43

696 39 8
                                    

Alessia.

Guardo Thorgan andar via ed Eden avanzare verso di me.

Ci vediamo dopo.

L'abbiamo detto come se fosse stata una promessa, una cosa che serviva ad entrambi. A me di sicuro serve, perché non capisco più niente: prima lo vorrei uccidere e dopo vorrei fare le cose più zozze fino a quando le gambe non fanno male.

Maria ha ragione: c'è tensione sessuale tra noi.

E la sento salire mano a mano che Eden si avvicina, con la sua faccia da schiaffi e il sorriso che in questo momento vorrei baciare...
Non ho mai pensato di voler baciare Eden, di volerlo toccare o abbracciare, ma oggi mi sono sepolta tra le sue braccia, la faccia contro il suo petto ad inalare il profumo che non riconosco ma che da quel momento per me apparterrà sempre e solo a lui: Eden Hazard.

Che ora si trova avanti a me, i suoi occhi così chiari mi scrutano dentro ed io vorrei essere coraggiosa, fare il primo passo, ma resto zitta fin quando non parla lui.

«Perché sei qui?» domanda, prendendo una mia mano tra le sue.

Sapevo che me l'avrebbe chiesto, ma non ho pensato comunque ad una risposta, perché dovevo dirgli la verità anche se la gola è secca e faccio fatica a parlare. «Perché...» mi lecco le labbra e sospiro.

«A parole tue Ale...» mormora, alzando gli occhi al cielo.

Vorrei prenderlo a schiaffi e mandarlo a fanculo.

«Perché devi rovinare sempre il momento?! » sbotto alzandomi. Ho così tante pensieri contrastanti nella mente e lui, con una sola frase, ha fatto disperdere l'unico pensiero coerente: Ci tengo a te, anche se sei un Coso Blu Nano da giardino.

«Eddai, non fare la cretina e rispondi! » dice lui, alzandosi per affrontarmi.

Mordo forte il labbro. È proprio questo che mi fa impazzire, il suo modo di comportarsi con me, mai troppo gentile, sempre con qualche parola acida e gesti che fanno perdere la testa. Perché chiamarmi cretina se poi mi accarezza una guancia?

«Perché ci tengo a te.» rispondo guardandolo negli occhi, il posto dove mi vorrei nascondere visto che ho perso il contatto con la sua mano e il mio viso, visto che è immobile e penso che abbia sbagliato tutto. «Pensavo che anche tu tenessi a me...» sussurro dopo vari secondi di silenzio, facendo un passo indietro per distaccarmi completamente da lui.

Eppure Eden nota questo mio tintinnare, così prende il polso e mi trascina verso di sé; i nostri petti si scontrano e le nostre labbra si agganciano. Mi sento in paradiso ma la mia testa sussurra: Non è giusto.

Non è giusto, è il fratello di Thorgan.
Non è giusto, non so realmente ciò che sento.
Non è giusto, perché lo odio.

Così lo spingo, dopo un bacio molto affiatato, dopo che ho ricambiato. Poggio le mani sui suoi pettorali e sussurro «Non è giusto a pochi millimetri dalle sue labbra per poi correre via.

Non è giusto.

Non è giusto andarsene dopo aver visto quegli occhi perdere la felicità che avevano all'interno.

Non è giusto, perché il mio cuore, accanto al suo, ci stava bene.

Betrayal || Eden HazardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora