2 - Apparenze ingannevoli

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Qualche tiepido raggio di sole aveva infine deciso di fare la sua comparsa.
Non era sufficiente a scaldare quella giornata, gettava una luce incolore attraverso la finestra dello studio, l'aria ancora satura di troppa umidità.

Lucius la osservava svolgere il compito che le aveva assegnato seduta all'altro lato della scrivania.

In realtà non aveva alcuna necessità che qualcuno riordinasse la sua corrispondenza, ma le aveva consegnato lo stesso un grande archivio polveroso.

Ormai non faceva più differenza che qualcuno vedesse quei vecchi documenti.
Svolgeva il suo compito a mano, meticolosamente, gli occhi castani abbassati nel volto duro e slavato in quella luce fredda.

Lucius aveva appena sigillato la seconda missiva del giorno e stava per consegnarla al gufo.

Di tanto in tanto scrutava incerto la finestra cercando di determinare se stesse per piovere a breve, in altri istanti invece i suoi occhi chiari scivolavano sulla ragazza, avvolta in una semplice veste grigia.

Che cosa ne era stato dei suoi genitori?
Non erano riusciti a saperlo.
Oggi i suoi folti capelli castani erano raccolti sulla nuca. Non c'erano nuovi segni sul suo volto.


Lucius aveva provato un gran senso di disagio quando aveva intuito cosa le aveva fatto Macnair.

All'altro Mangiamorte non aveva detto niente neppure quando lo aveva intravisto quel mattino presto.

Questa era una delle altre verità scomode di Lucius Malfoy dopo il suo Patronus, visto che era un fatto bizzarro per un Mangiamorte averne uno.

Lucius non stuprava.

Semplicemente non trovava alcun gusto nelle lacrime, nel dolore, nel pianto, nel dibattersi disperato dei corpi premuti magari sotto di lui al di là della loro volontà.
Era vero, a volte si eccitava al pensiero di colpire e colpire fino a provocare una resa per sfinimento, ma aveva scoperto due anni prima - con suo sommo sgomento - che semplicemente non riusciva a farlo, se l'altra persona non... era coinvolta.
Se ne vergognava?
Si, moltissimo.
Tutti gli altri raccontavano storie di quel tipo quando erano tra di loro, non si facevano alcuno scrupolo.
Anche se l'Oscuro Signore aveva vietato contatti di quel tipo con i Mezzosangue, i Babbani e i Nati Babbani, sembrava che loro fossero praticamente le vittime ideali.

Macnair si era vantato per settimane di essersi introdotto in una casa Babbana disattivandone il ridicolo sistema di sicurezza in pochi secondi. Aveva trovato due adolescenti profondamente addormentati nella loro stanza.

Per buona misura, naturalmente, aveva prima ucciso i genitori.
Le ragazze non avevano più di quindici, sedici anni al massimo - erano due femmine, quando il Boia sottolineava quel particolare il piacere gli accendeva lo sguardo, gli faceva tremare la voce.
Si era divertito con loro in una gran varietà di modi, poi le aveva uccise.

Quei 'puliziotti' Babbani non erano mai riusciti a capire cosa fosse successo.
Avevano parlato del caso ai loro telegiornali, era ancora aperto.

"Le ho lasciate lì sui letti, ma alla troietta che ha osato mordermi ho tagliato la gola... non sapranno mai cos'è successo, stanno impazzendo. Questo é solo d'inizio..."
Cose del genere ormai erano all'ordine del giorno.

All'Oscuro Signore non importava che il loro mondo venisse scoperto, anzi forse lo auspicava.
Forse aveva piani ed armi delle quali non li aveva ancora informati, altrimenti non avrebbe permesso loro di scatenarsi così.

"Avrei potuto farmi anche la madre, ma si era presa una specie di sonnifero... odio i sonniferi, é impossibile maneggiare una femmina intontita da quelle specie di cose che usano al posto delle Pozioni..."

Ma Lucius fino a quel punto del racconto non era mai arrivato, più che altro glielo avevano riferito.
La prima ed unica volta che aveva ascoltato quella storia era arrivato fino al punto in cui Macnair descriveva con precisione cosa aveva fatto al corpo della sua giovane vittima. Senza dare nell'occhio si era alzato, era corso verso il bagno ed aveva allegramente vomitato l'anima.

Si vergognava moltissimo.
Non erano i dettagli cruenti a fargli quell'effetto - figuriamoci... aveva visto scorrere fiumi di sangue, aveva ucciso egli stesso delle persone, a volte in modo pulito, a volte dopo ore interminabili di tortura - no, era il piacere che vedeva a fargli quell'effetto.
Il piacere sul volto rozzo di Macnair.
Il piacere nel massacrare, nel violentare, nel distruggere.

Come non gli era mai piaciuto aprirsi la tunica di fronte alla vittima che supplicava e gemeva, nel cerchio famelico dei suoi compagni di missione!

The War is overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora