Light (capit. 14)

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HARRY'S POV.

Ammetto di aver combinato tanti guai nella mia vita, e so che non smetterò certo ora di creare problemi a me e alla gente che mi sta in torno, sennò non sarei io, non ne ho alcuna intenzione. Ricordo quando accidentalmente cancellai dalla rubrica telefonica del telefono di mia madre un numero di un'azienda, la stessa azienda che le aveva proposto un lavoro che lei però non aveva ancora accettato, e non accettò mai, perché non poté più fissare una data per un colloquio. Ricordo quando rovinai il primo bacio di Gemma, mia sorella, spruzzando del succo di frutta al ragazzo di cui lei era follemente innamorata ma che poi non le parlò più. Mi ignorò per un intero mese, ma avevo solo dieci anni all'epoca, non potevo capire cosa fosse quel sentimento malato che tutti gli adolescenti provano. Ricordo anche quando allagai la casa dei nonni aprendo lo sportello della lavatrice già in accensione nel pieno del lavaggio, mandando in fumo tutti i loro risparmi nascosti in una botola sotto al letto. L'acqua raggiunse comunque le banconote e le fece diventare impossibili all'uso. Erano più di cinquemila sterline. Il nonno non mi fece più il regalo di compleanno per sette anni, diceva che con i soldi risparmiati con il mio regalo, raggiunsero di nuovo la somma.

Ovviamente è meglio non parlare di tutti i disastri che ho combinato dai quattordici anni a questa parte. Nonostante è lecito sbagliare perché siamo tutti umani, non siamo perfetti, la perfezione non esiste in questo mondo, eppure io sono più che determinato a non mandare all'aria anche il mio rapporto, se ancora esiste, con Kat. Non voglio lasciarla sfumare come il primo gruzzolo di risparmi dei nonni o il numero di telefono dell'azienda che aveva la mamma. Questa cosa voglio farla durare, e concludere perfettamente. Magari in questa situazione, un pizzico di perfezione può anche starci.

"Louis, ho bisogno del vostro aiuto."

Siamo seduti tutti sul divano. Io sto divagando nei miei pensieri, dettagliando il piano che sto partorendo nella mia mente. Louis e Zayn stanno giocando a Fifa, probabilmente non avrà neanche sentito la mia voce. Guai chi li disturba mentre giocano a Fifa. Ed sta finendo la sua copertina del suo cd. Finalmente è riuscito ad ottenere un incontro con una casa discografica a Londra, anche se prima si trovava ad Oxford. In pratica siamo venuti qui inutilmente. Beh, non proprio del tutto inutilmente. Se non fossimo qui, non avrei potuto trascorrere l'estate a pochi isolati da Kat, e questo è più di un bene.

"Di cosa hai bisogno?" Chiede Ed.

"Devo risistemare le cose con Kat, e ho bisogno di stare solo con lei."

"L'hai colpita." Infierisce Louis guardandomi per un istante.

"Quasi colpita." Sottolineo. "Poi credo sia ovvio che non ho fatto apposta. Poi mi spiegate chi è stato il cazzone ad accennarle che io ho due lavori? Non doveva sapere neanche del fatto che io lavori." Mi scaldo.

"È stato Louis." Dice Zayn.

"Hey!" Urla Louis. "Bell'amico che sei, Malik! E poi, l'argomento lo abbiamo portato avanti tutti insieme, non sono stato solo io." Si difende.

"Okay okay, questa situazione la risolveremo a modo mio un'altra volta."

"Tomlinson preparati a perdere qualche dente!" Canticchia Ed.

"Siete degli stronzi, lo sapete ragazzi?"

"In realtà, sì." Fa spallucce Zayn.

"Non volevo parlare di questo." Dico io. "Stavo dicendo che se per favore uno di voi può portare qui Kat così le possa parlare senza alcun problema di voi che mi gironzolate attorno, dato che andrete da Liam." Li guardo in attesa di una loro opinione. Non mi interessa comunque cosa pensano, si farà così. È egoista lo so, ma per una volta non muore nessuno se mi lasciano la casa.

Light [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora