Le luci basse del The Hole buttano ombra su tutto il locale allungandosi fino ad ogni estremità; come al solito è pieno zeppo di gente che si struscia ballando e la musica sta iniziando a diventare troppo ordinaria e ripetuta. Sarà per il fatto che ultimamente ci passo più serate qui dentro, ma anche questo posto sta iniziando a rompermi le scatole.
Stessi volti, stessa melodia, stessa storia ogni santissima volta.
Andarmene è tutto quello che vorrei fare; far sparire questo casino di corpi dalla mia vista, chiudere il rumore di questa musica assordante fuori dalle mie orecchie e non sentire nient'altro che silenzio. Ma è qui che Mayson mi ha detto di aspettarlo, e non posso cambiare posto se nemmeno mi risponde al telefono.
Anche stasera, come le ultime due, è andato a combattere, e io sono qui che continuo ad arrovellarmi il cervello mentre un senso di preoccupazione che non ho mai sperimentato prima mi logora fino alle ossa.
È facile chiedere a qualcuno di aspettare il suo ritorno, ma per chi aspetta, però, è come passare sotto tortura.
Continui a chiederti com'è che la sua faccia non si materializza davanti quella porta nonostante sia notte inoltrata; ti domandi perché quel telefono continua a squillare senza che nessuno ti risponda. Guardi l'orologio che fa scorrere il tempo con troppa lentezza, e l'agitazione inizia a trasformarsi in paura quando la situazione non cambia.
Tutto quello che riesco a sentire è il ripetere sordo della mia stessa voce che continua a sussurrarmi che qualcosa –forse- è andato storto. E Callie può continuare a dirmi di stare tranquilla anche altre mille volte dato che stasera –questa- sembra essere la sua frase preferita, ma sarebbe solo fiato sprecato. La tranquillità farà parte di me solo quando Mayson arriverà qui dentro con le sue maledette gambe. Allora sì che lo butterò fuori quel sospiro che adesso sto continuando ad ingoiare.
Scivolo giù dallo sgabello, incapace di stare ferma un solo secondo di più. Con la borsa in una mano e il pacchetto di sigarette stretto nell'altra cerco di non farmi atterrare dalla calca di gente che sta ballando; quando finalmente raggiungo l'uscita l'aria fredda che mi sbatte sulla faccia sembra regalarmi un secondo di calma mentre ad occhi chiusi sputo fuori il fumo della sigaretta appena accesa.
Mi sento inquieta, nervosa, e sono sensazioni talmente fastidiose che sto iniziando ad odiarle di brutto.
«Se hai ricominciato a fumare allora la situazione è grave.»
Mi va quasi di traverso il fumo quando sento la sua voce. Appoggiato al muro, proprio accanto a me, Ryan se ne sta in piedi ad osservarmi con un ghigno malefico sul volto. Se possibile l'oscurità della notte lo fa sembrare ancora più stronzo del normale.
«Cos'è, le cose con Cole vanno un disastro?» domanda avvicinandosi di un paio di passi. «Oppure hai finalmente scoperto tutta la verità su quanto sia marcio dentro?»
Sorrido schifata a queste parole. «Wow! Il ritorno dei coglioni non viene mai annunciato prima a quanto sembra» borbotto tra me e me alzando gli occhi al cielo. Dopo tutto il tempo in cui siamo stati insieme, invece di parlare o chiedere scusa per come si è comportato ha tirato subito fuori Mayson dal mazzo per dargli contro. E per l'ennesima volta mi ritrovo a chiedermi come diavolo ho fatto a stare con uno che ha uno spessore caratteriale più fino di un misero foglio di carta stracciata. Ma credo che io non sono né la prima né l'ultima a ritrovarmi così, fuori da un locale con dei pensieri del genere in testa. Ce ne saranno centinaia, migliaia di menti che al momento si interrogano sui loro errori passati. Il problema è che quando ci sei dentro non la vedi chiara la storia; tutto sembra risolvibile, ti autoconvinci che con il passare del tempo vada sempre tutto al suo posto e che le cose che a te non piacciono prima o poi si aggiusteranno.
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I Ricordi che ho di te
Romance-COMPLETA- DOMANDE. RIMPIANTI. CUORI FATTI A PEZZI E DA RICUCIRE. UN SEGRETO CHE IN PASSATO HA DISTRUTTO LUI, E CHE ADESSO È PRONTO A DISTRUGGERE ANCHE LEI. Se n'era andato, portandosi dietro qualcosa di mio di cui ormai avevo imparato a fare a meno...