19 - Voglio vederti in faccia, signor Malfoy

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"...Mi ha presa, non come un uomo prende una donna, ma come un cane prende una cagna, da dietro..."

Hermione Granger non metteva piede fuori dal Manor praticamente dal giorno in cui vi era stata condotta in qualità di schiava.

Era passata dalla cupa sala delle Udienze al gelido sotterraneo della tenuta, poi alla squallida ex-stalla destinata agli schiavi ed agli elfi domestici.

Quella mattina pioveva, come sempre: il sole era solo un ricordo dietro la pesante coltre di nubi.

L'aria satura di disperazione la aggredì, la avvolse come una densa cappa calda o un sudario, aveva avuto modo di capire l'entità delle protezioni di cui tutti loro godevano a villa Malfoy solo quando queste svanirono una volta superati i confini.

 Il respiro le ghiacciò nel petto, respirare era difficile, seguiva il Boia - incaricato della loro sicurezza - e l'agile Elfa domestica. 

Un Mangiamorte che non aveva mai visto, un tale dalla lunga faccia lugubre chiudeva la fila, Hermione sentiva la sua presenza fredda come acciaio alle spalle.

I soliti vagabondi cenciosi riempivano le strade, ma l'area del mercato era protetta, la guardia cittadina creava un cordone lungo i due ripidi marciapiedi, impedendo ai disperati di avvicinarsi troppo. Non che una di quelle persone paresse avere la forza di gesti inconsulti.

Hermione vide una donna, forse addormentata, accoccolata su un grande lastrone di pietra a ridosso del palazzo. 

Indossava i resti di quello che era stato un abito da strega viola scuro, aveva lunghi capelli sporchi scarmigliati. Il bambino che stringeva al seno doveva avere quasi sei anni, il suo faccino era pallido e smunto. I senza Bacchetta. 

Il villaggio era stato ripulito dalla 'feccia' e trasformato in un insediamento magico... non era di certo l'unico in tutto il paese, ma il primo che Hermione avesse attraversato a piedi.

A metà strada qualcosa sbarrò loro il passo inducendo Macnair a sfoderare la Bacchetta con un ringhio, ma era solo un Mago - ubriaco, ben vestito, le guance rubizze, che si tolse di torno in fretta per osservare l'allestimento più vicino.

Hermione lo osservò un istante - giudicò che dovesse aver bevuto veramente fino a stordirsi, perché nessun altro sorrideva, nemmeno un sorriso vacuo da ubriachezza.

E più le soste aumentavano alle possenti spalle nere del Boia, più la sua sporta si riempiva di vettovaglie, pietanze ordinate dai Padroni, spezie, profumi, più entravano ed uscivano dai gabbiotti coperti del mercato o dalle botteghe tirate a lucido, più Hermione si sentiva a disagio.

Era un disagio che non dipendeva dalla densa cappa di disperazione causata dai Dissennatori, ma qualcosa di completamente diverso.

Qualcosa che la pungeva quando realizzava di aver addosso un caldo mantello di lana - brutto, di un grigio smorto, dal taglio grezzo e dozzinale, ma in grado di poterla riscaldare. 

E una tunica, una tunica altrettanto brutta di lana, ma soprattutto scarpe.

 Rozzi stivali di cuoio.
La gente che giaceva sui marciapiedi, delirava, o semplicemente dormiva un sonno simile alla morte non portava scarpe, aveva i piedi anneriti per lo sporco e spesso avvolti in bende o stracci di fortuna. E poi Hermione li vide: gli altri schiavi.

Mentre L'Elfo si voltava per infilarle nella sporta l'involto fragrante della farina necessaria per quel giorno, Hermione vide passare alla sua destra due giovani donne ed un ragazzo. 

Formavano una fila molto simile alla loro. Indossavano mantelli e tuniche come il suo, rozzi ma puliti, ed avevano scarpe. Un uomo in nero camminava davanti a loro, un altro dietro, alle spalle del ragazzo e fu la loro espressione, qualcosa nel loro incedere a farglieli identificare come suoi simili.

Le due ragazze avevano facce smunte, gli occhi abbassati, i capelli puliti legati dietro la testa, il ragazzo era altrettanto sconosciuto nel suo dignitoso completo da schiavo. Hermione notò un particolare del suo mantello, iniziali ed un piccolo stemma ricamati sopra il bavero.

Forse lo stemma e le iniziali della Famiglia che lo aveva reclamato... quanto erano ricchi, per avere addirittura tre schiavi umani...?

"Che fai, dormi?"

Hermione sussultò. Captò lo sguardo terrorizzato dell'Elfo, ma era troppo astuta per fissare di rimando Macnair.

Accadde quando il Boia li oltrepassò per chiedere istruzioni al Mangiamorte alle spalle di Hermione. Aveva iniziato a dire qualcosa sul rientrare, quando qualcuno tagliò ancora loro la strada, e questa volta non era un ricco cittadino ben vestito e brillo.

The War is overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora