Light (capit. 17)

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La mattina seguente, mi rigiro nel letto non più confortata da un calore emanato da qualcuno dietro di me. Sono scoperta dietro, c'è solo la mia maglietta a separarmi dal nulla, non più qualcuno, non più lui.

Durante la notte si fanno tanti di quei sogni belli e brutti che sono impossibili da ricordare, come infatti non facciamo. Mi maledico sempre tutte le mattine mentre mi faccio la doccia che, nonostante cerchi benissimo di riportare in mente il bellissimo sogno fatto la notte precedente, lo lasci sfumare come nulla fosse. Ed ora non voglio alzarmi da questo letto sfatto da sola, aprire l'acqua calda ed immergermi sotto di essa. Ho paura che tutto quello che è successo ieri sera, Harry, il telefono, l'abbraccio mentre mi addormentavo, svanisse mentre l'acqua bollente corre giù lungo il mio corpo.

E per questo sto qui, distesa su questo materasso che però ancora porta la sua acqua di colonia impregnata, segno che quello non era un sogno, Harry ieri sera era davvero sotto quelle stesse lenzuola, ad abbracciarmi nel sonno.

Ma resto immobile, fin quando non ne sarò pienamente convinta e pronta di affrontare una nuova calorosa giornata di Oxford.

La porta si apre lentamente ed eccolo lì.

Un cespuglio di ricci castani spunta da dietro la porta, la schiena rivolta dalla mia parte, nuda, e delle gambe coperte solo da un paio di boxer compiono una mezzaluna rivelando un vassoio in legno e Harry.

Resto impassibile e ammaliata dalla vista che sto avendo dalla mia posizione, mentre questo pezzo di Paradiso si muove in piccoli e lenti passi verso di me.

"Buongiorno, piccola." Sorride sedendosi sul materasso ed appoggiando il vassoio sulle sue gambe.

E qui il cuore mi scoppia in tante piccole e luminose scintille che gli fanno accelerare il battito. Il sorriso mi si allarga spaventosamente e quelle strane farfalle iniziano a svolazzare dentro di me all'impazzata. Sto bene, mi sento.. come a casa.

"Ciao." Gli sorrido ancora in estasi dal bellissimo risveglio.

Non so come comportarmi ora come ora, onestamente. Solo alcune ore fa avevo promesso a me stessa di sì, dargli una chance, ma ora sembriamo marito e moglie in viaggio di nozze dopo anni di convivenza. Lo vedo lì, a pochi centimetri da me, seduto sopra lo stesso lenzuolo che mi copre dal venticello mattutino che traspira da sotto la persiana socchiusa, che sorride a tal punto da far comparire quelle sue dolcissime fossette che gli incorniciano il viso.

Non mi muovo, insicura che si tratti di un sogno i della realtà. Vorrei tanto svegliarmi con lui accanto tutte le mattine o vederlo portarmi la colazione su un vassoio in camera, ma so di non potere. Non posso semplicemente darmi il privilegio di potermi già fidare di questo bellissimo ragazzo davanti a me, anche se volessi.

"Mangia Kat, Ed ci aspetta tra mezz'ora a casa sua. Vuole che noi lo accompagniamo alla casa discografica. Dice di starsela facendo sotto." Sogghigna all'ansia del suo amico.

"È già venerdì?" Chiedo incredula.

"Sì, lunedì inizierai anche tu il tuo turno." Mi sorride raggiante.

"Cosa vuoi dire con 'anche'?" Sorrido confusa.

"Beh, ti vorrei dare la bellissima notizia che io prenderò il posto di manager che si era conquistato Ed, ho.. beh ho rinunciato ad un dei miei lavori." Mi fa notare.

"Questo vuol dire che ti vedrò per tutto quel tempo?" Alzo un sopracciglio.

"Esattamente." Sogghigna alzandosi.

Riesco a vedere tutti i suoi muscoli contrarsi mentre si mette in piedi. I suoi bellissimi tatuaggi prendono posto sulla sua bellissima pelle abbronzata e liscia mentre riprende la sua posizione. Urla "vado a fare una doccia!" mentre chiude la porta del bagno dietro di lui. Aspetto di sentire il rumore dell'acqua correre prima di alzarmi, prendere il telefono di Zoey dal comodino e correre in camera sua per restituirglielo.

"Hey Kat, sai per caso dove- come fai ad averlo tu?" Chiede confusa mentre indica il suo telefono nella mia mano.

La sua voce roca mi fa ridere dato il fatto che è molto simile a quella di Harry. Prima mi sono incantata al suono della sua bassa, rauca e impastata dal sonno voce, suonava così sexy e allo stesso tempo romantica senza che lui compia alcuno sforzo.

"Oh, lunga storia, sono tornata per ridartelo. Devo andare. Oh! Ed ci sta aspettando!" Le annuncio freneticamente e mi chiudo la porta alle spalle sentendola pronunciare un "come mai?".

Corro nella mia camera desiderando che Harry sia già uscito dalla doccia, ma scansando subito il pensiero ricordandomi della sera precedente. So di star sbagliando ogni cosa, e penso che questo desiderio di volerlo già rivedere stia mandando in fumo la parte razionale del mio cervello, sempre che ne sia rimasta una.

Mi infilo sotto la stoffa ancora calda dalla scorsa notte e inizio a mordere una brioche inzuppata nel cappuccino ancora caldo che spero sia stato preparato da Harry pochi minuti fa.

***

Cerco di usare la parte attiva e razionale della mia menta sana il più possibile, sebbene non mi sta molto facile farlo. Devo cancellare le ultime due ore e ripartire da ieri sera quando Harry mi ha riaccompagnata a casa e abbiamo promesso entrambi di fermarci, ho disperatamente bisogno di tempo per pensare e rimettere a posto le varie idee incasinate che giacciono al suolo della mia mente. Questa notte non è stata d'aiuto anche se, fondamentalmente, non è successo nulla. Mi servirebbe un altro tè della mamma.

Ed è a capo di tutto il gruppo mentre si avvicina a falcate verso l'entrata della casa discografica. Durante il tragitto in auto ci ha fatto ascoltare tre volte il suo CD per avere anche una nostra opinione, assicurarsi che tutte le note raggiungano la giusta altezza e ogni traccia sia al numero giusto. Ha ripetuto nove volte il discorso che introdurrà appena si sederà su quella immaginaria, per me, sedia nello studio del capo per impressionare tutti i presenti, inclusi noi. La sua ansia raggiunge vertici inimmaginabili, ma è comprensibile. Questo colloquio, se così si può chiamare, sta per determinare il suo futuro in ambito musicale, il branco aggrappato alla fama più faticoso di tutti.

Harry cercava di rilassarlo con alcune pacche sulla spalla e delle frasi di incoraggianento, dopo avergli ipotizzato il peggio per farlo preparare a tutto. Harry crede sia utile per una possibile illusione che potrebbe andare a finire giù nello scarico nel giro di secondi, nonostante lo scetticismo di Zoey e Louis. Zayn e Liam non hanno mai parlato, escludendo quando hanno augurato a tutti il buongiorno salendo in auto. Zoey cerca di prendere voce in capitolo ma con scarsi risultati. Conta ben poco la sua opinione dato il suo pessimo gusto in fatto di musica. Hanno chiesto dei pareri sugli arrangiamenti e sui versi di alcune canzoni a me, ma mi sono tirata subito fuori non dando alcun parere temendo di sbagliare e dare false speranze quando già ce ne sono ben poche.

Entriamo nell'atrio del grande edificio dove una signorina di colore di nome Kelly ci accoglie sorridente, leggendo il nome di Ed sulla sua cartellina.

"Sheeran, giusto?"

"Sì, sì sono io." Risponde Ed stringendo a sé il sul CD con l'emozione alle stelle.

"Stanza 65, c'è il signor Rock lì, il capo." Sorride lei indicando un paio di corridoi.

"La ringrazio tanto." Esordisce Ed incamminandosi verso l'ufficio del signor Rock.

Light [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora