoi aiutarmi, vuol dire che agirò da sola" e detto questo, trascinata dal mio stesso orgoglio, lascio la stanza, afferrando i lembi della gonna per evitare di sporcarla.
Se nessuno è disposto ad aiutarmi, allora dovrò programmare un piano da sola, sarà facile. Ci vorrà molto più tempo, ma l'obbiettivo e quindi anche il risultato, è e sarà lo stesso. 

A testa alta continuo a camminare per il corridoio, fino a quando non sento un pianto disperato proveniente dalle mie stanze. 

"Myrcella!"

Corro fino alla sua culla, nella speranza di non essere stata troppo assente in questi giorni per lei.
Spalanco la porta e vedo che la mia bambina riposa, ormai tenendo un'espressione di serenità disegnata sul volto, sulle braccia di Rahegar. 

"Dammela subito!" quasi grido disperatamente, fiondandomi verso le braccia del re e afferrando Myrcella frettolosamente, ma con delicatezza, a causa della paura che inizia a crescere piano dentro di me, pensando che il colpevole del pianto della piccola sia proprio lui.  

"Mia signora, io... l'ho sentita piangere, così sono arrivato qui e l'ho dondolata un po' per farla calmare..." 

Io continuo a guardarlo sperando che almeno in questo momento non abbia alzato un po' il gomito. 
Cerca di avvicinare le mani verso di me, ma io mi sposto, stringendo la mia bambina dai capelli dorati, verso il mio petto. 

"Cersei... io... mi dispiace per ieri. Non avrei mai voluto dire o fare certe cose. E' che essere un re è stancante, perciò mi sono lasciato trasportare da una serata con i miei alfieri e soldati, niente di più."

"Niente di più? Niente di più?! Mi hai violentata Rahegar, te lo ricordi o no? Myrcella non ha sentito nulla perché ho evitato di urlare!" ma tutte queste parole che mi passano per la testa, non riesco a farle uscire dalla bocca.

Lui, infondo, sembra davvero pentito e continua a dire che non ricorda niente di niente, magari è meglio così ed è meglio non farglielo ricordare. Vorrei essere vista come una brava moglie e una brava madre dal popolo e, se voglio il Trono Di Spade, devo prima essere una brava attrice. 

Lui continua a porgermi le sue scuse e le sue braccia. 

"Ti sei innamorata?" proprio nel momento in cui riesco a lasciare Myrcella nella culla per abbracciare mio marito, mi ritornano in testa le parole di Jaime. "Che io mi sia innamorata davvero di quest'uomo?" Eppure continuo a volere mio fratello affianco a me, nonostante io continui a difendere Rahegar. 

"Mia signora, mi dispiace, non accadrà più, lo prometto di fronte ai nuovi e ai vecchi Dei."

Mi lascia un delicato bacio sulle labbra. Dolce, morbido e... intenso. Non ho mai provato qualcosa per lui, se non nell'adolescenza, quando i suoi lunghi capelli argentati mi sembravano così regali e degni di un vero principe.
"Ti sei innamorata?

"E' che... passi così poco tempo con me..." inizio a recitare io, prendendo la sua grande mano, nonostante sia coperta da fastidiosi calli, e la appoggio sulla mia guancia, cercando il suo calore.
Non sono più sicura che io lo stia facendo per interpretare il ruolo della brava mogliettina, o perché stia seguendo il mio cuore, questa volta. 

La sposa sbagliata. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora