9 - La miseria dello splendore

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Aveva bisogno di lavarsi.

Non davvero bisogno - voleva solo dell'acqua fresca sul corpo, un momento per ricomporsi.
Si era addormentata, vinta tra le coltri. Così si risvegliò il mattino dopo, con la camicia da notte impigliata alle ginocchia e le macerie del suo calore tra le cosce.

Per venire a patti con quanto accaduto, Hermione Granger si alzò, passò di fronte ad un Lucius Malfoy placidamente addormentato e sgusciò in bagno.

Doveva essere davvero molto presto.
Il bagno della stanza era silenzioso, bianco assoluto.

Lavò e cambiò la biancheria destinandola al cesto di quella da lavare e non indugiò di fronte allo specchio in cerca del suo riflesso.

La caligine incolore che premeva contro il vetro la informò che dovevano essere le cinque del mattino.

Lei non avrebbe più dovuto svegliarsi a quell'ora. Tornò nella stanza calda e si infilò di nuovo a letto.

Lucius continuava a respirare regolarmente, placidamente immerso nel sonno.

Lucius.
Il signor Malfoy sarebbe stato più appropriato.
Doveva smettere di chiamarlo 'Lucius' tra se' e se'.

Hermione si raggomitolò sotto le coperte, chiuse gli occhi nel loro calore. Inspirò a fondo.

Impiegò un po' a capire quella nuova sensazione, e quando la identificò se ne stupì.
Si sentiva in pace.

Il suo corpo era in pace, per lo meno. Un piacevole senso di torpore le invadeva le ossa, un retrogusto del piacere provato.

Il signor Malfoy le aveva dato quel piacere.


Non Ron, la cui voce taceva per il momento - e non poteva non chiedersi come avrebbe potuto essere vivere quel momento con Ron.


Non avrebbe potuto scoprirlo, il dolore a cui era abituata ormai da troppo tempo la colpì come una lama smussata, ma solo perché lei non aveva nemmeno le forze per concedergli di affondare troppo.

E poi perché era stato bello. Hermione pensava di poterlo definire così, bello. Il che da un certo punto di vista non la aiutava.

Non aveva molta esperienza in merito e conosceva solo i graffi e gli schiaffi, i corpi che ti si premevano addosso tra il caminetto e la dispensa e le lacrime ingoiate a forza, Lucius Malfoy non le aveva fatto nulla del genere, era stato il suo corpo a tradirla.

Il suo stesso corpo.

Oh, ma sapeva che Lucius Malfoy era un uomo ancor più pericoloso dei Boia, gliene aveva dato prova molte volte.

Una parte di lei era furiosa per aver provato piacere, non con Malfoy ma con se' stessa.
La sua mente traditrice riesumò i contorni della sua testa bionda, ne ridisegnò il movimento ammaliante, il ricordo fiammeggiò e si spense, ma non le portò livore.


Non voleva che proprio Lucius Malfoy tra tutti dovesse essere associato a quel calore divorante, ma stava accadendo.


Era qualcosa che andava oltre il dolore, oltre il desiderio costante di farla finita, oltre le macerie, oltre le rovine di quel mondo desolante.

(Represse l'implacabile sussurro che le annunciò: sei la sua puttana, sei ufficialmente la puttana di Lucius Malfoy, ma ci riuscì solo per metà.)

Oh, tesoro, é come un fiore che nasce in mezzo all'immondizia e al sangue.

Ma un fiore malefico, dal profumo velenoso. Lo capisci questo? E non puoi nemmeno stare attenta, perché non hai armi di difesa contro il suo profumo.

Devi ammetterlo. Non puoi rifiutarlo. Per una legge che non é scritta, non puoi.

E il guaio é che non ti sei torta dal dolore, mia cara, né ti stai torcendo dal dolore ora.

Perciò sei nei guai, Hermione, per essere più prosaici, sei nella merda e ti toccherà finalmente farci i conti, abituartici. Magari non sarà tanto male. No?

The War is overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora