Light (capit. 8)

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Gli accarezzo la schiena nuda, lui è davanti a me, dandomi le spalle. Harry sta dormendo tranquillamente, posso dedurlo dalla sua frequenza di respiri.

Mi avvicino ancora a lui, abbracciandolo da dietro. Non mi fa completare la mia azione che si gira, rivolgendomi il suo bellissimo viso, gli occhi ancora chiusi. Mi sorride, come se riuscisse a vedermi attraverso alle palpebre serrate. Mi cinge la vita avvicinandomi a lui.

"Harry?" Gli accarezzo la guancia, chiamandolo.

Apre gli occhi, ma non sono di quel bellissimo verde speranza, sono neri, iniettati di sangue, di fuoco, di cattiveria.

Mi scosto immediatamente da lui, quasi cadendo dal letto dalla velocità che ho messo nell'allontanarmi da quella visione terribile.

"Dove vai? Vieni qui." Sorride Harry, sembra divertito. Ancora gli occhi scuri.

"No." Scatto.

La paura mi assale, tanto quanto fa il terrore dopo di essa. Non voglio vedere Harry in queste condizioni, non voglio vedere Harry soffrire, perché quegli occhi così spaventosi, sono causati dal dolore, essendo la bestia più brutta di tutte. Voglio vedere quei bellissimi occhi smeraldo di cui mi sono follemente innamorata. Non sono pronta a soffrire di nuovo, non voglio soffrire a causa sua, so che non me lo permetterà mai, e questo porta a fidarmi un po' di più di lui, ma non voglio vederlo soffrire, perché so che poi lo farò anche io.

"Kat, dai. Ti amo."

Mi muovo freneticamente dentro le lenzuola del mio letto, boccheggiando, non riesco a respirare.

Urlo. Mi sveglio ed urlo, come se fosse la prima volta. È un urlo basso, ma venuto dall'anima, e non so perché.

Vedo le mie lenzuola tutte attorcigliate alle gambe, come se volessero soffocarle, segno che mi sono mossa in modo agitato durante la notte.

Non riesco a spiegarmi il perché dell'incubo. È così confuso, ma riesco a schiarirlo piano piano mentre i secondi passano. È insolito, non faccio mai incubi, o sogni, e questo credo che sia davvero improbabile. Non riesco a capirne il significato, la causa.

Mi trovo davvero bene con Harry, anche se so che non dovrei. Ha detto che vuole aiutarmi, parole che mi ha colto alla sprovvista, ma mi hanno scaldata il cuore. Sono contenta che lui non è un'altra persona che vuole farmi soffrire, almeno apparentemente non lo sembra, ma non sono pronta ad aprirmi a lui, troppi dubbi, incertezze mi costringono a rinchiudermi in me stessa. Mi fido di poche persone, e lui non è tra queste, finora.

Mi dispiace doverlo dire, ma la vita mi ha rifilato tante di quelle delusioni e tradimenti, a portarmi di non potermi più lasciar andare come facevo una volta, non mi è consentito più di giudicare un libro dalla sua, in questo caso, interessante e gentile copertina, mi porterebbe a provare uno di quei dolori che mi ero ripromessa di non permettere più a nessuno di farmi provare ancora, lacerandomi l'anima, cadendo così in basso.

Mi alzo dal letto e scendo le scale, non curandomi della velocità che impiego, stando scalza. Ormai i pensieri occupano lo spazio lasciato vuoto dal sonno nella mia testa, quasi facendomi scivolare sull'ultimo gradino della rampa di legno, causando un rumore amplificato dal mio urlo.

Sento dei passi che avrei sperato non udire, lasciando, chiunque sia, nei suoi sogni ancora mattutini.

"Kat, stai bene?" Mi aiuta ad alzare.

"Sì, sì, grazie, Liam." Gli sorrido una volta in piedi.

"Come mai già sveglia? Sono solo le nove e tre quarti." Lancia uno sguardo all'orologio appeso al muro nella cucina.

Light [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora