Capitolo 14

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  Kili era seduto insieme agli altri accanto al piccolo fuocherello che avevano acceso con tavole di legno che in un tempo molto lontano dovevano essere parti di sedie e tavoli.
Se ne stava lì, con lo sguardo fisso nelle fiamme che dipingevano strani giochi d'ombra sul suo viso.
Pensava, pensava e pensava a tutto ciò che era successo. Dalla partenza da casa di Bilbo, all'arrivo nella Valle Nascosta; gli Ered Mithrin, la fuga da Azog e la casa del Mutapelle; Il Bosco maledetto e la reggia di Sire Thranduil; poi la fuga, la ferita, il malore, il drago... da quel momento tutto era confuso e i ricordi tornavano nitidi solo al suo risveglio sulle sponde del lago. Ma c'era qualcosa, nei suoi ricordi sfocati dal veleno della freccia che lo aveva trafitto, qualcosa di importante che non riusciva a distinguere in quell'ammasso di eventi confusi e spezzati dalla sua memoria corrosa.
Di una cosa era certo, Keira c'entrava di sicuro.


"Ma dove saranno finiti quei due?" Alle parole di Oin, che gettò un altro legnetto tra e fiamme per ravvivarle, Kili alzò di scatto la testa e fu come se fosse tornato da un lungo viaggio nel tempo. Si chiese per quanto era stato fisso nelle fiamme. Il viso, ora più lontano dal fuoco, provava un certo fresco e gli occhi gli proponevano delle macchioline di forma indistinta in ogni dove lui guardasse. Troppo tempo, si rispose.
"Quanta impazienza, mastro Nano." La voce di Keira riempì la stanza mentre entrava seguita da Bofur. Notarono subito che aveva una luce diversa negli occhi, sembrava... essere felice. Ma felice di cosa, proprio, non lo sapevano.
"A giudicare dal silenzio, nessuno ha trovato nessuno." Sospirò la giovane, sedendosi a terra.
"Accidenti, ma dove saranno andati? Hanno lasciato la Montagna incustodita!" Disse Bofur, guardando gli altri.
"Forse... forse... ah, non lo so, non ne ho la più pallida idea!" Sbottò Fili, incrociando le braccia al petto.
"Io so dove potrebbero essere." Intervenne il vecchio Nano. Tutti si voltarono a guardarlo con aria che esprimeva curiosità e sorpresa.
"Dove?" Chiese Kili, agitandosi sul posto.
"Collecorvo."


"Se sono andati là, appena sapranno la notizia della morte di Smaug torneranno."
"Già, ma chi gliela darà?" In effetti, Fili non aveva tutti i torti a domandarselo.
"Sai come arrivarci, Oin?" Chiese Keira, sfilandosi la giacca e alzandosi in piedi.
Fece qualche passo, fino ad arrivare alle due ragazzine addormentate dall'altra parte del falò.
"Beh, si ma non vorrai mica arrivarci? E se mentre andiamo loro stessero tornando? Non sarebbe meglio aspettarli qui con la sicurezza che ci trovino?"
"Kili, te la senti di farti una bella camminata?" Chiese la giovane, ignorando le proteste del vecchio Nano. Avvolse la giacca intorno ai corpicini di Sigrid e Tilda e poi ritornò sui suoi passi.
"Allora?"
"Io... si, posso farlo."
"Come pensavo. Fili, andrai tu."
"Ehi!" Protestò Kili, colto sul vivo.
"Te l'ho detto un sacco di volte, smettila di fare il granduomo."


L'indomani mattina, Fili prese la via per Collecorvo. Kili e Keira, arco in spalla, lo accompagnarono fino a un pezzo di sentiero, poi tornarono indietro inoltrandosi nella boscaglia per cacciare qualche animale.
Tirava un venticello fresco che smuoveva i capelli di entrambi.
Keira si fece una treccia, notando solo allora quanto i suoi capelli si erano allungati. La treccia da un lato le scendeva perfettamente dalla spalla sinistra e le superava il seno.
"Dovrò tagliarli." Disse fra sé e sé, venendo udita dal Nano dietro di lei.
"E perché mai, sono così belli." Keira si voltò verso di lui, mettendo una mano su un fianco e inarcando un sopracciglio.
"Sono tutti rovinati."
"Si ma... ti donano." Le disse lui, abbassando lo sguardo per un secondo per poi tornare a guardarla negli occhi.
Keira si voltò di scatto, non lasciando che Kili vedesse il rammarico sul suo volto.
"Grazie." Disse freddamente e si incamminò lentamente riprendendo la ricerca.
Kili si grattò il capo sospirando. Che aveva detto di male?!
"Keira, aspetta!" Le gridò dietro.
"Cosa c'è?"
"Che ti ho fatto?"
"Prego?"
"Si, insomma, da quando mi sono risvegliato non fai altro che evitarmi. Mi parli pochissimo e se ti faccio un complimento... diventi fredda." Pian piano, il tono del giovane andava diminuendo.
"Senti, Kili..."
"No, stammi a sentire tu!" Si infervorò il Nano.
'Ci risiamo... ma perché a me?! Valar, che ho fatto di male?!'
"Non voglio ascoltarti." Lo fermò lei. Era già così dannatamente difficile guardarlo in faccia e sapere che l'amava, sapere che gli avrebbe infranto il cuore, sapere che comunque sarebbero andate le cose lui avrebbe sofferto. Non poteva dirglielo. Come avrebbe potuto? Gli voleva troppo bene per confessargli una cosa simile. No, doveva evitarlo ad ogni costo.
"Ma perché?"
"Perché so già cosa vuoi dirmi e la mia risposta è..." Si fermò in tempo. Dannazione, tutte quelle motivazione stavano per andare in fumo con una frase.
"Sarebbe un no, giusto?" Kili si voltò, dandole le spalle.
"Kili..." Mormorò la giovane, abbassando lo sguardo. Ecco, ora non doveva più preoccuparsi di non dire niente dato che aveva combinato un bel disastro.
"Senti, Kili, ragioniamo insieme."
"Cosa c'è da ragionare? Io mi sono innamorato di te, Keira."
"lo so ma-"
"Lo sai?"
"Non ricordi?" Altro disastro. 'Brava, Keira, complimenti. Continua così.'
"Ricordare, cosa?" Kili era confuso. Delle immagini sfocate gli si pararono davanti agli occhi; ricordi della convalescenza, parole sospirate, il delirio della febbre. "Lui ti ama..." la voce dell'Elfa di nome Tauriel...
"Vuoi dire che lo sapevi e non hai fatto niente?"
"E cosa avrei dovuto fare? Venire da te e sputarti in faccia la verità?!" Ora iniziava ad arrabbiarsi sul serio, anche se non avrebbe voluto.
"Sarebbe stato meglio che... questo!" Gridò Kili, guardandola negli occhi.
Keira sentì una stretta allo stomaco quando calde lacrime rigarono le guance del giovane Nano. Gli si avvicinò e lo strinse a sé. Era colpa sua, era sempre colpa sua. Forse morire sarebbe stato un bene.
"Mi dispiace, Kili, mi dispiace davvero. Tu per me sei come un fratello, un grande amico. Ti voglio bene e non voglio ti accada niente di male. Non vorrei arrecarti questa sofferenza, ma è inevitabile. Io non sono quella giusta per te. Pensaci bene, anche se non dovessi morire a causa della profezia, morirei comunque prima di te per vecchiaia. Sarebbe una vita triste, la nostra. Sono sicura che quando tutto si sarà sistemato potrai avere tutte le Nane che vorrai e tra loro, chissà, magari troverai il tuo unico amore. Ma non sono io." Faticò a dirgli quelle parole. Gli accarezzò il capo come farebbe una madre con un figlio. A pensarci bene, in effetti, lei poteva essere sua madre. Il suo aspetto poteva ingannare la sua età, ma cento ottantadue anni troppi, per uno come lui.
"Tu lo hai già trovato, vero, il tuo unico amore?" Quella domanda la spiazzò completamente.
"Mi dispiace tanto, credimi." Disse in risposta, senza lasciarlo andare.


"Caccia prosperosa!" Esclamò Oin sfregandosi le mani. Dopo tanto tempo finalmente avrebbero mangiato un po' di carne fatta come si deve. Le tre lepri che i due giovani avevano portato sarebbero state un ottima colazione.
Ovviamente, a nessuno passò in osservato il fatto che i due giovani nemmeno si guardavano.
"Keira," la chiamò la piccola Tilda, tirandole una manica. "perché sei triste?"
"Non sono triste."
"Tilda, lasciala in pace, dai." La rimproverò Sigrid, scusandosi poi con la Mezzelfa.
"È che lei mi ricorda molto la nostra mamma. Ha gli occhi azzurri come i suoi, anche la mamma aveva i capelli biondi. Ed è premurosa con noi." Keira sorrise, quella bambina era adorabile.
"Scommetto che vostra madre era molto dolce e bella, per far venir su delle bambine così carine come voi." Disse loro, accarezzando una guancia alla più piccola.
"Si, lo era." Fece Sigrid, accennando un sorriso e stringendo la spalla della sorellina.
"Cosa c'è che ti preoccupa, Sigrid?" Le chiese la giovane, porgendo alle due il loro pasto.
"Mi chiedevo quando potremmo rivedere nostro padre e Bain."
"Non appena ci ricongiungeremo con il resto della Compagnia farò in modo di riportarvi indietro. Ve lo prometto."  

Non sempre si combatte per ciò che è giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora