"Ho sempre pensato una cosa sull'amore:
lo puoi vedere in mille modi diversi,
stampato in faccia a mille volti diversi
e in mille parole diverse urlate al cielo.
Ma l'amore non è vero amore
fino a che tu non sei libero
di poterlo dare al
cento per cento."
-Mayson Cole-Mayson –Oggi-
Sto facendo violenza contro me stesso per non alzarmi da questa sedia e camminare avanti e indietro per tutta la minuscola stanza. Non c'è aria qui sotto, e quella poca che è rimasta viene imbottigliata dalla nuvola di fumo che ho contribuito a creare. Ma da una stanza sporca senza finestre, nascosta sotto uno scadente night club fatto in casa, che cazzo ne voglio tirare fuori? È già tanto se a farmi compagnia non ci sono i topi.
La muffa colora di nero quasi tutto il soffitto prolungandosi ai margini e scendendo verso il basso, il divano accantonato all'angolo ha la pelle talmente consumata che non ci vuole poi così tanto a capire che ha visto più scopate lui che un produttore di film pornografici. Due piccole lampadine riempiono la stanza di un colore giallo scuro mentre le altre tre sono scoppiate e non funzionano, e la musica che arriva dal piano di sopra filtra dal pavimento in modo attutito ma ugualmente udibile. Di tanto in tanto ci si mischia nel mezzo qualche risata, poi tutto torna come l'attimo precedente.
Sullo schermo del mio cellulare ci sono tre messaggi non ancora letti, tutti e tre di Jeremia che mi chiede dove sono e perché diavolo non rispondo alle sue telefonate. Di lei nessun cenno di esistenza.
Non ci sto male, non vedere il suo nome in quei messaggi non mi fa sentire uno schifo come mi ci si sentivo giorni fa. Mi sta lasciando il tempo che le ho chiesto in silenzio, senza pressioni, senza lamentele, senza ricatti. Addosso sento ancora il profumo della sua pelle, la stessa pelle che mi ha concesso di toccare ieri notte. Quando Deven mi aveva avvertito che era venuta a cercarmi non avevo la minima idea che la serata si sarebbe conclusa in quel modo dopo averla raggiunta. Non ero andato lì con l'intento di fare qualcosa, anzi, a dirla tutta ero quasi convinto che mi avrebbe rispedito giù per le scale a calci nel culo, ma dovevo parlarci. Dovevo parlarci per forza. Prima di stasera, anche se a cercarmi non fosse stata lei, ci sarei andato lo stesso a dirle tutto quello che le dovevo dire. Lei doveva sentirla la nostra storia, che lo volesse o meno doveva sapere o almeno iniziare a capire cos'è che mi ha spinto tempo fa a tirarmi indietro. E io avevo bisogno di buttare fuori tutto quanto. A saperlo prima che mi sarei sentito più leggero l'avrei obbligata ad ascoltarmi già da giorni. Ed è anche per lei se stasera sono qui, chiuso in questo buco di merda, ad aspettare qualcuno che mi porti notizie. Ho bisogno di tirare avanti per la mia strada senza il passato tra i piedi, senza l'incertezza di non essere in grado di fare determinate cose. Ho bisogno di ripulirmi di tutto quello che mi sono accollato dentro, nel cuore e nella testa, perché anche se l'ho capito tardi che il problema principale sono io, se non l'affronto non ce la farò mai a ricominciare a camminare dritto, e se non voglio perderla questa è l'unica strada che mi resta. Probabilmente lei non lo capirà questo gesto, lo fraintenderebbe chiamandolo vendetta, ecco perché non le ho detto niente, ma per quanto la voglia di vendetta mi scorra nelle vene io a questa cosa gli do un nome diverso: la chiamo guarigione.
Un paio di colpi alla porta mi fanno capire di avere compagnia; per un attimo ho quasi paura che ad entrare non sia chi sto aspettando ma qualche viscido vecchio che ha bisogno della camera per sbattersi una delle Escort di basso rango che albergano qui sopra. Allungo l'orecchio fino a toccare il freddo legno consunto che separa gli ambienti e cercando di scurire ancora di più la mia voce dico che la camera è già occupata.
Un altro colpo, questa volta più violento, mi fa arretrare con il capo. «Apri, coglione!» L'insulto sussurrato con enfasi che mi raggiunge da questo lato mi fa sorridere mentre faccio scattare la serratura; scivola dentro con velocità, trattenendo il respiro e oltrepassando la porta in uno spazio minuscolo per non aprirla più di tanto. È lei a richiudere la serratura spostando la mia mano con una botta, poi si poggia con la schiena contro il muro e quasi si prosciuga sospirando.
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I Ricordi che ho di te
Romance-COMPLETA- DOMANDE. RIMPIANTI. CUORI FATTI A PEZZI E DA RICUCIRE. UN SEGRETO CHE IN PASSATO HA DISTRUTTO LUI, E CHE ADESSO È PRONTO A DISTRUGGERE ANCHE LEI. Se n'era andato, portandosi dietro qualcosa di mio di cui ormai avevo imparato a fare a meno...