Light (capit. 6)

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Mi sveglio felicemente sul mio letto, presumo. Ancora il puzzo di sigaretta tormenta il mio naso.

Ricordo a stento la notte scorsa, l'ennesima festa. Sembra ironico.

In strada, mentre stavamo arrivando ad Oxford, cacciammo fuori parecchie bottiglie di champagne, le quali erano destinate alla festa di inaugurazione della casa, per inizio estate, come ogni fottuto anno. Zayn, posso dirlo, il più andato del nostro gruppo, aveva ben tre pacchetti di sigarette, che non abbiamo assolutamente esitato a finire in meno di un'ora. Una volta arrivati in casa e aver scaricato valigie e scatoloni, la 'festicciola' nell'auto si è trasferita trasformandosi e amplificandosi in casa in un modo mostruoso. Ricordo di aver salito le scale, aperto la porta e cascato sul morbido materasso per il sonno e tutto l'alcool che circolava nelle mie vene.

Infatti, questa teoria viene subito affermata dal fatto di essere ancora totalmente vestito, scarpe incluse. Sono felice nel girarmi e non trovare le lenzuola da quella parte del letto disfatte, segno che una 'ragazza facile' non era passata a fare visita. Evidentemente ho fatto un'eccezione la scorsa notte.

Ma so esattamente che non è così.

Il ricordo delle lacrime che spingevano per uscire e scendere sul viso di Kat non mi ha mai lasciato da quella mattina. Non riesco a perdonarmi per averle detto cose talmente crudeli, neanche conoscendola. Avevo sentito delle voci su di lei. Era una brava ragazza, che però sapeva divertirsi anche se a modo suo. Gentile, divertente, e fragile.

Fragile.

Non posso odiarmi più di così, anche se vorrei. Anche se dovrei. Vorrei tornare a quella sera alla festa e fare il ragazzo normale e offrirle una birra, per quanto mi era possibile data la mia ubriachezza, invece di farle un succhiotto sul collo. Invece non posso, devo aggiustare le cose con le mie stesse mani. E in più fretta possibile. Quella ragazza mi sta sulla coscienza, vorrei vederla sorridere per sapere che ormai è tutto sistemato.

Cerco di alzarmi in piedi, ma ricado seduto sul letto, sobbalzando. Tutto il fumo, il cannabis ed il rumore della musica della sera precedente mi scoppia nella testa, non permettendomi di avere una vista limpida immediata ad un atto brusco, come alzarsi dal letto.

L'effetto scompare dopo pochi secondi, lasciandomi ugualmente un po' stordito con i più che familiari postumi della sbronza. Cerco vacilando, di aprire la porta e scendere al piano di sotto, dove sicuramente sono gli altri, non in uno stato migliore del mio. Ed incluso.

KAT'S POV.

Sono appena le nove della mattina, e non riesco proprio a capire il perché del continuo suono fastidioso del campanello sfondarmi l'udito ogni cinque secondi.

Dio solo lo sa cosa non abbiamo fatto la scorsa notte, durante il tragitto per arrivare ad Oxford. Il cuore mio e di Zoey si è rincuorato un po' quando un'auto, in autostrada, ci ha superato esattamente nella nostre stesse condizioni. Musica a tutto, finestrini spalancati per cercare di far scomparire il fumo di sigaretta che ci intossicava. Una bella multa, è stato il pegno da pagare per fare le 'strafiche'.

Raggiungo la porta al piano di sotto e la spalanco. Sono in pantaloncini e canotta, ma proprio non mi interessa. Il mio unico volere al momento è di tornare su quel letto e sprofondare di nuovo nel sonno.

"Kat!"

Sgrano gli occhi a quella voce. È impossibile che sia lui.

"Liam?" Dico con un'espressione che ben supera la sorpresa. "Cosa ci fai qui?"

È bello avere Liam qui, è uno dei miei migliori amici, ma proprio non ne l'aspettavo. Vedere le sue valigie appresso fa accrescere il tono interrogativo nella mia domanda.

Light [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora