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Flashback.

"Basta!", protestò Taehyung, agitandosi e dimenandosi per liberarsi dalla catena di metallo che lo teneva al soffice materasso. Guardò Jeongguk, con gli occhi che lo pregavano silenziosamente di fermare questo macello ma Jeongguk non provava emozioni.

"Ti farai male se continui a muoverti e il boss mi ucciderà per aver fatto un casino," lo avvertì Kai continuando a disegnare l'outline del tattoo con una penna. Questo fu il primo tatuaggio che Taehyung si fece, una farfalla proprio sopra al suo cuore con le ali che si estendevano per tutto il suo petto.

"Perché?", gridò Taehyung, fissando Jeongguk con odio e disgusto, "perché dovresti farlo a me, fottuto pezzo di merda!"

"Hey! Stai attento a quel che dici al boss, potrebbe spezzarti il collo se continui a disprezzarlo in questo modo!"

Taehyung riuscì a farsi una risata, "uccidimi allora."

Era questa. La cosa che Jeongguk trovava attraente di Taehyung. Non solo il suo bellissimo viso ed il suo fisico ma anche la sua personalità. Divertente.

Jeongguk camminó verso Taehyung, con la sua faccia priva di emozioni. Fece correre un suo dito dalle clavicole di Taehyung al suo Pomo d'Adamo prima di avvolegere le sue snelle dita attorno al mento delicato di Taehyung.

"Fallo," osò Taehyung. Sebbene fosse spaventato, non aveva intenzione di mostrare le sue debolezze a Jeongguk.

Quando il corvino forzó la sua presa sul mento del ragazzo, Taehyung strizzò gli occhi, già preparato per la sua morte. Ma quando la presa sparì improvvisamente, aprì gli occhi solo per vedere quell'arrogante ghigno sul volto di Jeongguk.

"Più cerchi di respingermi, più insisterò," lo  stuzzicó Jeongguk ascigando la lacrima che era scesa dall'occhio di Taehyung col suo pollice, "un leoncino," ridacchió, "carino."

Taehyung era un po' confuso, indeciso sul fatto di seguire il suo cuore o la sua mente.

***

Alla fine, Kim Taehyung decise di seguire il suo cuore e forse questa non fu l'idea migliore ma sua nonna gli ha sempre detto di seguirlo. Ma come avrebbe potuto seguire la sua mente quando Jeongguk gli accarezzava segretamente la guancia ogni volta che pensava che Taehyung stesse dormendo o quando Jeongguk non si rifiutava mai di lasciare dolci baci sul suo nuovo tattoo. Lo stesso tattoo che graffiava continuamente ma il quale inchiostro non se ne andava mai dalla pelle del suo amato.

"Come dovrei chiamarti?", chiese improvvisamente Taehyung, mettendosi a sedere sul letto in cui era disteso — o meglio forzato a rimanerci dato che ra incatenato ad esso dalla sua caviglia sinistra, "devo chiamarti in qualche modo, no? Non mi sembra che tu voglia lasciarmi andare a breve."

Jeongguk alzò le sopracciglia facendo un ghigno, poggiandosi allo stipite della porta, "perché?"

"Stavi ascoltando?"

"..."

"Jeongguk, chiamami Jeongguk."

"Jeongguk," il nome scivolava così bene sulla lingua di Taehyung, così bene, "quindi niente "boss", huh?"

"Intendo se vuoi chiamarmi così, certo."

"Troppo banale quindi no grazie."

Jeongguk è un nome carino.

***

Taehyung attorcigliò la sua frangetta con le sue dita, che arrivava già alla punta del suo naso. Un colpo alla porta lo riportò alla realtà.

"Avanti," chiamò, sapendo benissimo che era Hoseok dato che riconosceva quando era Jeongguk che bussava.

Hoseok sporse il suo viso all'interno della stanza dando un'occhiata intorno prima di entrare completamente, sorrise a Taehyung, "ti ho portato la colazione," disse felicemente mostrando il piatto col cibo.

Fu quando Hoseok prese dei nuovi vestiti per Taehyung con cui cambiarsi che il castano parlò all'improvviso, "hey, era sempre così?"

"Il boss?"

"Si."

Hoseok lanciò un patetico sorriso a Taehyung ma i suoi occhi trasmettevano un messaggio diverso, "ne ha passate tante."

"Cosa è successo?", chiese Taehyung, era estremamente cuoriso di sapere cosa accadde all'uomo che lo aveva tenuto prigioniero e perché avesse una personalità così disgustosa.

"Non penso che io possa dirtelo," una volta che sentì ció, Taehyung sporse il suo labbro inferiore mettendo il cucchiaio dentro la scodella. Hoseok sospirò, sia Taehyung che Jeongguk erano testardi.

"Te lo dirà sicuramente un giorno. Ma Taehyung."

Silenzio.

"Per favore non spezzare mai e poi mai il suo cuore."

Taehyung aprì gli occhi abituandosi lentamente alla nuova luce. Spalancò gli occhi quando realizzó che non era più nel grande giardino di Jeongguk. Si mise a sedere velocemente ma non fu chiaramente l'idea migliore quando un flusso di sangue corse al suo cervello, provocandogli un mal di testa.

"Jeongguk," disse, guardandosi intorno cercando il corvino. Un'improvvisa paura si face spazio nel suo cuore, la paura di non sapere dove Jeongguk fosse andato.

"Jeongguk," disse disperatamente ad alta voce ma ancora nessuna risposta. Si mise al bordo del letto solo per scoprire che non potè muovere i piedi. La sua caviglia era legata al letto, era stranamente simile a quando fu incatenato — quando era con Jeongguk. Cercò di liberarsi dalla catena ma fu un tentativo invano.

"Jeongguk. Jeongguk. Jeongguk.", continuò a ripetere il suo nome disperatamente come se la persona in questione potesse apparire se Taehyung continuasse a chiamarlo. Taehyung non si sentì mai così solo da quando stava con Jeongguk. Non fu mai lontano da Jeongguk per tutto questo tempo in un posto che nemmeno conosceva. Era spaventoso. Così spaventoso.

Non so se la prossima volta pubblicherò un capitolo oppure metterò il q&a che l'autrice ha fatto ai personaggi quindi se volete fatemi sapere.
AH se posto di più è perché per due settimane non ho molto da fare quindi enjoy🤠

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